Vitalizio confermato al corrotto Formigoni, insorge il M5S: “Non conoscono vergogna”

Il Consiglio di garanzia del Senato ha confermato la restituzione del vitalizio ai parlamentari condannati, stabilita dalla Commissione Contenziosa lo scorso aprile. Il M5S è insorto.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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In mattinata, il Consiglio di garanzia del Senato ha confermato con tre voti a favore (Lega e FI) e due contrari, la restituzione del vitalizio ai parlamentari condannati, decisione presa dalla Commissione Contenziosa il 13 aprile scorso. Tale conferma, dunque, permetterà ai parlamentari condannati per reati gravi di godere nuovamente delle ricchissime pensioni prima negategli dalla delibera Grasso-Boldrini.

Il caso più eclatante è quello di Roberto Formigoni: all’ex parlamentare viene restituito un vitalizio da 7.000 euro al mese, “pensione” che aveva smesso di incassare per via delle condanne in via definitiva per corruzione e associazione a delinquere ricevute mentre era governatore di Regione, per il caso che ha coinvolto la sanità lombarda con un danno erariale di 60 milioni di euro. La decisione ha inevitabilmente portato allo scontro delle forze politiche: il M5S è insorto contro “i privilegi della casta”.

Vitalizio Formigoni: il Consiglio di Garanzia del Senato conferma la decisione della Commissione Contenziosa

Vitalizio Formigoni: il Consiglio di Garanzia del Senato conferma la decisione della Commissione Contenziosa

Il 13 aprile scorso, la Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera Grasso-Boldrini che, fino a quel momento, aveva previsto la sospensione dei vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati di particolare gravità. L’annullamento della Commissione Contenziosa è arrivato in seguito al ricorso presentato da Roberto Formigoni, che, ottenuto quanto richiesto, si era espresso con parole di entusiasmo: togliergli la pensione era stato un “errore a cui si è posto rimedio” e coloro che si opponevano gli muovevano “invettive forcaiole”.

Ma l’indignazione dell’opinione pubblica è stata troppo grande. Già alla notizia della decisione della Commissione Contenziosa del 13 aprile, il M5S era insorto, con il reggente Crimi che aveva parlato di un “atto di ingiustizia sociale e iniquo”. Così il segretario generale di Palazzo Madama Elisabetta Serafin aveva presentato al Consiglio di garanzia un appello col quale si opponeva alla decisione di primo grado presa dalla Commissione. Da parte sua, il Consiglio di garanzia, composto da senatori giuristi scelti dalla presidenza, ha deciso però di respingere l’appello e confermare quanto stabilito lo scorso aprile: il vitalizio verrà restituito a Formigoni e gli altri e, a giorni, arriveranno le motivazioni alla base di tale determinazione.

Gli avvocati di Formigoni, Menorello e Scuttari, hanno così commentato la decisione del Consiglio di garanzia: “È stato semplicemente applicato un basilare principio di diritto secondo cui il bene della vita al quale è funzionale la pensione non è totalmente comprimibile. La pensione serve a sopravvivere e non può esserci una seconda condanna per stenti a carico di nessuno. Formigoni la sua condanna la sta scontando”.

Leggi anche: Ritorna il vitalizio per i parlamentari condannati: così marcisce il garantismo italiano

Vitalizio Formigoni, la rabbia del Movimento 5 Stelle: “Uno schiaffo ai cittadini italiani”

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Le reazioni infuocate dei pentastellati non si sono fatte attendere. Paola Taverna, vicepresidente del Senato, Laura Bottici, questore di Palazzo Madama e Gianluca Perilli, si sono uniti in un’unica voce di protesta e hanno detto:

Il condannato per corruzione Formigoni riprende il vitalizio, e con lui gli altri ex-senatori riconosciuti colpevoli di gravi reati. Dal Senato arriva un nuovo schiaffo ai cittadini italiani: la Lega e Forza Italia se ne assumono le responsabilità di fronte al Paese.

Il Consiglio di garanzia, in cui non siede il M5S dopo il tradimento di un nostro ex-senatore, ha deciso di respingere il ricorso avanzato dall’amministrazione di Palazzo Madama contro la sentenza di primo grado con la quale la Commissione Contenziosa aveva annullato la delibera Grasso-Boldrini del 2015.

E continuano: “Finché c’era da assegnare i privilegi ai pochi della casta si faceva valere l’autonomia del Senato, ora che invece c’è da applicare regole di civiltà e rigore, allora l’autonomia non serve più e ci si appella in modo strumentale addirittura alla legge su Reddito di cittadinanza e Quota 100 nonché a sentenze interpretate in modo forzato. Dopo decenni si sono accorti che i parlamentari potrebbero avere le stesse regole dei cittadini, ma lo fanno nell’unica volta in cui questo serve a difendere un privilegio. Evidentemente non conoscono vergogna. Noi non ci arrendiamo e domani rilanceremo la nostra battaglia con nuove proposte”.

Da non crederci, è successo davvero. Lasciatemelo dire: è riprovevole. Se poi consideriamo le difficoltà attuali di famiglie, imprenditori, autonomi, lavoratori a causa degli effetti della pandemia, ciò è ancora più grave. Così la politica si dimostra davvero fuori dal mondo. Mi appello a tutte le forze politiche: non facciamo passare sotto silenzio quanto accaduto. Tutti dimostrino coerenza e responsabilità”, ha commentato invece Luigi Di Maio.

Vitalizio Formigoni: a Palazzo Madama i pentastellati mostrano i portafogli ai banchi del centro-destra

A Palazzo Madama il clima è incandescente: la stessa Taverna, seduta allo scranno della presidenza, ha dovuto richiamare all’ordine i senatori grillini, che, in segno di protesta, hanno tirato fuori i portafogli mostrandoli provocatoriamente ai banchi del centro-destra, che hanno reagito in modo piuttosto vivace e indispettito. Ma, d’altronde, tutto il M5S all’esterno dell’aula si è opposto alla deliberazione del Consiglio di Garanzia: dalla Azzolina, che ha scritto su Twitter che la riconferma del vitalizio ai parlamentari condannati equivale a “scatarrare sui cittadini onesti”, fino a Conte, che ha promesso che il M5S ricorrerà a “qualsiasi strumento possibile perché questa decisione sia riconsiderata”.

Tutti i cittadini italiani attendono aggiornamenti: riconsiderare la decisione del Consiglio di Garanzia sui vitalizi ai parlamentari condannati, in un momento come questo, sembra essere il minimo. Circa 900.000 posti di lavoro sono andati persi a causa del Covid, molte famiglie si ritrovano sul lastrico e la riforma pensioni non promette nulla di eclatante: concedere il vitalizio ad un uomo che ha derubato la sanità pubblica fa davvero indignare. Se l’Italia vuole dimostrare di essere un Paese civile, bisogna davvero fare qualcosa.

Leggi anche: Pensioni, arriva il piano dei sindacati: mai più Legge Fornero, ritiro a 62 anni o 41 di contributi

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