Covid, ci lascia Lidia Menapace, ex senatrice, staffetta partigiana e pacifista

Ci lascia Lidia Menapace, storica attivista pacifista e femminista, partigiana e volto di un'Italia che non c'è più.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Da qualche giorno Lidia Menapace era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano. L’ex senatrice è deceduta alle 3.10 come riporta all’Ansa l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Lidia Menapace aveva 96 anni ed ha avuto una vita molto ricca di impegni, dapprima come testimone delle Resistenza e poi con l’impegno in politica e attivista del movimento pacifista e femminista.

Un figura storica del Novecento e tra le poche donne che sono riuscite a distinguersi per la loro intraprendenza e spirito critico. Impegnata nei movimenti cattolici nel secondo dopoguerra passa da essere attivista della Democrazia Cristiana a simpatizzante del Partito Comunista, a cui aderisce fin dalla fondazione. Inoltre è tra i fondatori de Il Manifesto e del Movimento Cristiani per il Socialismo e ex senatrice di Rifondazione comunista.

Lidia Menapace, giovane militante

Lidia Menapace, all’anagrafe Lidia Brisca, nasce a Novara il 3 aprile 1924. Definita da l’enciclopedia delle donne di Monica Lanfranco e Rosangela Pesenti come l’anticipatrice, Lidia Menapace deve molto alla sua famiglia d’origine. La madre si definiva una ragazza emancipata d’inizio Novecento mentre suo padre era un geometra illuminista senza saperlo che portava le proprie figlie a visitare le città d’arte.

Lidia giovanissima prende parte alla Resistenza come staffetta nella formazione della Val d’Ossola, ottenendo dopo la guerra il grado di sottotenente e un compenso economico, che rifiuterà entrambi. Per Lidia partecipare alla guerra non è qualcosa di monetizzabile tanto meno in veste di staffetta e non come militare. A 21 anni consegue la Laurea in Letteratura italiana all’Università Cattolica di Milano, col massimo dei voti. Si impegna inizialmente nei movimenti cattolici, come la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e in seguito nella Democrazia Cristiana.

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Gli anni dell’attivismo politico e sociale

Lidia Menapace_ex senatrice
Lidia Menepace, instancabile portavoce del messaggio della Resistenza italiana.

Nel 1964 Lidia, dopo il matrimonio con il medico trentino Nene Menepace, si trasferisce a Bolzano ed è la prima donna eletta nel Consiglio Provinciale di Bolzano, insieme a Waltraud Gebert Deeg. Nella stessa legislatura è anche la prima donna ad entrare nella giunta provinciale come assessora alla Sanità.

All’inizio degli anni settanta prende servizio come insegnante presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore ma il suo avvicinamento agli ideali della teoria marxista le costò il posto e la carriera universitaria. Nel 1968 esce dalla Democrazia Cristiana e simpatizza per il Partito Comunista Italiano prendendo parte alla fondazione del primo nucleo de Il Manifesto, giornale per il quale scriverà fino alla metà degli anni Ottanta. Nel 1973 è tra le promotrici del movimento Cristiani per il Socialismo. Dal 2006 al 2008 è senatrice nelle liste di Rifondazione Comunista e nel 2011 entra a far parte dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

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Lidia Menapace: esempio femminile della Resistenza

Lidia Menapace_libro
Il libro di Lidia Menapace, Io partigiana.

Il carattere forte di Lidia viene fuori fin da giovanissima. Come ricorda l’Enciclopedia delle donne, in occasione di un incontro a Genova nel 2011, Lidia racconta come durante la seduta di laurea il professore le disse che il suo lavoro era frutto di un ingegno davvero virile. Risentita, come se l’ingegno debba essere qualcosa di appartenente solo all’universo maschile, rispose a tono e per questo fu tacciata come isterica. Fu una frase che rimase scolpita dentro di sé e che segno l’inizio di tante battaglie.

Lidia scrive Io, partigiana, dove racconta l’esperienza come militante nella Resistenza e fino alla fine si è recata nelle scuole per presentare il suo libro e raccontare ai giovani la Resistenza, la sua gioventù sotto i bombardamenti, la paura di incontrare per strada i nazifascisti, i messaggi in codice, i libri letti al lume di candela durante il coprifuoco.

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