Covid, i raggi Uv disattivano il virus in pochi secondi: la scoperta italiana

Una ricerca condotta da un team di medici e astrofisici italiani afferma che il coronavirus diventa inattivo in pochi secondi grazie a piccole quantità di raggi UvC.

Catiuscia Ceccarelli
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Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Una ricerca condotta da un team di medici e astrofisici italiani afferma che il coronavirus diventa inattivo in pochi secondi grazie a piccole quantità di raggi UvC.

Covid, vita breve in estate

Dopo Oxford, anche uno studio condotto da un team italiano composto da scienziati appartenenti al dipartimento Luigi Sacco, Università di Milano, all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e all’ Istituto nazionale dei tumori, sembra dare fiducia al Sole come un nostro importante complice contro il coronavirus. I raggi ultravioletti disattiverebbero in pochi secondi i virus.

Leggi anche: Da Oxford su Covid: “Il sole uccide il virus in pochi minuti”

Lo studio italiano

In una intervista al Corriere della Sera, Mario Clerici, professore ordinario di Immunologia all’Università di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, ha spiegato come è avvenuta la scoperta. Utilizzando lampade lampade a raggi Uv di tipo C, simili ai dispositivi usati per purificare gli acquari, sotto le quali è stato messo il liquido con droplet di diverse dimensioni contenenti Sars CoV2. Praticamente quello che emettiamo mentre parliamo o starnutiamo. Ecco cosa ha rivelato l’esperimento:

Abbiamo valutato una dose bassissima di virus, quella che può esserci in una stanza dove è presente un positivo, una dose cento volte più alta, che si può trovare in un soggetto con forma seria di Covid-19, e una quantità mille volte più alta, impossibile da trovare in un essere umano o in una qualunque situazione reale. In tutti tre i casi la carica virale è stata inattivata in pochi secondi al 99,9% da una piccola quantità di raggi UvC: ne bastano 2 millijoule per centimetro quadrato.

Leggi anche: Coronavirus, lo studio americano: “Il clima non sta rallentando il virus”

Il recupero dei raggi solari

Il direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi ha spiegato anche come sono stati recuperati i raggi UvC dal team di astrofici:

Raccogliere dati sulla quantità di raggi solari in 260 Paesi, dal 15 gennaio a fine maggio. La corrispondenza con l’andamento dell’epidemia di Sars-CoV-2 è risultata quasi perfetta: minore è la quantità di UvA e UvB, maggiore è il numero di infezioni.

L’estate italiana con meno contagi

Il distanziamento fisico, indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani o igienizzarle hanno contribuito ad abbassare notevolmente il numero dei contagi nel nostro Paese. Ma lo scienziato evidenzia anche l’importanza del clima che, con il caldo estivo, si differenzia da altri paesi anche nella diffusione del virus. Ecco cosa afferma Clerici:

L’estate italiana vede pochi casi e con pochi sintomi, mentre alcuni Paesi nell’altro emisfero, come quelli del Sud America, in cui è inverno, stanno affrontando il picco.

Leggi anche: Coronavirus: andrà via con l’estate?

Casi particolari come il Bangladesh

La teoria del team scientifico italiano potrebbe essere smentita da casi particolari come Bangladesh (i voli da Dacca sono stati bloccati dall’Italia) India e Pakistan. Paesi in cui nonostante il clima caldo l’epidemia è in forte espansione. Secondo il Prof. Clerici, l’incongruenza con la teoria da lui avanzata troverebbe spiegazione nelle nuvole dei monsoni che bloccano i raggi solari e che , quindi, non fermano il coronavirus.

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In spiaggia senza mascherina

Lo studio tranquillizza sull’uso delle mascherine in spiaggia.

In merito alla scoperta milanese, il Prof. Clerici tranquillizza sulla mascherina in spiaggia e dichiara nella sua intervista:

Le goccioline che possono essere emesse da un eventuale soggetto positivo vengono colpite dai raggi solari e la carica virale è disattivata in pochi secondi. Il discorso potrebbe valere anche per superfici di ogni genere.

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