Previsioni Coronavirus, dicembre mortale con 30mila decessi al giorno

Un istituto di ricerca americano ha recentemente pubblicato una serie di previsioni sui possibili sviluppi del coronavirus da qui alla fine dell'anno. Ecco gli scenari previsiti.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Il resoconto globale delle morti da coronavirus potrebbe triplicare entro la fine di quest’anno con 1,9 milioni di nuovi decessi in tutto il mondo e picchi di 30mila morti al giorno. Le previsioni dell’Institute for Health Metrics Evaluation dell’Università di Washington sono tetre, eppure il report recentemente pubblicato, rassicura che con il rispetto delle delle misure anti Covid come distanziamento sociale e mascherine, si potranno salvare quasi 770mila persone da qui al prossimo 1° gennaio.  

Dicembre letale per Europa, Asia centrale e USA

Questa prima proiezione mondiale per paese offre una previsione scoraggiante, ma anche una roadmap verso l’uscita dal Covid-19 che i leader dei vari governi e i cittadini possono seguire.

Queste le parole del dott. Christopher Murray, direttore dell’Ihme, che prosegue:

Siamo di fronte alla prospettiva di un dicembre letale, specialmente in Europa, Asia centrale e Stati Uniti. Ma la scienza è chiara e le evidenze inconfutabili: l’uso di mascherine, il distanziamento sociale e le limitazioni degli assembramenti sono di vitale importanza per prevenire la trasmissione del virus.

Previsioni Coronavirus: i tre scenari possibili

Il modello elaborato dal centro di ricerca di Washington proietta tre scenari. 

  • Lo scenario “peggiore” è quello in cui il tasso di utilizzo delle mascherine rimane allo stato attuale e i governi continuano ad allentare le misure di distanziamento sociale, che condurrebbe a 4 milioni di morti totali entro la fine dell’anno.
  • Lo scenario “migliore” prevede 2 milioni di morti totali se l’uso delle mascherine diventa quasi universale e i governi impongono il distanziamento sociale quando le morti giornaliere superano gli 8 milioni.
  • Lo scenario “più probabile” è invece quello in cui i dispositivi di sicurezza continuano ad essere utilizzati nello stesso modo e che condurrebbe a circa 2,8 milioni di morti totali.

Il riferimento alle 770mila vite salvate risulta dalla differenza tra lo scenario “migliore” e il “più probabile” e dunque pone l’accento sui comportamenti e le misure che cittadini e governi adotteranno.

Maggiore preoccupazione per l’emisfero settentrionale

Ognuno di questi scenari rappresenta una crescita significativa dei decessi totali, stimati a quasi 910mila a livello globale. Tale aumento del Covid-19 nell’emisfero settentrionale è dovuto in parte alla stagionalità. Ad oggi, infatti, sembra che lo sviluppo del virus abbia seguito i pattern stagionali della polmonite e se questa correlazione continua a mantenersi tale, i paesi del nord riusciranno a prevenire più casi in autunno inoltrato e in inverno. Avverte il dott. Murray:

Le persone dell’emisfero settentrionale devono prestare particolare attenzione con l’avvicinarsi dell’inverno, dal momento che il coronavirus, come la polmonite, si svilupperà maggiormente nei climi freddi.

Murray sottolinea anche che un intervento tempestivo permetterà di salvare molte vite.

Se guardiamo alle stime sconcertanti del Covid-19, è facile perdersi nell’enormità dei numeri. Il numero di decessi supera la capacità dei 50 stadi più grandi al mondo, un’immagine che fa riflettere sul numero di persone che hanno perso la vita.

Nello scenario più probabile dell’Ihme, le nazioni con il più grande numero di morti pro capita saranno le Isole Vergini degli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Spagna. Nelle aree dell’OMS, questo scenario prevede 959.685 morti totali entro il 1° gennaio nella regione delle Americhe, 667.811 in Europa, 79.583 in Africa, 168.711 nelle regioni del Mediterraneo orientale, 738.427 nelle regioni del Sudest asiatico, 191.598 nelle regioni del Pacifico occidentale.  

Dobbiamo imparare dai leader di quei paesi che sono riusciti a contenere i contagi, o dove le seconde ondate dell’infezione sono già arrivate e sono state prese misure rapide per prevenire la perdita di altre vite.

Murray mette anche in guardia sulla cosiddetta “immunità di gregge” che si verifica quando una grande porzione della popolazione diventa immune al virus dopo essere stata infettata e guarita. Lo scenario peggiore in queste proiezioni riflette una situazione in cui i leader mondiali permettono una libera trasmissione del virus tra la popolazione, il che risulterebbe in un’ingente perdita di vite umane.

Questa prima previsione globale rappresenta un’opportunità per evidenziare il problema dell’immunità di gregge, che essenzialmente ignora l’etica e la scienza e causerebbe milioni di morti che potrebbero essere evitate. È semplicemente irresponsabile.

Questo il monito di Murray.

Italia fuori dalla top 10 delle nazioni più colpite dalla nuova ondata

Il report contiene due tabelle che illustrano i primi 10 paesi per numero di morti totali e per tasso di decessi ogni 100mila abitanti da qui al 1° gennaio 2021, suddivisi per ogni scenario prospettato. La buona notizia è che l’Italia non compare in nessuna delle due classifiche.

Top 10 delle nazioni con il più alto numero di decessi totali al 1° gennaio. Fonte: healthdata.org 
Top 10 nazioni con il più alto tasso di decessi ogni 100mila abitanti al 1° gennaio. Fonte: healthdata.org

Un monito per i governi mondiali

A chi lo accusa di aver fatto delle previsioni troppo a lungo termine e quindi poco attendibili, Murray risponde che le proiezioni sono pensate per essere utili ai leader mondiali per prendere decisioni ed evitare lo scenario più catastrofico. Poco importa sapere esattamente quando arriverà la seconda ondata, importa sapere che molto probabilmente ci sarà e noi potremmo evitarla prendendo le giuste precauzioni fin da ora. 

Le previsioni sul coronavirus dell’Ihme sono basate su modelli epidemiologici che includono dati sui casi registrati, sulle morti, sulla sieroprevalenza, e anche sui tassi di test effettuati per zone specifiche, dati sulla mobilità, sul distanziamento sociale, sull’uso delle mascherine, sulla densità e sull’età della popolazione, sulla stagionalità della polmonite che sembra seguire la stessa traiettoria del Covid-19.

Leggi anche: Vaccino Coronavirus: al via la sperimentazione in Italia sull’uomo

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