Coronavirus, l’aria condizionata lo veicola ma si può evitare così

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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La Società italiana di Medicina ambientale ha già dimostrato che Covid può diffondersi nell’aria trasportato dal particolato atmosferico. Non è noto se sia anche infettivo, ma sicuramente Sars-Cov-2 può essere trasportato. Allo stesso modo, si sta valutando quale ruolo possano avere i flussi d’aria nella trasmissione del virus. Con la ripresa delle attività e l’arrivo della bella stagione, ben presto accenderemo ventilatori e aria condizionata in casa, in ufficio, nei ristoranti e nei supermercati. Ciò ci espone a rischi? Virologi ed esperti hanno pareri discordanti, ma proviamo a fare il punto.

Cosa sappiamo del virus

Per ora sappiamo che la via maestra per la propagazione del virus sono i droplets emessi da un malato, le famose goccioline sopra i 5 micron. Ma ci sono anche gli aerosol, le goccioline più piccole, di cui ancora non si conosce l’effettiva carica virale quando sospesi in aria. Per ora il rischio maggiore di contagio è ancora considerata la vicinanza con soggetti positivi al Covid, ma anche i flussi d’aria contano molto. Spiega il virologo Fabrizio Pregliasco al Corriere:

Dove la dispersione di particelle e la ventilazione sono maggiori si corrono meno rischi. Ma contano molto i flussi d’aria: quando i runner corrono e i ciclisti pedalano emettono in velocità forti espirazioni che percorrono maggiori distanze e possono investire chi è alle spalle.

Leggi anche: Coronavirus, lo studio americano: “Il clima non sta rallentando il virus”

Gli impianti di condizionamento

In alcuni casi i condizionatori sono in grado di ripulire l’aria di un ambiente chiuso, immettendone di ‘nuova’ dall’esterno. Va detto, però, che ci sono sostanziali differenze tra i condizionatori e impianti di condizionamento. Solo l’impianto di tipo industriale ha due pompe e funziona come sopra descritto. Un motore gestisce l’afflusso d’aria in entrata, l’altro il deflusso. È un tipo di condizionatore sicuro e adatto a contesti comunitari come quello degli uffici. Spiega, però, Pregliasco:

Il flusso di ventilazione può trasportare le goccioline respiratorie a maggior distanza, ma l’energia cinetica, oltre a spingerle, le abbatte prima al suolo, soprattutto quelle più grosse. L’importante è non dirigersi l’aria addosso ed effettuare la periodica manutenzione degli impianti.

La raccomandazione, dunque, è quella di sistemare le scrivanie lontane dai condizionatori per non rischiare di essere vicini al punto di uscita dell’aria. Anche perché la velocità dell’aria aumenta solamente nelle immediate vicinanze dei terminali, mentre è molto bassa dove soggiornano le persone.

Il condizionatore domestico o split

Il condizionatore di uso domestico, o split, funziona in modo diverso da un impianto di condizionamento. Lo split, infatti, ricicla l’aria interna e non scambia aria con l’esterno. Per questo va supportata con il ricircolo naturale. Pregliasco:

In casa la normale pulizia delle griglie dei condizionatori è sufficiente, ma non deve mancare la ventilazione degli ambienti con l’apertura delle finestre, perché gli impianti casalinghi con gli split riciclano l’aria interna.

Leggi anche: Covid, come fare le mascherine fatte in casa: le raccomandazioni dell’ISS

Il caso di un ristorante di Guangzhou

Gli esperti citano spesso lo studio sul caso di un ristorante di Guangzhou, in Cina. In quell’occasione uno degli ospiti positivo a Covid è riuscito a infettare molti dei presenti in sala a causa dei flussi d’aria creati dai condizionatori, che hanno trasportato il virus da un tavolo all’altro. Ha commentato Pregliasco:

Molto dipende dalla dimensione degli ambienti, ma anche la regolazione delle alette degli split va gestita. Anche quando si adeguano le distanze tra i clienti, il ristorante è un luogo in cui si parla senza mascherine e si rimane per più di 15 minuti.

Paradossalmente, l’autobus è un luogo più sicuro, dice il virologo:

Sui mezzi pubblici si indossano mascherine e si sta per meno tempo. Una volta garantito il giusto distanziamento, l’unico problema rimarrebbero i ritardi che questa gestione di ingressi potrebbe comportare.

di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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