Cnr: “La quercetina, molecola delle comuni verdure, è in grado di inibire il virus”

Si chiama quercitina ed è una molecola naturale presente anche in molti vegetali comuni quali come capperi, cipolla rossa e radicchio. Ha proprietà farmacologiche interessanti ed è ottimamente tollerata dall’uomo.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Uno studio internazionale, cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, insieme ad un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid, ha scoperto che la quercetina, una molecola di origine naturale, funge da inibitore specifico per il coronavirus Sars-Cov-2. Lo studio, pubblicato sull’International journal of biological macromolecules, mostra come la sostanza sia in grado di destabilizzare il 3CLpro, una proteina chiave nella riproduzione del virus.

La molecola di quercetina inibisce il virus

La molecola di quercetina, al momento, è paragonabile ai migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus. E “si caratterizza per una serie di proprietà molto interessanti dal punto di vista farmacologico”, spiega Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Cnr di Cosenza, responsabile della parte computazionale dello studio. È presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio, ed è ottimamente tollerata dall’uomo. Inoltre, aggiunge:

Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione.

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Punto di partenza per nuove ricerche

Oltre ai suoi numerosi benefici, va detto che la quercetina può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. E poiché non può essere brevettata, chiunque può usarla come punto di partenza per nuove ricerche. Infatti, nonostante il vaccino rimanga la soluzione più radicale per combattere l’attuale pandemia, la ricerca e lo sviluppo di farmaci in grado di affrontare il virus rimane centrale per curare le persone già infette e per chi non può sottoporsi a vaccinazione. Ha precisato Olga Abian, dell’Università di Zaragoza e prima autrice della pubblicazione:

Questa proteina ha una struttura dimerica, formata da due sub-unità identiche, dotate ciascuna di un sito attivo fondamentale per la sua attività biologica. In una prima fase del lavoro è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH: un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus.

Per questa proteina sono già segnalate in letteratura molecole che fungono da inibitori, ma non utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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