Crisi di Governo, Conte è pronto alle dimissioni. Ora cosa può succedere?

Prima al Cdm, poi da Mattarella, Conte si dimette: i numeri non ci sono, il Premier rischia tutto.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Alle 9 è previsto il primo incontro, Conte di fronte al Cdm annuncia la sua decisione. Segue il meeting al Quirinale con Mattarella cui il Premier darà ufficialmente le sue dimissioni e rimetterà l’incarico.

Conte rischia tutto, avrebbe voluto evitare questa parte, ma ormai lasciare lo scettro è l’unica possibilità per riuscire a costruire una maggioranza e dar il via a un esecutivo ter. La speranza, ovviamente, è quella del re-incarico, questa volta con un Governo saldo e ben supportato.

Il Pd, il M5s, Leu assicurano il loro sostegno, ma il quorum è lontano.

Perché Conte dà le dimissioni?

Dopo aver ottenuto la fiducia della Camera, ma solo una maggioranza relativa in Senato, Conte sa benissimo che il suo Governo è molto fragile.

Con la consapevolezza dell’impossibilità di costruire in tempi brevi la sua scialuppa di salvataggio e con il voto sulla relazione del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che, prevista in Aula per mercoledi/giovedì, avrebbe certificato la mancanza di una maggioranza e quindi reso inevitabile il grande passo con l’alta ‘probabilità’ di sfiducia, il Premier non ha altra via d’uscita che chiamarsi fuori dai giochi.

Leggi anche: Crisi di Governo, per Conte 156 sì. Il Senato vota la fiducia all’esecutivo

Conte rassegna le dimissioni, la situazione attuale

Nella speranza di salvare il Governo e dar il via al Conte ter, Pd, il M5s, Leu si proclamano ancora ‘costruttori’ e assicurano il loro scudo. Ma la partita è pericolosa.

“Se Conte non pone veti su Iv, la delegazione Iv non porrà veti sul suo nome” commentano i fautori della crisi. Ma il Presidente, che non vorrebbe più far i conti con il veto dei renziani, abbandona il campo e sa aperta la possibilità di un nuovo Governo, in cui si vedrebbe tagliato fuori.

Oggi, dopo un passaggio al Cdm, il Presidente del Consiglio incontra Mattarella e passa a lui la palla, ma sul fatto che riesca a ricostruire la maggioranza incombe profonda incertezza, tanto che per alcuni rivalutare l’ipotesi di dialogo con Italia via è l’unica strada percorribile.

Leggi anche: Crisi di Governo, oggi al Colle Mattarella riceve i leader dell’opposizione

Dimissioni Conte, cosa può succedere?

Conte da le dimissioni e la palla passa a Mattarella.
Dopo le dimissioni di Conte, la palla passa a Mattarella.

Cosa succederà? tutto potrà succedere, e dire esattamente cosa è impossibile.

Mentre i ‘costruttori’ continuano a vedere in Giuseppe Conte l’unico candidato alla ricostruzione di una coalizione, non calano i timori perché qualora non si trovassero in numeri necessari a far partire un saldo Conte ter, Palazzo Chigi potrebbe avere una nuova leadership.

Si prevede che le consultazioni avranno luogo tra mercoledì pomeriggio e giovedì, e non senza accredito è l’opzione che il Presidente della Repubblica possa affidare il mandato esplorativo a una figura istituzionale, invece che al Presidente uscente.

Anche dopo le dimissioni, gli schieramenti pro Conte

Il Premier si dimette, ma Nicola Zingaretti resta pro Conte.
Il Premier rassegna le dimissioni, ma Nicola Zingaretti resta pro Conte.

La linea del Pd è chiara, Nicola Zingaretti twitta:

Con Conte per un nuovo governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti.

E al coro del Partito democratico di aggiungono i pentastellati. I capigruppo M5s di Camera e Senato chiosano:

Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile. ed è l’unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all’allargamento della maggioranza.

Noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l’interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta.

Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia. Il Movimento c’è, ed è pronto a fare la sua parte.

Rassegnate le dimissioni, la destra continua contro Conte

Matteo Salvini, dopo le dimissione di Conte, incontra il centrodestra.
Matteo Salvini, dopo le dimissioni di Conte, vuole lasciare la parola agli italiani.

Mentre Paolo Gentiloni, all’Europa con quel “In Italia stiamo un po’ nei guai” chiarisce subito con quell’ironico ‘un po” la drammatica situazione dell’Italia in piena pandemia e crisi di Governo, Matteo Salvini, che incontra nel pomeriggio il centrodestra, vorrebbe fermare i ‘giochi a palazzo’ e lasciare il potere decisionale al popolo con l’obiettivo di un esecutivo “per cinque anni seri e legittimati, scelti dagli italiani”

In offensiva anche la Meloni, con quel “L’Italia non si merita questo schifo” e Silvio Berlusconi che commenta:

La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani.

Malgrado la fermezza di suddette posizioni, anche il centrodestra è instabile e precario, in vista infatti il possibile cambio di marcia di alcuni membri di Forza Italia e dei ‘piccoli’, a cominciare dai ‘totiani’ di ‘Cambiamo’.

Insomma, come andrà a finire non è possibile prevederlo, Conte o non Conte, si vedrà nei prossimi giorni. Unica certezza: siamo in piena crisi.

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