Comuni Rinnovabili 2023, il rapporto di Legambiente sulle realtà più virtuose

Crescono le installazioni in Italia di energia rinnovabile, specialmente quelle legate al solare: i comuni e gli impianti domestici trainano la transizione energetica.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Pubblicato il rapporto Comuni Rinnovabili 2023, una panoramica sullo stato dell’arte delle energie rinnovabili in Italia declinata in base alla quantità di produzione pulita nell’anno 2022.

Arrivano segnali positivi dal comparto energetico rinnovabile, ma ancora non sufficienti per raggiungere l’obiettivo di autosufficienza fissato al 2030.

L’aumento del comparto rinnovabile

Secondo le stime, l’anno scorso sono stati raggiunti i 61GW nazionali, con l’installazione di 3,4 GW di potenza nei nuovi 206.000 impianti green, anche se la media annuale dovrebbe essere di molto superiore, per l’esattezza otto volte tanto.

E pensare che secondo l’ENEA il nostro paese potrebbe rendere completamente autonome le unità residenziali dai combustibili fossili coprendo appena il 30% dei tetti esistenti con i pannelli solari, senza ricorrere allo sfruttamento di suolo adibito a farm solare.

Non a caso è proprio il fotovoltaico quello che va meglio nei comuni rinnovabili: tra gli impianti puliti il settore solare è quello che fa registrare la crescita maggiore, per un totale di 205.000 nuove strutture di produzione.

Un panorama di piccole eccellenze

Comuni rinnovabili

Nel rapporto Comuni Rinnovabili 2023 non mancano le note positive. Prima fra tutte l’omogeneità della crescita di installazioni di impianti di energia pulita in tutte le regioni italiane, dal nord al sud.

La Lombardia, regione che si conferma capolista con i suoi 405MW di fotovoltaico in più, è seguita a ruota dalla Puglia e dai suoi 338MW di potenza green. La Sicilia è in ascesa con 207,8 MW di solare e 321MW di eolico e altre risorse.

La seconda nota positiva è che sono i comuni ad essere trainanti nel settore dei nuovi impianti, segno che la transizione energetica è un movimento che parte dal piccolo per arrivare al grande.

E tra i 7901 comuni rinnovabili, considerati tali perché nel loro territorio ospitano strutture di produzione elettrica pulita, ben 3535, quasi la metà, possono essere definiti Comuni 100% Rinnovabili Elettrici, 42 in più rispetto al 2020.

Nello specifico, aumenta progressivamente il fotovoltaico domestico, con gli abitanti di 2163 che si sono resi energeticamente autosufficienti. I comuni rinnovabili eolici sono invece 1013, di cui 342 completamente indipendenti.

Leggi anche: Gli ostacoli alle rinnovabili in Italia: il rapporto di Legambiente

La classifica dei Comuni Rinnovabili

I primi 10 comuni per potenza installata nel 2022 sono nell’ordine:

Mazara del Vallo, con 99.488 kW

Uta, con 82.640 kW

Viterbo, con 78.409 kW

Orta Nova, con 51.380 kW

Lacedonia, con 50.594 kW

Trapani, con 45.797 kW

Craco, con 35.000 kW

Paternò, con 34.534 kW

Taranto, con 31.980 kW

Castelmauro, con 29.400

Come si evince, si tratta di comuni che appartengono per lo più al centro-sud Italia, ma bisogna incrociarlo con il numero di abitanti, visto che si tratta di realtà medio piccole e dall’enorme potenziale energetico per la posizione geografica.

Il panorama si fa molto più variegato, infatti, rapportando la potenza installata con la popolazione del comune di riferimento, da cui emerge una classifica più omogeneamente distribuita che vede in testa:

Fano Adriano, con 2.351,51 kW/ab (centro Italia)

Monteferrante, con 869,64 kW/ab (centro Italia)

Soverzene, con 601,81 kW/ab (nord Italia)

Avise, con 523,97 kW/ab (nord Italia)

Venaus, con 495,06 kW/ab (nord Italia)

Celle di San Vito, con 478,28 kW/ab (sud Italia)

Sellero, con 430,44 kW/ab (nord Italia)

Pedesina, con 405,58 kW/ab (nord Italia)

Formazza, con 353,4 kW/ab (centro Italia)

Canosio, con 283,38 kW/ab (nord Italia)

Le otto proposte di crescita

Il rapporto Comuni Rinnovabili contiene anche un vademecum delle azioni necessarie da intraprendere per portare l’Italia in linea con la media europea di produzione elettrica da risorse rinnovabili.

Gli otto punti da mettere in pratica secondo Legambiente spaziano dall’adeguamento delle normative in un lavoro congiunto tra MASE e Mic al rafforzamento degli uffici tecnici regionali; dalle politiche di partecipazione e integrazione dei territori alla diffusione e facilitazione delle comunità elettriche.

Ancora, la necessità dell’istituzione di una cabina di regia nazionale per l’eolico off-shore, la promozione di campagne di sensibilizzazione con i cittadini, l’applicazione delle semplificazioni derivanti dal PNRR e dal PNIEC, fino ad arrivare alla completa rinuncia alle sovvenzioni per le fonti non rinnovabili e ai combustibili fossili.

Leggi anche: Transizione ecologica: cos’è e come vengono impiegati i fondi del Pnrr

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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