Cultura queer e cultura gender a confronto: quali differenze?

Cosa vuol dire pensare queer e cosa vuol dire pensare gender, il dettaglio sulla lente delle diversità.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Cosa significa pensare queer? A spiegarlo bene è stata Maura Gancitano, autrice, filosofa e divulgatrice italiana e co-fondatrice di Tlon ci offre la sua prospettiva. Ecco le recenti considerazioni sul suo profilo Instagram: “Cosa vuol dire pensare queer? Vuol dire strano, bizzarro e viene dal tedesco ‘quer’ che significa diagonale, di traverso, cioè sforzarsi di superare i binarismi e le etichette facendo quello che suggeriva Emily Dickinson, di’ tutta la verità, ma dilla obliqua”

Specifica Maura Gancitano: “Superare un’immagine di sé del mondo statica, normale, di una soggettività sempre identica a se stessa, e di non presupporre qualcosa che abbia a che fare con un canone di normalità, con uno standard cui adeguarsi, per minare l’idea che ci sia una normalità a cui adeguarsi”.


Per Maura Gancitano pensare queer non è ascrivibile solo a un insieme di identità sessuali e di genere, tutti coloro che non si identificano come etero, ma pensare queer è un modo di essere che va oltre ogni etichetta e oltre ogni categoria tradizionale del sapere.

Non esiste nessun binarismo, è un pensiero libero che spinge la società a mettere in discussione la stessa cultura, aprendo a un nuovo dialogo. Essere queer vuol dire riconoscere la diversità, ma ti puoi chiedere allora, ma che differenza c’è tra cultura queer e cultura gender?

Queer è un termine ombrello che racchiude l’identità sessuale di chi non è etero, quindi, asessuali, bisessuali, pansessuali, transessuali, transgender e/o intersessuati, la cultura queer, allora, è un inno all’inclusività e alla diversità, promuovendo il riconoscimento e l’accettazione delle differenze.

Cultura queer e cultura gender, le perplessità di Papa Francesco

papa francesco contrario alla cultura gender


La cultura gender, invece, si concentra sul genere e sulle questioni legate a tale tema come l’identità di genere, i ruoli di genere, e le disparità e le dinamiche di potere proprio al gender.

Entrambe, però, si interrogano sull’identità. Se la cultura queer celebra le differenze legate al proprio orientamento sessuale, quella del gender, invece, si concentra sulle questioni e discussioni in merito ai pari diritti, alla parità di salario e alla parità di trattamento nei posti di lavoro.

La cultura gender, allora, azzera le differenze? Questo è quello che pensa Papa Francesco che durante un’udienza al Convegno Internazionale Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni svoltosi lo scorso 1 e 2 marzo ha dichiarato, in un discorso letto da Monsignor Filippo Ciampanelli, che ha voluto approfondire con degli studi appositi la teoria sul gender:

Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale, cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione”. Secondo Papa Francesco quindi la cultura gender cancellerebbe le differenze, ma è davvero così?

Leggi anche: Perché Papa Francesco ha chiesto di condurre studi sulla teoria del gender?

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Alfredo Polito
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