Coronavirus: dopo due mesi a Wuhan riapre la metropolitana

Martina Mugnaini
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
spot_img

In questi giorni in cui l’epidemia di Covid-19 sembra non arrestarsi ma anzi dilagare in molti paesi del mondo, senza distinzione di continente o cultura, la città di Wuhan, dove tutto è cominciato, prova a ripartire per tornare alla normalità: qualche giorno fa è arrivato il primo treno dall’esterno e la metropolitana, sospesa per più di due mesi, ha ripreso a funzionare. È il primo tentativo di riapertura della città cinese dopo una rigida e severa quarantena durata oltre sessanta giorni, che ha tenuto a casa in isolamento oltre 11 milioni di persone. Simbolico è anche l’orario di arrivo di quel primo treno: mezzanotte, un buon auspicio per un nuovo inizio. Ovviamente tutte le persone a bordo sono state sottoposte a rigidi controlli per scongiurare il pericolo di una catena di nuovi contagi. Una donna ha raccontato all’agenzia France Presse di essere stata lontana dal marito per quasi 10 settimane:

Man mano che ci avvicinavamo a Wuhan eravamo sempre più eccitate. Mi pareva che il treno accelerasse e mia figlia ha detto che probabilmente il macchinista sapeva che volevamo tanto tornare a casa. Lei è corsa verso il padre e, guardandoli da dietro, non sono riuscita a non piangere.

Storie di vite sospese, messe in pausa dal diffondersi dell’epidemia, che ora possono tornare a scorrere.

Dopo due mesi la metropolitana torna a funzionare

È da mercoledì scorso che le autorità cinesi hanno cominciato a revocare le restrizioni della quarantena. La metropolitana di Wuhan, forse il simbolo di una civiltà che torna a vivere una normalità simile a quella a cui eravamo abituati poco tempo fa, è stata riaperta e le linee degli autobus sono di nuovo in funzione. Li Wei, un dipendente del servizio della metropolitana di Wuhan, ha dichiarato:

Ricordiamo chiaramente che il servizio della metropolitana è stato sospeso per 65 giorni. Ero sorpreso quando ho visto per la prima volta la notizia della chiusura della metropolitana, perché non mi sarei mai aspettato che un giorno si sarebbe verificato uno scenario del genere. Oggi siamo entusiasti e felici di riprendere le operazioni per servire di nuovo i residenti di Wuhan.

Nonostante questo, gli abitanti della città continuano ad utilizzare le mascherine e, come ulteriore precauzione, le persone che hanno più di 65 anni continuano adevitare luoghi affollati e mezzi pubblici. Anche se questo progressivo ammorbidimento delle misure di sicurezza fa ben sperare, gli abitanti di Wuhan dovranno comunque aspettare fino all’8 aprile per poter lasciare la città, cioè quando riapriranno anche gli aeroporti per i voli nazionali. Questo perché la crisi non è ancora del tutto rientrata: più di 2500 persone sono ancora ricoverate in ospedale e 900 sono casi gravi. Come ha detto Liu Dongru, della Commissione sanitaria dell’Hubei: “Zero nuovi casi non significa ancora zero rischi“. Leggi anche: Coronavirus, l’Italia e l’Europa verso una crisi d’identità sociale ed economica

I dati ufficiali potrebbero non essere esatti

Nelle stesse ore in cui la notizia della riapertura della metro e dell’arrivo del primo treno in città è emersa un’inchiesta del giornale finanziario privato cinese, Caixin: secondo la testata a Wuhan vengono consegnate migliaia di urne funerarie al giorno. Questo dà adito all’ipotesi che i morti siano molti di più di quelli dichiarati ufficialmente. Secondo i dati ufficiali, infatti, nella città i decessi da coronavirus sono stati 2.535. Eppure, l’autista di un camion di trasporti ha raccontato a Caixin di aver consegnato all’obitorio di Hankou 5mila urne in due giorni. Una foto pubblicata dallo stesso giornale ritrae 3.500 urne accatastate all’interno dello stesso obitorio. Secondo la fonte queste urne saranno distribuite con una frequenza di 500 al giorno fino al 4 aprile. È doveroso considerare che Wuhan ha altri sette obitori: se tutti avranno questo stesso ritmo, arriveremo a cifre come 40mila urne distribuite in 10 giorni. In ogni caso la ripresa dei trasporti pubblici e l’arrivo del primo treno sono notizie che fanno ben sperare quei paesi, come l’Italia, che ancora sono alle prese con questa epidemia. La Cina, per il momento, sembra avercela fatta. Leggi anche: Coronavirus, i veterinari: “Abbracciate i vostri animali, sono un conforto”   di Martina Mugnaini

spot_img

Correlati

Caso Balocco, il Codacons: “Il Tribunale ha accolto il ricorso, è stata pratica commerciale scorretta”

Il Codacons annuncia in una nota che la giudice della prima sezione del Tribunale...

Pierfrancesco Veronesi vince l’oro ai Campionati di Fisica: “Ha battuto 34.000 studenti”

Pierfrancesco Veronesi è il giovane studente del Liceo Scientifico Francesco Severi di Frosinone che...

L’8 maggio i vertici Rai attesi in commissione di Vigilanza: cosa succederà dopo il caso Scurati?

Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha dichiarato, come riporta "Ansa"...
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini
Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
spot_img