La giornalista Caponnetto: “Offendermi non servirà, non smetterò di raccontare i fatti”

La giornalista di RaiNews24 è stata di nuovo vittima di linguaggio d’odio per aver segnalato una serie di fake news sui migranti. Il suo messaggio è per gli “squadristi da testiera”.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Angela Caponnetto è una giornalista professionista che segue le vicende dei migranti che attraversano il mare e per questo da tempo è vittima di linguaggio d’odio. La Caponnetto esercita il suo lavoro con dedizione e rispetto delle regole e come ogni professionista, o persona di buon senso, quando vede o legge un’inesattezza la segnala. Quando, poi, riconosce una fake news campata in aria non può che smentirla. Ed è questo quello che ha fatto giorni addietro quando, su Twitter, ha segnalato la falsità di un video che riprendeva uno sbarco di migranti a Lampedusa. Nel video postato, l’autrice cerca maldestramente di dimostrare che i lampedusani decidono di bloccare da soli un barchino perché abbandonati dal governo e dalle forze dell’ordine.

Peccato, però, che quella non sia Lampedusa, che i bagnanti sul gommone non siano abitanti dell’isola e che per giunta lo sbarco non è stato fermato. Infatti, il video completo mostra lo sbarco avvenuto come di consueto, perché nessuno, nemmeno i ragusani di Punta Secca, possono bloccare un’imbarcazione con persone a bordo mettendo a rischio la propria e la loro incolumità. Per aver smentito questa serie di bugie la giornalista è stata offesa e minacciata pesantemente, di nuovo vittima del linguaggio d’odio.

I migranti non hanno mangiato i cani della signora Rosy

A seguire, la Caponnetto sbugiarda una nuova fake news, fatta girare dalla stessa specialista in attacchi ai migranti, autrice del precedente video e di altre notizie rivelatesi sempre false, tutte contro i migranti. La giornalista, in un suo articolo in cui racconta questa vicenda per intero, scrive:

Ma non finisce qui. Quando ho pubblicato quel tweet, ho evitato di fare il nome del colpevole e di mostrare il video. Ma il colpevole è tornato da solo sul luogo del delitto e, dopo aver tentato di cancellare dai social il corpo del reato, vistosi smascherato, ha cercato di ripulirsi la fedina girando un’altra notizia shock e invitandomi a dirla tutta sui migranti.

I migranti sono accusati di aver mangiato i cani della signora Rosy, abitante di Lampedusa. Niente di più falso.

Leggi anche: Nello Scavo minacciato per le inchieste su Malta e migranti: “Fermatevi o vi fermeremo noi”

Breve fact checking

linguaggio d'odio
Angela Caponnetto, giornalista professionista, mentre prepara uno dei suoi servizi.

Volendo risalire a una fonte, spiega la Caponnetto, una simile denuncia era stata fatta nel 2018, ma non è mai stata confermata. Ai tempi una signora aveva riferito a dei giornalisti un suo sospetto ma, di nuovo, la notizia non è mai stata verificata benché sia finita anche su qualche giornale. La fake news è stata ripresa e rilanciata dalla signora autrice di quel video falso e anche in questo caso la Caponnetto corre ai ripari smentendo la notizia. Di nuovo è vittima di un pesante “attacco degli squadristi da tastiera”. Arrivano un’altra valanga di insulti e minacce. Con esse arriva anche solidarietà di colleghi e amici, ma non è questo il punto, spiega Angela Caponnetto.

Le conseguenze del linguaggio d’odio

Trascendendo l’episodio Angela Caponnetto, da sempre attenta alle tematiche dell’intolleranza e dell’intolleranza che colpisce le giornaliste, nel suo articolo dedicato al racconto di questa vicenda, ha scritto parole oneste, che sono di riflessione sul del linguaggio d’odio e sono monito per tutti coloro che lavorano nell’informazione. Rispondendo a quelli che chiama squadristi da tastiera ha scritto:

Offendere me perché vi faccio vedere il lato umano delle persone che sbarcano, perché denuncio le bugie dei pennivendoli da strapazzo che stanno inquinando giorno dopo giorno il nostro mestiere fatto di equilibrio e di ricerca certosina della notizia e delle fonti, non servirà a farmi smettere di raccontare i fatti.

L’onda degli odiatori da tastiera è spinta da “menti raffinatissime” che sanno bene che questo fa male e che se fa male, prima o poi sarai costretto ad alzare bandiera bianca, ad arrenderti e forse a smettere di raccontare i fatti. E che ci penserai dieci volte prima di denunciare ancora una fake. Perché se lo farai dovrai subire le ritorsioni.

Diffondere false notizie su una categoria di persone è un sistema già tristemente collaudato in un passato in cui però non vogliamo ritornare. E noi giornalisti abbiamo il dovere deontologico di vigilare accertando sempre la veridicità della notizia e denunciando quelle false.

Leggi anche: Guardia costiera libica uccide tre migranti. E noi la finanziamo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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