Dal G20 alla Cop26 in 3 giorni: la strategia dei leader mondiali sul cambiamento climatico

Dopo il G20, i leader mondiali si sono ritrovati alla Cop26 sul clima di Glasgow, l'obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas metano cosi da fermare l'aumento del riscaldamento globale entro il 2030.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Dal G20 alla Cop26 di Glasgow. Dopo la riunione svoltasi a Roma lo scorso weekend, i leader mondiali si sono ritrovati a Glasgow alla ormai tanto attese Cop26, un vertice dei maggiori leader mondiali per decidere le sorti climatiche del pianeta e combinare una strategia comune per arrestare il quasi irreversibile cambiamento climatico, di cui ormai gli effetti sono tangibili in tutto il mondo.

Cop26 di Glasgow, i leader mondiali: “Strategia comune per arrestare la deforestazione”

Cop26 di Glasgow, i leader mondiali: "Strategia comune per arrestare la deforestazione"

Durante la Cop26, uno dei punti chiave su cui si si sono impegnati i leader mondiali è stato quello di fermare la deforestazione entro la fine del decennio, oltre a ridurre le emissioni dei potente gas serra come il metano per aiutare a rallentare il cambiamento climatico.

Da parte delle potenze mondiale no c’è stata fino a oggi la netta volontà di trovare in modo che potesse portare a una rapida riduzione dell’uso dei combustibili fossili, la principale causa del riscaldamento globale e del cambiamento climatico causato interamente dall’uomo.

Con conseguenze ambientali catastrofiche che fino a oggi hanno sconvolto i paesi più poveri e più piccoli che incapaci di rispondere a tali catastrofi naturali potrebbero aver subito le conseguenze peggiori fino a oggi, anche in termini di vite umane e non solo economiche.

Alla Cop26 è intervenuto anche Surangel Whipps Jr, presidente della Repubblica Palau, stato insulare dell’Oceano Pacifico, un arcipelago di 500 isole e 18mila abitanti che attualmente sono minacciati dall’innalzamento del livello del mare.

Durante il suo discorso alla Cop26 di Glasgow, rivolgendosi ai leader mondiali nonché capi di stato delle potenze industriali del G20, Whipps Jr. ha tuonato: “Stiamo affogando e la nostra unica speranza è il salvagente che voi avete in mano”.

Cop26: Stati Uniti e UE dovranno guidare i leader mondiali verso lo stop del cambiamento climatico

Cop26: Stati Uniti e UE dovranno guidare i leader mondiali verso lo stop del cambiamento climatico

“Quasi 90 paesi hanno aderito a uno sforzo guidato dagli Stati Uniti e dall’UE per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030 dai livelli del 2020, ha detto un alto funzionario dell’amministrazione Biden prima di dell’annuncio formale che avverrà oggi. L’accordo già raggiunto da mesi sarebbe stato ratificato proprio durante la Cop26 di Glasgow.

Il metano ha una vita più breve nell’atmosfera dell’anidride carbonica, ma è 80 volte più potente nel riscaldare la terra. La riduzione delle emissioni del gas, che si stima abbia rappresentato il 30% del riscaldamento globale sin dai tempi preindustriali, è uno dei modi più efficaci per rallentare il cambiamento climatico.

La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, su questo tema si era già espressa categorica qualche tempo fa:

Non possiamo aspettare il 2050. Dobbiamo ridurre le emissioni velocemente. Tagliare le emissioni di metano è una delle cose più efficaci che possiamo fare per ridurre il riscaldamento globale a breve termine e fermare quindi il cambiamento climatico.

Nell’accordo chiamato Global Methane Pledge (impegno globale sul metano) attualmente rientrano i 2/3 dei paesi che emettono metano a livello mondiale e che costituiscono il 70% del PIL globale.

Tra i firmatari che saranno annunciati oggi c’è anche il Brasile, uno dei cinque maggiori emettitori di metano, Cina, Russia e India non hanno firmato, mentre l’ Australia ha detto che non sosterrà l’impegno.

La Cop26 si impegna a fermare la deforestazione

Nel 2020, il mondo ha perso 258.000 km quadrati di foreste, un’area più grande del Regno Unito, secondo il Global Forest Watch del WRI (World Resources Institute). Secondo il WWF ogni anno nel mondo vengono deforestati ettari per una quantità pari a circa 27 campi di calcio.

Più di 100 leader mondiali si sono quindi impegnati a fermare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo entro la fine del decennio, sostenuti da 19 miliardi di dollari di fondi pubblici e privati ​​da investire nella protezione e nel ripristino delle foreste.

L’accordo amplia notevolmente un impegno assunto da 40 paesi nell’ambito della Dichiarazione delle foreste di New York del 2014 e promette maggiori risorse.

Mettiamo fine a questo grande massacro globale di motoseghe facendo fare alla conservazione ciò che sappiamo di poter fare e fornire anche posti di lavoro e crescita sostenibili a lungo termine – ha affermato il primo ministro britannico Boris Johnson.

Tutte le strategie concordate hanno come obiettivo finale dei leader mondiali che hanno preso parte alla Cop26 quello di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius (2,7 Fahrenheit) al di sopra dei livelli preindustriali per evitare danni ancora maggiori e causare ulteriori ondate di calore intensificate, siccità, tempeste, inondazioni e danni alle coste che il cambiamenti climatico sta già causando.

Secondo gli accordi presi 12 paesi si sono impegnati a fornire 12 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici tra il 2021 e il 2025 ai paesi in via di sviluppo per ripristinare i terreni degradati e affrontare gli incendi.

Il Brasile, che ha disboscato vaste aree della foresta pluviale amazzonica, ha assunto un nuovo impegno lunedì per ridurre le sue emissioni di gas serra del 50% entro il 2030, rispetto a un precedente impegno del 43%.

Cop26: continua la tensione tra Stati Uniti e Cina

Ma finora ci sono scarsi segni di determinazione condivisa da parte dei due maggiori inquinatori di carbonio del mondo, Cina e Stati Uniti, che insieme rappresentano oltre il 40% delle emissioni globali, ma sono in disaccordo su numerose questioni.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accusato la Cina e la Russia per non aver rafforzato i loro obiettivi climatici a Glasgow, mentre Pechino ha respinto gli sforzi di Washington per separare le questioni climatiche dai loro più ampi disaccordi.

Il Global Times, gestito dal Partito Comunista, ha dichiarato lunedì in un editoriale che l’atteggiamento di Washington ha reso “impossibile per la Cina vedere il potenziale per avere un negoziato equo in mezzo alle tensioni”

La Cina ha dichiarato martedì che il presidente Xi Jinping , che ha deciso di non partecipare di persona, non ha avuto l’opportunità di fornire un indirizzo video e ha dovuto inviare invece una risposta scritta, in cui non ha offerto ulteriori impegni.

Il governo britannico ha affermato di aver voluto che le persone partecipassero di persona alla conferenza e di aver offerto agli assenti la possibilità di fornire indirizzi registrati o dichiarazioni.

Leggi anche: Le Nazioni Unite prima della Cop26: “Sprecata l’opportunità di ricostruire meglio dopo il Covid”

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