La Danimarca blocca i migranti: approvata una legge che respinge i richiedenti asilo

La Danimarca ha approvato giovedì una legge che consente di portare i richiedenti asilo al di fuori dell'Europa. Rabbia tra i difensori dei diritti umani, delle Nazioni Unite e della Commissione europea.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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La Danimarca blocca i migranti. Giovedì il governo danese ha approvato una legge per condurre tutti i migranti richiedenti asilo in un paese al di fuori dell’Europa.

La Danimarca blocca i migranti: critiche dalla comunità internazionale

La Danimarca blocca i migranti: critiche dalla comunità internazionale

La legge ha attirato i rimproveri dei difensori dei diritti umani, delle Nazioni Unite e della Commissione europea.

La Danimarca non è nuova riguardo le sue rigorose politiche sull’immigrazione e ha approvato la legge con ben 70 legislatori a favore e 24 contrari. Una legge approvata sia dai social-democratici che dal centro destra.

Aveva già destato sgomento internazionale, la folle legge invasiva e violenta approvata dal governo danese 5 anni fa.

Il Parlamento danese aveva infatti approvato 26 gennaio del 2016, una norma che proponeva di sequestrare ai richiedenti asilo beni, oggetti di valore e denaro superiori a 10mila corone, circa 1300 euro, ammesso che possiedano ingenti somme alla fine di un viaggio che potremmo tranquillamente definire “della sopravvivenza”.

Inizialmente il testo della legge prevedeva un tetto massimo fissato a 3mila corone poi alzato a 10mila. Motivazione? Contributo spese per mantenimento e alloggio.

Il testo della legge fu presentato dal partito dell’ex primo ministro liberale Lars Lokke Rasmussen, approvato sia dai voti della destra ma anche da quelli dei socialdemocratici, all’epoca principale partito di opposizione, I voti a favore furono 81 su 109, 27 no e un astenuto.

La legge esclude dalla confisca i beni considerati “di valore affettivo speciale” una linea sottile e facile da valicare. Tale legge approvata 5 anni fa dà così alle autorità danesi l’autorizzazione a perquisire i rifugiati in arrivo e i loro effetti personali.

Oggi con questa nuova legge, e in un clima così teso pensate cosa possa accadere all’arrivo dei migranti sulle coste danesi.

La Danimarca blocca i migranti, e ovviamente l’ideologia di tale legge non può che trovare terreno fertile nell’ormai celebre propaganda populista del leader della Lega Matteo Salvini che della lotta, inesistente, ai migranti decretati come “invasori” ne ha fatto il suo primo cavallo di battaglia:

Il governo danese e il Parlamento danese a guida sinistra hanno approvato una norma per cui i richiedenti asilo stanno nei Paesi di partenza.

La Germania, col governo coi socialisti, ha approvato una norma per cui chi sbarca in Italia resta in Italia.

Le critiche

I Funzionari dell’UE, si sono immediatamente scagliati contro la nuova legge del paese scandinavo e hanno affermato che la legislazione danese complicherà gli sforzi dell’Unione europea per rivedere le norme europee in materia di migrazione e asilo, che sono diventate un argomento estremamente controverso all’interno del blocco europeo.

In un comunicato ufficiale il portavoce della Commissione europea Adalbert Jahnz ha dichiarato:

Il trattamento esterno delle domande di asilo solleva questioni fondamentali sia sull’accesso alle procedure di asilo che sull’effettivo accesso alla protezione.

La Danimarca blocca i migranti quando il paese era già in possesso di una delle normative più severe d’Europa sull’immigrazione, accettando rifugiati solo nell’ambito del sistema di quote delle Nazioni Unite.

La nuova legge permetterà dunque di trasferire i rifugiati che arrivano in Danimarca, ma che non verranno accettati, in centri di asilo in un altro paese per rivedere i loro casi.

All’emittente televisiva DR , Rasmus Stoklund, eletto alla Folketing (la camera danese per i socialdemocratici nonché portavoce di governo sull’immigrazione ha rilasciato le seguenti parole:

Se fai domanda di asilo in Danimarca, sai che verrai rimandato in un paese al di fuori dell’Europa, e quindi speriamo che le persone smettano di chiedere asilo in Danimarca.

La Danimarca deve ancora raggiungere un accordo con questo fantomatico paese terzo dove verranno letteralmente dirottati i migranti, Stoklund ha affermato che stanno negoziando con diversi paesi candidati.

Ad aprile, il ministro dell’immigrazione danese, Mattias Tesfaye, il cui padre era un immigrato etiope, è apparso però in Ruanda in una visita senza preavviso nella nazione dell’Africa centrale, che pur non programmata ha portato alla firma di accordi diplomatici su asilo e questioni politiche, che altro non sono se non un memorandum d’intesa sulla cooperazione in materia di asilo e migrazione.

Morale della favola, la Danimarca blocca i migranti e i paesi papabili dove questi poveri disgraziati dovrebbe essere smistati sono: Ruanda (come candidata principale) e poi Egitto ed Eritrea.

Paesi che non brillano di certo in quanto a risorse per accogliere flussi di migranti e che definire poco rispettosi dei diritti umani è un complimento.

Danimarca blocca i migranti: la preoccupazione delle Nazioni Unite

Danimarca blocca i migranti: la preoccupazione delle Nazioni Unite

I critici temono che spostare il processo di asilo in paesi con meno risorse minerà la sicurezza e il benessere dei rifugiati e comprometterà i loro diritti umani.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) nella figura dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi in seguito alla legge danese ha affermato che:

La mossa della Danimarca potrebbe innescare una corsa al ribasso se altri paesi adottassero leggi simili.

Gli emendamenti entreranno in vigore se la Danimarca stringerà un accordo formale con un paese terzo

Tali sforzi per eludere le responsabilità sono contrari alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati del 1951 e al Global Compact sui Rifugiati, nell’ambito del quale gli Stati hanno accettato di condividere più equamente la responsabilità della protezione dei rifugiati.

L’UNHCR ha espresso ripetutamente le proprie preoccupazioni e obiezioni rispetto alla proposta del governo danese e ha offerto suggerimenti e alternative pragmatiche.

Nel 2020 c’erano poco più di 1.500 richiedenti rifugio in Danimarca, in calo rispetto agli oltre 21.000 del 2015 quando più di un milione di rifugiati erano sbarcati sulle coste dell’UE.

I paesi dell’UE avevano già discusso della creazione di tali centri esterni nel 2016-18 dopo che un picco di arrivi nel Mediterraneo ha travolto il blocco dei paesi europei. Le preoccupazioni legali, umanitarie, politiche, di sicurezza e finanziarie hanno eclissato le proposte di allora.

Leggi anche: Ceuta: cosa c’è dietro il flusso di migranti senza precedenti che scuote la nostra umanità

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