Istanbul: chi sono i membri delle delegazioni di Russia e Ucraina che trattano la pace

Questa mattina in Turchia le delegazioni di Mosca e Kiev pare abbiano fatto dei passi avanti per porre fine al conflitto, ecco i nomi degli uomini scelti da Putin e Zelensky.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Bozza di accordo tra le delegazioni di Russia e Ucraina, dopo un mese di trattative fra i membri di entrambe. La delegazione russa questa mattina è uscita da palazzo Dolmabahce a Istanbul con la promessa di ridurre le operazioni militari intorno a Kiev e nell’Ucraina settentrionale come passo per rafforzare la fiducia, dando per la prima volta dall’inizio della guerra e delle trattative un segno tangibile di voler porre fine alla crisi in Ucraina.

Durante i colloqui di Istanbul, la delegazione ucraina, da parte sua, ha proposto di adottare uno status neutrale nella formula più dettagliata, per una possibile soluzione del conflitto che dura ormai da cinque settimane. L’invasione di Mosca del 24 febbraio si è ormai inceppata sulla maggior parte dei fronti, a causa di una forte resistenza, con le forze locali che hanno riconquistato gran parte del territorio, anche se i civili intrappolati nelle città assediate restano ancora migliaia.

Delegazioni di Russia e Ucraina: scopriamo i membri che le compongono

Delegazioni di Russia e Ucraina: scopriamo i membri che le compongono

Chi sono i membri delle delegazioni di Russia e Ucraina che si sono seduti oggi al tavolo delle trattative? A capo della delegazione russa troviamo Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura di Mosca nonché capo della Società storica militare e consigliere presidenziale su storia e memoria. L’ex ministro può essere di diritto inserito nel cerchio più stretto e influente dell’élite russa, esattamente come Putin, Medinsky, è convinto che “l’Ucraina sia un errore della storia e abbia sempre fatto parte della Russia”.

Alcuni giorni prima dell’inizio del conflitto il capo delegazione russa aveva pubblicamente espresso una frase tristemente emblematica su quello che fosse, e probabilmente resta ancora, il suo pensiero riguardo l’Ucraina:

Lo Stato moderno, che chiamiamo Ucraina è un fantasma storico modellato da specifiche decisioni tattiche di politici specifici in circostanze specifiche.

Insieme a Medinsky, all’interno della delegazione del Cremlino troviamo altri membri molto influenti della politica russa: il viceministro della Difesa Aleksander Fomin, già responsabile del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche, il presidente della commissione Esteri della Duma, Leonid Slutsky e infine il vice ministro degli Esteri, Andrei Rudenko.

Durante le trattative di Gomel andate in scena all’inizio di marzo, prese parte anche l’ambasciatore russo in Bielorussia, Boris Gryzlov, il quale attualmente guida ancora la rappresentanza russa nel Gruppo di contatto per la pace in Donbass.   

Al fine di aumentare la fiducia reciproca e creare le condizioni necessarie per ulteriori negoziati e raggiungere l’obiettivo finale di concordare e firmare un accordo, è stata presa la decisione di ridurre radicalmente, con un ampio margine, l’attività militare nelle direzioni di Kiev e Chernihiv – ha detto ai giornalisti il ​​viceministro della Difesa russo Alexander Fomin.

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I membri della delegazione ucraina

I membri della delegazione ucraina

La squadra negoziale ucraina è guidata dal ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, e dal consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. I negoziatori ucraini hanno chiesto un incontro tra Putin e il presidente Volodymyr Zelenskiy. Sono stati proprio Reznikov e Podolyak a proporre tale scenario parlando con il massimo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, che ha affermato che tale incontro potrebbe aver luogo solo e quando i ministri degli Esteri di entrambi i paesi sarebbero stati pronti a siglare un accordo in tal senso.

Gli altri nomi sono: Davyd Arakhamia, uomo vicinissimo a Zelensky e leader del partito Servo del popolo, Andriy Kostin, vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e Osce) per un cessate il fuoco nel Donbass, il deputato eletto per il collegio di Kiev Rustem Umerov e il viceministro degli Esteri Mykola Tochytskyi.

Durante il faccia a faccia tra le delegazioni di Russia e Ucraina, i negoziatori di Kiev hanno affermato che in base alle loro proposte, l’Ucraina avrebbe accettato di non aderire ad alleanze o ospitare basi di truppe straniere. Hanno nominato Israele e i membri della NATO Canada, Polonia e Turchia come paesi che possono dare tali garanzie. Potrebbero essere coinvolti anche Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Italia.

Il destino del del Donbass, che la Russia chiede che l’Ucraina ceda ai separatisti, sarebbe discusso solo tra Putin e Zelensky, hanno aggiunto. In ogni caso Qualsiasi accordo di pace richiederebbe un referendum in Ucraina. La delegazione russa ha detto che studierà e presenterà le proposte al presidente Vladimir Putin.

Leggi anche: Conclusi i negoziati a Istanbul, cosa è stato deciso e perché si parla di “risultati significativi”

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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