Coronavirus, Puglia tra le regioni con meno contagi

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Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus le regioni più colpite sono state soprattutto quelle settentrionali. Molti presidenti di regione del sud hanno invece cercato di controllare la diffusione del contagio adottando le misure consentite loro dalla Costituzione e dai vari TAR. I casi più eclatanti si sono verificati la sera dei giorni 4 e 8 marzo quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha annunciato la quarantena prima delle regioni del nord e poi dell’intera nazione. In entrambe le occasioni c’è stata una “corsa ai treni” di coloro che pur essendo originari delle regioni del sud erano emigrati al nord per lavoro dando luogo, ancora oggi, al fenomeno dell’immigrazione interna.

L’assalto ai treni e il rischio di contagio al Sud

Probabilmente per motivi “emozionali” molti si sono riversati nelle stazioni cercando di prendere tutti i treni disponibili per tornare al sud. I presidenti delle Regioni meridionali hanno cercato di “censire” in modo legale coloro che tornavano al sud dopo avergli prima intimato e poi chiesto di tornare indietro o di registrarsi tramite autocertificazioni al fine di essere messi in quarantena fiduciaria. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, aveva chiesto nella notte tra l’8 e il 9 marzo:

Non ho purtroppo il potere di bloccarvi, ma posso ordinarvi di comunicare il vostro arrivo ai medici di famiglia e di rimanere a casa in isolamento fiduciario per 14 giorni.

La Puglia fra le regioni meno colpite

La regione Puglia è stata per un po’ di tempo una delle regioni meno colpite ma negli ultimi giorni i contagi sono aumentati. La Regione ha diffuso dei dati diffusi, tra gli altri da Sky Tg24, secondo i quali ben 22947 persone sarebbero rientrate in Puglia tra il 29 febbraio e il 18 marzo. Secondo quando riportato dal quotidiano La Repubblica, il 15% di coloro che si sono messi in viaggio la sera dell’8 marzo diretti in Puglia, all’arrivo in stazione, è risultato avere una temperatura febbrile alla prova dello scanner termico. Leggi anche: Coronavirus, sport all’aperto: si può fare o no?

L’allarme su San Pio di Castellaneta per scongiurare nuovo focolaio

Vi è poi il caso dell’ospedale San Pio di Castellaneta. L’ospedale della città che diede i natali a Rodolfo Valentino rischia di diventare a sua volta un focolaio a causa di un intervento chirurgico che doveva essere eseguito su un medico che si sarebbe presentato in ospedale avendo già la febbre. Il sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti ha dichiarato il fatto “gravissimo, inaudito, inconcepibile”. Al momento le autorità sanitarie stanno eseguendo i dovuti controlli per cercare di capire chi potrebbe essere entrato in contatto con il personale e gli ambienti del nosocomio.

La speranza che il Coronavirus subisca una mutazione

In ultimo possiamo riportare una spiegazione del noto virologo Roberto Burioni che attraverso il suo sito Medicalfacts, ha spiegato che il virus potrebbe “diventare più buono”, quindi produrre problemi più moderati come ad esempio temperature febbrili più basse. Tutto questo potrebbe contribuire alla diffusione del virus perché se i sintomi sono più miti è probabile che il virus potrebbe essere veicolato in modo più veloce. Burioni ha spiegato che un tempo molti virus che oggi procurano un semplice raffreddore erano molto più aggressivi ma hanno impiegato periodi molto lunghi per trasformarsi in questo senso. La speranza è che il Sars-CoV-2 possa subire questa mutazione in meno tempo. Il professor Burioni ha infine tenuto a precisare che non sempre le mutazioni alleggeriscono i sintomi, esse infatti potrebbero avvenire o meno e possono verificarsi in positivo o in negativo ma è un’ipotesi plausibile. Leggi anche: Decreto Coronavirus, già 43 mila denunce per violazione di Domenico Di Sarno

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