Sarah Scazzi, il delitto di Avetrana 10 anni dopo. Si riapre il caso?

Un delitto che non trova ancora la parola fine quello di Avetrana che 10 anni fa ha visto la morte della giovane Sarah Scazzi. Possibile riapertura del caso su ricorso di Cosima e Sabrina Misseri.

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Nel pomeriggio del 26 agosto 2010, in piccolo e caldo paesino del Salento, improvvisamente scompare una ragazza di 15 anni. Capelli biondi, fisico asciutto e viso dolce. Inizia così il caso Sarah Scazzi, in quella villetta di via Deledda 22 ad Avetrana. 10 anni fa moriva Sarah Scazzi. Che fine hanno fatto Zio Michele, Cosima, Sabrina, il misterioso Ivano?

Avetrana, il giallo di Sarah Scazzi

Sarah Scazzi e sua cugina Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo con Cosima Serrano per il delitto di Avetrana.

Il pomeriggio del 26 agosto 2010 la giovane Sarah scompare, la mamma di Sarah ne denuncia la scomparsa: sua figlia sarebbe sparita dopo essere uscita di casa intorno alle 14.30. La giovane sarebbe andare dalla cugina. Ma il suo cellulare risulta spento, e di Sarah Scazzi si perdono le tracce. Da quel momento iniziano ben 42 giorni di ricerche prima che il cadavere di Sarah venga ritrovato. Da quel momento si accendono i riflettori sul Delitto di Avetrana.

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Avetrana, 42 giorni prima di trovare il corpo di Sarah Scazzi

Michele Misseri, zio di Sarah Scazzi.


Durante quella lunga attesa nell’angoscia più totale, sono tanti gli appelli anche da parte della stessa Sabrina. Nel frattempo, le forze dell’ordine e tanti volontari battono a tappeto la zona. A fine settembre lo zio Michele Misseri fa sapere di aver ritrovato il telefonino ma è semibruciato. Pochi giorni più tardi, è lo stesso Zio Michele a raccontare durante un interrogatorio di aver ucciso la nipote, fornendo indicazioni per individuare il corpo. Dopo 42 giorni, il cadavere di Sarah è in fondo a un pozzo in un campo a Contrada Mosca.
Zio Michele coinvolgerà poi anche la moglie Cosima e la figlia Sabrina, probabilmente spinta da motivi di gelosia nei confronti del giovane, Ivano Russo che forse interessava alla cugina. Le versioni fornite dagli indagati sono state diverse, nel corso degli anni. Zio Michele ha più volte ritrattato e cambiato le sue dichiarazioni. Ad oggi, sono condannate all’ergastolo Cosima Serrano e Sabrina Misseri.

Avetrana e Sara Scazzi, legame eterno

Ci sono luoghi che rimangono fortemente imprigionati ad alcuni episodi che vi accadono. Se si pensa a Cogne, per esempio, subito viene spontaneo collegarsi al delitto del piccolo Samuele per mano (forse) della mamma Anna Maria Franzoni. Malgrado la volontà del paesino di voler continuare a brillare di luce propria. Con i suoi circa 6 mila abitanti, a pochi chilometri da Lecce, nel meraviglioso Salento, Avetrana è senza dubbio il luogo del delitto Scazzi. L’uno non esiste senza l’altro. E sarà così per sempre. Dopo la scomparsa e poi il ritrovamento della piccola Sara Scazzi, Avetrana era diventato un vero e proprio set mediatico. Telecamere, protagonisti, comparse per dirette tv che hanno appassionato l’Italia in quella afosa estate 2010.

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Avetrana, turismo del dolore

Il giallo di Avetrana aveva aperto anche ad una nuova forma di turismo che muoveva centinaia o forse anche migliaia di curiosi verso i luoghi che hanno visto la morte di Sarah Scazzi. Il turismo del dolore. Pullman di visitatori che raggiungevano Avetrana per farsi una foto di fronte alla villetta dei Misseri o in Contrada Mosca, dove c’era il campo in cui fu ritrovato il corpo di Sarah. Se il giallo di Avetrana fosse stato più recente, ai tempi dei social ma prima del Covid, la villetta di via Deledda sarebbe stata instagrammabile?

Avetrana, i personaggi del delitto oggi

Delitto di Avetrana, Ivano Russo oggi condannato a cinque anni di reclusione.

Per il famoso delitto di Avetrana, il Tribunale di Taranto ha condannato in via definitiva all’ergastolo Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina di Sarah. Di recente, in un processo bis previsti cinque anni di reclusione per Ivano Russo e 4 anni per Michele Misseri, imputati per aver dichiarato il falso nel processo principale. È di qualche mese fa la decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo di una revisione del processo su ricorso avanzato da Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Il caso Scazzi potrebbe essere riaperto e le sorti delle due donne cambiare.

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Avetrana, Claudio Scazzi oggi

Già ai tempi del delitto, Claudio Scazzi, fratello della giovane Sarah uccisa ad Avetrana il 26 Agosto 2010, aveva manifestato l’interesse a intraprendere la carriera televisiva. Pare che si fosse rivolto a Lele Mora per avere delle opportunità. Dopo l’incredibile esposizione mediatica durante il giallo che aveva come vittima sua sorella Sarah, Claudio Scazzi, assiduo frequentatore di ospitate in tv, crede di avere delle potenzialità per lavorare nel mondo dello spettacolo. Tra i suoi progetti, però, c’era anche quello di realizzare un canile in onore di sua sorella. Iniziativa sostenuta anche da mamma Concetta e da papà Giacomo. Il fratello di Sarah Scazzi aveva anche aperto una onlus senza scopo di lucro per finanziare il canile dedicato a Sarah che amava tanto i cani randagi.

Avetrana, la mamma di Sarah e la riapertura del caso

Concetta Serrano, mamma di Sarah Scazzi.

Le immagini del programma tv Chi l’ha visto di mamma Concetta che apprende in diretta tv che la sua piccola Sarah era morta, rimarranno nella mente di ognuno di noi. Oggi mamma Concetta convive con il dolore di aver perso una figlia a soli 15 anni e con quello di essere stata tradita dalla sua stessa famiglia. Cosima Serrano è sua sorella. Proprio in merito alla decisione giunta da Strasburgo sulla possibile riapertura del caso su volere della stessa Cosima e di sua figlia Sabrina, in una intervista al settimanale GialloConcetta Serrano ha espresso tutto il proprio disappunto:

Non avrei voluto che fossero loro le colpevoli di questo orribile omicidio. Ma sono state inchiodate da ampie prove che dimostrano la loro colpevolezza: una marea di testimoni, intercettazioni, perizie e altro ancora. Provo compassione e amarezza, non si pentiranno mai.

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