Disturbi alimentari, perché il Governo deve reintrodurre i fondi esclusi dalla Legge di Bilancio

Dopo le polemiche sull'azzeramento dei fondi per i disturbi alimentari, il deputato dem Lai afferma: "Domani presenteremo un nuovo emendamento, non possiamo lasciare soli i pazienti e le loro famiglie".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Si sono susseguite polemiche sulla decisione del Governo di eliminare i 25 milioni Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione nella legge di bilancio del 2024. Il ddl presentato da Fdi approvato in Senato lo scorso anno mirava a riconoscere i disturbi alimentari come ‘malattie sociali’, dal momento che colpiscono circa 3 milioni di persone all’anno, introducendo pene molto severe per il reato di istigazione.

La questione dei disturbi alimentari sta diventando ora sempre più urgente e molti pazienti e le loro famiglie non si sentono, al momento, più tutelati. Ma il dem Lai sta già lavorando poter ripristinare il fondo. Quale sarà la decisione finale del Governo?

Lotta contro i DCA, la proposta di Fdi

Ecco quali sono i 5 punti del ddl di Fdi per combattere i disturbi alimentari, in seguito a cui sono stati stanziati 25 milioni di euro.

Articolo 1, quali sono i disturbi alimentari?

L’articolo 1 spiega che rientrano nei disturbi alimentari “l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata e il disturbo evitante/restrittivo come malattie sociali”.

Articolo 2, quali sono le pene per chi commette reato?

L’articolo 2 introduce le pene per chi è accusato “del reato di istigazione a pratiche idonee a provocare un disturbo del comportamento alimentare con la previsione di una reclusione fino a 2 anni”, oltre a una sanzione di 20.000 euro fino a 60.000. Se il reato viene commesso nei confronti di un minore “ovvero di una persona minore degli anni quattordici o di una persona priva delle capacità di intendere e volere”, vi è una pena più severa, ovvero quella “della reclusione fino a 4 anni e la sanzione amministrativa da euro 40.000 a 150.000 euro”.

Articolo 3, la giornata mondiale dei disturbi alimentari

L’articolo 3 prevede l’istituzione della Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, ovvero il 15 marzo.

Articolo 4, un piano di interventi dello Stato

L’articolo 4 stabilisce “un piano di interventi ad opera dello Stato, attraverso il Servizio sanitario nazionale, nonché delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, allo scopo di prevenire e curare i disturbi alimentari”.

Articolo 5, il Governo deve fornire i dati sui disturbi alimentari

L’articolo 5 stabilisce cheil Ministro della salute presenta alle Camere una relazione annuale sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche relative alle malattie sociali“.

La proposta del dem Lai

Dopo le polemiche Silvio Lai, deputato dem e componente della Commissione di Bilancio di Montecitorio, ha ribadito l’importanza del ddl, soprattutto dell’articolo 4 che ribadisce la necessità dell’intervento dello Stato. Inoltre, si batterà per ripristinare il fondo cancellato dalla legge di Bilancio, già nella giornata di domani: I 25 milioni di euro garantivano un fondamentale sostegno per i pazienti e le famiglie di chi soffre un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, non possono essere lasciati soli. Domani come gruppo PD alla Camera presenteremo un emendamento al Milleproroghe per rifinanziare il fondo di istituito dal governo Draghi e cancellato dal Governo Meloni”.

Cosa afferma la dottoressa Marinella Di Stani?

Non solo la politica, anche molte associazioni e i pazienti stessi sono preoccupati in seguito all’eliminazione dei fondi dalla legge di Bilancio. A tal proposito, Marinella Di Stani, responsabile del Pdta dell’Ausl della Romagna e coordinatrice del tavolo tecnico regionale del programma Dca della Regione Emilia Romagna, a “Il Sole 24 Ore” afferma quanto sia necessario il sostegno economico del Governo:

Sui disturbi del comportamento alimentare va introdotta la gratuità non solo delle cure psicologiche-psichiatriche, ma anche di quelle nutrizionali e cliniche necessarie per la guarigione del paziente.

Il 70% dei pazienti può arrivare a guarigione dal sintomo, ma questo non vuol dire che non abbia bisogno di un trattamento altrettanto puntuale.

Il Governo deve essere dalla nostra parte e finanziarci.

Leggi anche: Aumentano i casi di anoressia e bulimia: quanto ha influito il Covid?

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