Coronavirus, siamo in terza ondata: nell’ultima settimana incremento dei contagi +31,8%

Era da dicembre che i casi settimanali non salivano oltre quota 12mila, ma non è più così ormai da 7 giorni, cioè da quando il numero dei contagi ha ripreso a salire in modo preoccupante.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Non più di qualche giorno fa i media italiani hanno fatto un gran parlare di commemorazioni e celebrazioni in onore delle vittime della Covid a un anno di distanza dall’inizio della pandemia. Giusto o sbagliato?

È notizia di questi giorni che il numero dei contagiati nel Paese stia risalendo in modo preoccupante, e da una settimana ormai, tanto da indurre gli esperti a parlare di terza ondata, legata anche alla diffusione delle varianti su buona parte del territorio nazionale.

Dopo aver raggiunto il picco di 16mila e rotti nella seconda settimana di dicembre, la discesa dei contagi si era stabilizzata a quota 12mila nel mese di gennaio, facendo ben sperare. Ma non è più così. Questo a sottolineare che ci troviamo ancora nel bel mezzo di una pandemia, tutt’altro che superata o arginata.

Commemorare allora può sembrare ridondante o dare una percezione di qualcosa che sia entrato nel ricordo, ma attenzione perché il coronavirus non è un ricordo. È diffuso, è pericoloso e in molti casi letale. Questa non è opinione, sono i fatti e, allora, meglio far parlare i numeri.

Coronavirus in Italia, qualche numero sulla seconda ondata

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I dati ufficiali del Ministero della Salute in tabella forniscono una visione d’insieme più chiara su contagi e decessi legati al coronavirus in Italia a partire dal mese di ottobre, cioè da quando ha avuto inizio la seconda ondata.

L’incremento della pandemia in seconda ondata ha fatto saltare tutti gli schemi, trovando di fatto un Paese impreparato ad affrontare una seconda emergenza sanitaria. Ed ecco che dopo una prima riduzione dei numeri, ancora un nuovo incremento a novembre. E i dati tornano a oscillare tra fine dicembre e inizio gennaio.

È solo durante il gennaio 2021 che la media dei contagi si stabilizza, arrivando a registrare quota 12mila casi giornalieri. Poi nell’ultima settimana di febbraio vi è stato un nuovo rilevante incremento dei contagi: +31,8%.

Ha commentato Cesare Damiano, presidente del Centro Studi Lavoro & Welfare:

Per trovare più di 16.000 contagi settimanali bisogna risalire a dicembre: dal 13 al 19 di quel mese si registrarono 16.444 contagi e poi cominciò la discesa fino a quota 12.000, che è durata fino a 7 giorni fa. Adesso invece c’è la risalita.

Coronavirus in Italia, siamo nella terza ondata

Ha spiegato la scorsa settimana Massimo Galli, primario infettivologo all’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale del capoluogo lombardo, ad Adnkronos Salute:

L’incremento dei casi a Brescia e il fatto che siano sostenuti da una diversa variante del virus Sars Cov-2 tecnicamente merita la definizione di terza ondata.

Non si tratta di ‘terrorizzare’ le persone: non possiamo fare a meno di dire che le cose stanno andando diversamente rispetto a ciò che si sperava.

L’Italia si colora di macchie rosse, a indicare aree di rischio “dove si stanno verificando condizioni e situazioni pericolose” argomenta Galli, situazioni che stanno preoccupando la comunità scientifica. Conclude l’infettivologo:

La comparsa delle varianti significa problemi, che stiamo già pesantemente apprezzando in tutta Italia. E non si tratta di una questione solo lombarda.

Casi delle principali varianti, sudafricana, inglese e brasiliana, si sono registrate ormai in tutta Italia.

L’urgenza di vaccinare per contrastare la terza ondata

Il Piano strategico di vaccinazioni varato dal precedente Governo prevedeva di arrivare a vaccinare il 70% della popolazione italiana, 42 milioni di persone circa, entro il 2021.

Alla data del 28 febbraio sono state somministrate circa 4,3 milioni di dosi di vaccino e sono stati richiamati alla vaccinazione circa 1,4 milioni di persone. Al momento le dosi consegnate al Paese sono in totale 5,8 milioni.

Il Piano strategico prevedeva, inoltre, una consegna di altre 9 milioni di dosi nel mese di marzo, ma le incertezze legate ai ritardi di Pfizer e Moderna oltre a tutte le polemiche legate al farmaco AstraZeneca, tengono sulle spine.

Fanno invece tirare un sospiro di sollievo le nuove disponibilità del vaccino russo Sputnik e la recente approvazione del vaccino Johnson&Johnson, nuovi alleati nella lotta al coronavirus e forse utili per contrastare la terza ondata.

Ora l’Italia dovrà fare molto e fare meglio, perché appare evidente che per arrivare a quell’agognato 70%, le somministrazioni giornaliere dovranno raddoppiare e, secondo le stime, arrivare a quota 300mila per poter restare fedeli alla tabella di marcia.

Leggi anche: “Sul piano vaccini occorre fare presto e meglio”: la proposta di oltre 65 aziende italiane al Governo Draghi

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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