Coronavirus: “Il vaccino russo produce anticorpi”. I risultati pubblicati su Lancet

Dopo gli annunci, arrivano i primi dati scientifici sul vaccino anti-Covid made in Russia. Il 100% dei partecipanti ai test ha sviluppato anticorpi contro il virus, senza manifestare gravi effetti collaterali.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Dopo gli annunci di Vladimir Putin, arrivano anche i primi dati scientifici sul vaccino anti-Covid prodotto dalla Russia e con buoni risultati. “Ha le capacità di produrre anticorpi, senza importanti effetti collaterali” si legge sulla rivista scientifica Lancet. Il 100% dei 76 partecipanti ai test ha sviluppato anticorpi contro il virus Sars-Cov-2. Mancano però i dati fondamentali della fase 3, commenta Carlo Federico Perno, direttore dell’unità di Microbiologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma:

Finalmente sono stati pubblicati su una rivista scientifica i risultati sul vaccino che finora erano stati annunciati solo sui giornali dai politici russi. Ora aspettiamo i dati fondamentali della fase 3, quella cioè condotta su migliaia di persone, che serve a verificare anche se rimane contagiato di più chi è stato vaccinato o chi no.

Buona risposta dei partecipanti al vaccino

Nel vaccino russo vengono usati due diversi adenovirus umani, uno dei virus che causa il raffreddore, modificati per poter trasportare il gene della proteina Spike, quella che permette al coronavirus di entrare nelle cellule umane. E i primi dati scientifici a disposizione fanno ben sperare. All’assunzione del farmaco, tutti i 76 volontari hanno sviluppato una risposta immunitaria soddisfacente, senza manifestare gravi effetti collaterali. I volontari sono adulti sani tra i 18 e i 60 anni, già coinvolti nelle fasi 1 e 2 della sperimentazione.

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La Fase 3 richiede ancora tempo

Ci sono buone probabilità che il farmaco russo funzioni, ma la strada verso la distribuzione di un qualsiasi vaccino anti-Covid è ancora lunga. Come riferito da Carlo Federico Perno, dovranno essere migliaia i test per completare l’ultima fase di sperimentazione, la più delicata e anche la più lunga. Le parole della portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Harris, confermano quanto detto:

Non ci aspettiamo di vedere una vaccinazione diffusa fino alla metà del prossimo anno. Questa fase 3 richiede più tempo perché dobbiamo vedere quanto il vaccino sia veramente protettivo e quanto sia sicuro.

“Nonostante ci siano molti candidati, possiamo aspettarci un vaccino almeno nei primi mesi del 2021” ha detto il direttore della rivista Lancet, Richard Horton, secondo cui, comunque, questo “non sarà disponibile da subito per tutti”.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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