Covid- 19, Burioni: “Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra”

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Per quanto la situazione sia difficile in questi giorni e in queste settimane, dobbiamo registrare in quella che è la rotta al coronavirus una nuova conquista che potrebbe tramutarsi presto in una nuova speranza. Il virologo dell’ospedale San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, attraverso il suo sito Medicalfacts ha pubblicato i primi riscontri su quelli che sono i risultati della sperimentazione relativa al Plaquenil un farmaco utilizzato generalmente in funzione antimalarica che era stato usato contro il virus della SARS per cercare di impedirne la replicazione. Il principio attivo del Plaquenil è l’idrossiclorochina usato anche nella cura contro l’artrite reumatoide.

Se il farmaco è assunto dopo infezione le vie respiratorie non traggono molti vantaggi

In modo particolare il professor Burioni ha tenuto a specificare e informare gli utenti del proprio sito e conseguentemente l’opinione pubblica, circa gli studi sull’utilizzo del Plaquenil in chiave anti Covid-19. I risultati che sono stati pubblicati in un articolo curato dallo stesso professor Burioni, sono stati ottenuti con l’aiuto di altri ricercatori dell’ospedale San Raffaele di Milano che Burioni stesso avuto come specializzandi, garantendo quindi in prima persona per la loro affidabilità e correttezza metodologica. I risultati che sono stati brevemente riportati su Medicalfacts, dicono che quando il Plaquenil viene utilizzato dopo l’infezione da coronavirus le cellule dell’apparato respiratorio non traggono molti vantaggi. Nel caso in cui invece venga utilizzato il Plaquenil solo prima dell’infezione da coronavirus allo stesso modo i risultati non sono soddisfacenti. Leggi anche: Gravidanza e coronavirus: “Le strutture si sono organizzate”

Se assunto prima e dopo l’infezione, i risultati sono incoraggianti

Si ottengono invece risultati molto incoraggianti nel momento in cui il Plaquenil viene utilizzato sia prima che dopo l’infezione. Il professor Burioni ha tenuto poi a precisare che si tratta di test in vitro e non in vivo. Ovvero tali test avvengono ancora in provetta facendo in modo che il virus possa infettare le cellule che vi sono state messe. In condizioni normale il virus entra nelle cellule e poi le distrugge dopo averle sfruttate per la replicazone. Nel caso di somministrazione prima e dopo l’infezione i risultati sono incoraggianti. Ovviamente i tempi per una sperimentazione umana sono molto più lunghi perché eventuali rischi sarebbero maggiori ma questo passo ci lascia ben sperare. Per evitare però inutili illusioni, il virologo ricercatore del San Raffaele, ha tenuto a precisare che è inutile fare una corsa all’acquisto di Plaquenil perché al momento non ci sono ancora prove dell’evidenza scientifica e della bassa teratogenicità di un uso simile in vivo. A questo proposito ha detto esplicitamente:

Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra: mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili.

Infine un pensiero del professore è andato a tutti i ricercatori che hanno collaborato con lui in questa ricerca perché lavorare a stretto contatto con il virus significa rischiare la propria vita. Leggi anche: Coronavirus: quando si fermeranno i contagi in Italia? di Domenico Di Sarno

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