Coronavirus, sport all’aperto: si può fare o no?

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Covid- 19, una passeggiata è sempre salutare? Una telefonata allunga la vita, recitava uno spot di una compagnia telefonica di qualche decennio fa. Ed è una situazione analoga a ciò che per molti sta accadendo in questo momento in Italia e in larga parte del mondo. Dopo il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020 che è stato pubblicato sulla Serie Generale della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana numero 62 alle pagine 7 e 8, si sono moltiplicati gli interventi e le opinioni di coloro che vedono una limitazione prima alla propria libertà e poi, o in aggiunta, una misura per la tutela della salute pubblica.

Sport all’aperto, si può uscire o no?

Ci sono state diverse interpretazioni soprattutto da parte degli amministratori locali. Oltre ai lavoratori hanno necessità di uscire di casa per motivi lavorativi, la cosa ha lasciato profondamente perplessi gli amanti delle passeggiate all’aperto e i runner, coloro cioè che, talvolta quotidianamente, si recano fuori per poter fare una passeggiata o una corsa. Il costituzionalismo moderno ci ha abituati a dare per scontate alcune libertà, che oggi definiamo fondamentali e che, i nostri nonni ricordano essere un lusso o quasi.

Non sempre si può mantere la distanza di un metro

Come ha osservato la Dottoressa Daniela Arduini, Delegata nazionale alle Biotecnologie per l’Ordine Nazionale dei Biologi:

Ad oggi il decreto per l’emergenza da Coronavirus prevede l’attività fisica all’aperto in luoghi pubblici mantenendo la distanza almeno di un metro ed evitando gruppi di persone. Queste condizioni sono difficili da mantenere se tutti si approfittano di questa possibilità.

Il dibattito circa l’interpretazione dell’ultimo comma del primo articolo del decreto è molto forte sui social e anche tra gli amministratori locali, tra i vari livelli di governo in cui è divisa la nostra penisola, dalle regioni ai comuni.

Violazione della libertà di circolazione?

Alcuni vi vedono una violazione dell’articolo 16 della nostra Costituzione riguardo la libertà di circolazione. Lo stesso presidente Conte nelle interviste rilasciate nei giorni del decreto ha precisato che non era sua intenzione andare a incidere su nessuna delle garanzie costituzionali. In realtà il testo approvato nel 1947 tutela la salute, la libertà di espressione, la libertà di circolazione e anche la sanità pubblica. L’articolo 32 in particolare si occupa di questo aspetto. Del resto lo stesso articolo 16 riconosce delle limitazioni alla libertà di circolazione per motivi legati alla sanità. Leggi anche: Coronavirus: perché non si fanno tamponi a tutti?

La necessità di misure uniformi e le modifiche delle Regioni

Ci sono stati alcuni amministratori locali, come ad esempio il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che hanno minacciato un ricorso a norme più severe rispetto a quelle emanate dal governo. Successivamente poi i vari uffici stampa hanno chiarito l’interpretazione delle varie ordinanze riallineandola a quella della linea del governo. Anche su questo punto la Dottoressa Arduini commenta:

Da varie regioni è stata avanzata la richiesta di misure più dure volte a limitare passeggiate, corse ed uscite in bicicletta.

Il problema da affrontare nel vissuto quotidiano è che molte di queste persone fanno attività fisica, sport e passeggiate all’aperto per questioni di benessere. In altre parole, molti di essi sono i cosiddetti salutisti, coloro cioè che tengono ad avere un giusto livello di attività fisica e di allenamento a tutela della loro salute. Si tratta di una esigenza assolutamente legittima e che nessuno si sente di voler criticare o limitare. Va tuttavia considerato il particolare momento storico anche in ambito scientifico oltre che sociale.

Non abbiamo vaccini o antivirali, possiamo solo stare a casa

In altre parole, bisogna tenere presente che in questo momento non esistono vaccini o antivirali che possano contribuire a debellare il virus o curare coloro che si ammalano di Covid-19. A questo proposito aggiunge Arduini:

Il nuovo Coronavirus è un agente infettivo di cui non si conosce ancora molto in termini di sopravvivenza nell’ambiente, di permanenza sulle superficie, di influenza del clima e di altri fattori. La comunità scientifica mondiale sta correndo contro il tempo per ottenere le informazioni necessarie per contenere l’infezione e ottimizzare le terapie.

Per questo motivo l’unica arma suggerita dai virologi, prima ancora che dagli amministratori locali e dal governo centrale, è quella della distanza sociale. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri riconosce la possibilità di fare sport all’aperto purché si rispetti la distanza minima di almeno un metro dalle altre persone.

Una conciliazione di tutti i diritti nell’attesa di essere di nuovo “liberi”

La necessità di tutelare la salute pubblica però si scontra con questa parte del decreto che appare, ad alcuni, lasciata troppo all’interpretazione e quindi permette, o meglio dire permetterebbe, di mettere in atto dei comportamenti potenzialmente dannosi per la propria salute e per quella altrui. Al momento ne sappiamo ancora molto poco del virus, siamo certi che esso venga veicolato da micro gocce di saliva con al loro interno la materia virale ma ci sono ancora in corso tantissimi studi anche perché il virus è stato isolato da poco.

Preferire la salute pubblica allo sport all’aperto

Da questo punto di vista non siamo neppure sicuri che tutti i virus isolati, in diverse parti del mondo, siano esattamente coincidenti. Per questo motivo, se pure la legge riconosce la possibilità di praticare attività sportiva all’aperto, e per quanto questa possa essere salutare per il corpo e per lo spirito, occorre tener presente che nel caso odierno sarebbe opportuno considerare l’idea di preferire, nel rispetto della salute pubblica e anche della propria, l’attività fisica da camera oppure esercizi in casa.

Conciliare necessità salutari e buon senso

Il suggerimento della Dott.ssa Daniela Arduini:

Rimanere dentro casa per questo breve periodo ci permetterà di ritornare alla vita normale nel più breve tempo possibile. Altrimenti rischiamo di continuare a diffondere il virus e aumentare i contagiati ed inevitabilmente i morti, oltre che ad allungare il tempo di quarantena. A maggior ragione per questo motivo consiglio vivamente da giovane biologo e medico, di rimanere dentro casa ed evitare attività sportive in luoghi pubblici, per prevenire i suddetti rischi e favorire la massima efficacia delle direttive del governo.

Leggi anche: Coronavirus, non esploderà al Sud se i cittadini rispettano le regole

Si può fare ginnastica in casa

Arduini conclude con degli utili e incoraggianti consigli su come mantenere l’esercizio anche tra le mura domestiche Bisogna quindi limitare l’attività sportiva all’aperto e favorire quella dentro casa e ribadisce che bisogna rispettare le regole per i seguenti motivi:

  1. I positivi asintomatici (infetti quindi da SARS-CoV-2 ma in assenza di sintomi) durante attività fisica in luogo pubblico possono diffondere virus e accidentalmente infettare le persone
  2. Eventuali traumi o malori favoriti da tale attività porterebbero al pronto soccorso con il rischio di infettarsi o essere infettato
  3. L’attività fisica comunque va mantenuta perché aiuta a sopportare la pressione psicologica di questo periodo e stimola il sistema immunitario. Diversi e vari gli esercizi che si possono effettuare nel proprio domicilio, grazie all’aiuto fornito da tutorial gratis presenti in internet

Sicuramente non sarà la stessa cosa ma con un passo indietro oggi potremo fare una passeggiata in avanti domani. Leggi anche: Coronavirus: “Attenzione ai farmaci che prendete”. Circola un’informazione falsa di Domenico Di Sarno

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