Flashmob al maschile contro la violenza sulle donne: “È un problema che ci riguarda”

A Biella, Potenza, Milano, Torino e Albenga: questa volta in piazza sono migliaia di uomini, in scarpe e mascherine rosse, a dire "basta" al femminicidio.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Contro il femminicidio, il flashmob tutto maschile.

Ovunque, a Biella, Torino, Milano, Potenza e Albenga, migliaia di uomini in piazza a rispondere alla provocazione della giornalista Milena Gabanelli che invocava, finalmente, un intervento degli uomini contro la violenza sulle donne.

Tante associazioni hanno manifestato rispondendo alla giornalista con un flashmob che si è esteso su buona parte della nazione ed è divenuto noto come “Uomini in scarpe rosse”.

Contro il femminicidio, da Biella, “Uomini in scarpe rosse”

"Uomini in scarpe rosse" contro il femminicidio.

Milena Gabanelli twitta provocando:

Ne ammazzano una al giorno…ma io vedo solo donne manifestare, protestare, gridare aiuto. Non ho visto una sola iniziativa organizzata dagli uomini, contro gli uomini che uccidono le loro mogli o fidanzate.

Dove siete? Non è cosa da maschi proteggere le donne?

Da Biella, da un’idea è di Paolo Zanone, imprenditore tessile e direttore artistico della compagnia Teatrando di Biella, si anima il primo flashmob che coinvolge soltanto uomini, chiamati a sfilare, distanziati, con cartelli fatti di messaggi “da uomo a uomo”.

Quando ho appreso che nessuno degli esponenti della cultura, seppur sollecitati, si è messo in gioco, mi sono sentito chiamato in causa, come uomo e come persona che opera nel settore, seppur in un contesto piccolo come quello biellese.

Ha spiegato l’ideatore del progetto “Uomini in scarpe rosse”.

Leggi anche: Violenza sulle donne: primo bilancio annuale del Codice Rosso

Contro il femminicidio ad Albenga: “Rispondiamo alla nostra coscienza di esseri umani

Il presidente dell’associazione culturale Fischia il Vento, Giuliano Arnaldi, ha chiamato gli uomini di tutti i partiti, le associazioni, le istituzioni a scendere in piazza ad Albenga, sabato 27 settembre, per chiedere scusa alle donne e per mettere fine a quella che è una vera e propria piaga sociale.

Ogni uomo che vorrà e potrà esserci fisicamente si faccia chiamare sul telefono cellulare da un amico che non può essere lì alle 18 esatte, in modo che la piazza sia piena del suono assordante di chiamate senza risposta.

E magari questo gesto si potrà fare in altre piazze, nei luoghi di lavoro, nei supermercati.

Facciamo squillare tutti insieme i nostri telefoni, per una volta invece di rispondere a una chiamata telefonica rispondiamo alla nostra coscienza di esseri umani.

Ha commentato Arnaldi.

Contro il femminicidio a Torino: “Ci interessava assumerci la responsabilità come uomini

Contro il femminicidio a Torino: "Ci interessava assumerci la responsabilità come uomini".

A Torino è stata l’associazione “Il Cerchio degli uomini” a organizzare l’evento, a chiamare il sesso maschile, per la prima volta, ad agire.

Il presidente de “Il Cerchio degli uomini”, Andrea Santoro, spiega:

Ci interessava assumerci la responsabilità come uomini, le donne sono molto impegnate nella lotta alla violenza in questo periodo, volevamo dimostrare che anche gli uomini possono farlo.

La nostra associazione si occupa di evoluzione del maschile e ci sembrava importante dare una testimonianza.

Leggi anche: Violenza sulle donne: un problema ancora grave e mondiale

Contro il femminicidio a Milano: “Un’azione prima di tutto culturale

Oggi con un flashmob abbiamo voluto dare voce all’impegno diretto degli uomini nel contrastare la violenza di genere.

Un’azione prima di tutto culturale, attenta ai messaggi e ai modelli che vengono rappresentati. Un’attenzione che è evidentemente mancata alla Rai, pensando alla serie di fiction con finti stupri andata in onda nel solo ultimo mese.

La Rai realizzi quanto prima una trasmissione in prima serata dedicata al fenomeno della violenza di genere.

Perché è giusto e per recuperare al messaggio sbagliato passato in queste settimane.

Chiosa il capogruppo del Pd al Comune di Milano, Filippo Barberis, sottolineando la mancanza della giusta eco mediatica.

L’evento nel capoluogo lombardo “Uomini che amano le donne”, che ha richiamato ‘il sesso forte’ intorno a sedie vuote cinte con un fiocco rosso e i nomi di alcune donne che hanno perso la vita vittime di femminicidio.

“Contro questa deriva culturale”, gli uomini in piazza a Potenza

Non c’è un collegamento o una rete tra i promotori, ma sarebbe bello un domani ci fosse.

Una rete contro questa deriva culturale, perché di questo si tratta. Siamo felici ci sia una categoria di uomini che si sia svegliata, mettendosi pubblicamente al fianco delle donne in questa battaglia e siamo felici di essere tra questi.

Spiega Antonio Caporale a La Repubblica.

A Potenza gli uomini indossavano t-shirt rosse.

Sono la conseguenza di pregiudizi e dell’incapacità da parte di alcuni uomini di adeguarsi all’evoluzione dei costumi e della morale e di considerare le donne come soggetti pienamente autonomi e liberi di scegliere come vivere.

Il ventaglio di luoghi, ambiti, modalità in cui si dipanano le disparità e le sopraffazioni è molto ampio e non è ovviamente esente l’ambiente familiare, che per ancora troppe donne, invece di essere un luogo sicuro, diventa la sede di esercizio di piccole e grandi violenze, non solo fisiche, ma più spesso psicologiche o economiche.

Aggiungo gli organizzatori.

Contro il femminicidio, un unico grido che non fa distinzione di genere

Contro il femminicidio, un unico grido che non fa distinzione di genere.

Oggi, vicino alle donne che si ribellano a una realtà ancora troppo diffusa e drammatica, sono chiamati tutti, uomini compresi, a dire “basta”.

Contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio, il gridio, il ripudio, il disgusto è unico e non fa distinzioni di genere, uomini e donne combattono la stessa lotta.

A rispondere e affermare quella che, come sottolinea Lorenzo Tosa, è la più semplice e incontrovertibile delle verità: “La violenza sulle donne è un problema che riguarda gli uomini”.

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