Colpo di Stato in Birmania: arrestata Aung San Suu Ky. Il potere passa all’esercito

Ieri mattina all'alba ha avuto luogo un colpo di Stato in Birmania a poche ore dall’insediamento del nuovo Parlamento. L’esercito ha ritenuto le elezioni dello scorso novembre fraudolente e ha arrestato Aung San Suu Ky.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Colpo di Stato in Birmania alle prime luci dell’alba di ieri 1 febbraio. Aung San Suu Kyi, capo del governo birmano, è stata arrestata dai militari. La leader birmana lancia il suo appello alla popolazione: “Non accettate il golpe”. Ferma condanna dell’Ue al colpo di Stato in Birmania. Bloccati tutti i voli passeggeri nel Paese. Joe Biden annuncia sanzioni.

Colpo di Stato in Birmania, la causa

Nel 2011 quando l’esercito ha messo fine a quasi 60 anni di regime militare ha aperto la strada a un governo civile, consegnando, però, la guida del governo a un partito vicino all’esercito che aveva concepito un’ibrida “democrazia fondata sulla disciplina“.

L’esercito ha permesso alla Lega nazionale per la democrazia (Nld) di Aung San Suu Kyi di formare un esecutivo soltanto nel 2016, ma ha comunque mantenuto un potere considerevole.

Leggi anche: Mikhitaryan fa tripletta ma il suo paese firma la resa in Nagorno-Karabakh

Colpo di Stato in Birmania, il potere dell’esercito

Colpo di Stato in Birmania perché.

Nelle elezioni dello scorso novembre, l’Ndl di Aung Saan Suu Kyi, al potere dal 2016, ha ottenuto l’83% dei consensi. Questo non è andato giù all’esercito, che, ha visto diminuire il proprio potere sul paese considerevolmente. Per questo, ha chiesto un nuovo conteggio dei voti e un rinvio della sessione parlamentare che avrebbe dovuto aprirsi ieri 1 febbraio.

Il governo si è rifiutato di conteggiare nuovamente i voti e all’alba del 1 febbraio l’esercito ha rovesciato il governo eletto, arrestando Suu Kyi. L’esercito ha dichiarato lo stato d’emergenza per un anno, consegnando il potere al capo delle forze armate, Min Aung Hlaing.

I soldati hanno occupato le vie delle principali città e si sono schierati nelle strade della capitale Naypyidaw e nella città di Yangon con dei posti di blocco. La televisione di Stato, Mrtv, ha interrotto tutte le trasmissioni. L’aeroporto internazionale a Rangoon è chiuso e tutti i voli passeggeri da e per il Paese sono stati bloccati. Anche i bancomat sono fuori servizio.

Colpo di Stato in Birmania, arrestata Aung San Suu Ky

Colpo di Stato in Birmania

Oltre ad Aung San Suu Kyi l’esercito ha arrestato altri esponenti dell’Nld. Tutto questo è accaduto perché l’esercito non ha accettato la vittoria schiacciante alle elezioni dello scorso novembre e senza alcun motivo reale le ha ritenute fraudolente.

Purtroppo, la storia della Birmania non è nuova a colpi di Stato di questo tipo da parte dell’esercito. I militari, infatti, per continuare a tenere in pugno il Paese, per ben due volte nel corso degli anni, hanno rifiutato di riconoscere il risultato di un’elezione svolta correttamente.

Gravissimo questo ennesimo colpo di Stato da parte dell’esercito in Birmania, perché ha interrotto un vero e proprio tentativo (quasi riuscito) di democratizzazione di un Paese in questi anni ha faticosamente lottato per il proprio potere decisionale.

Le parole ai cittadini di Aung San Suu Kyi, che ha lottato all’opposizione per 15 anni anche durante i suoi arresti domiciliari, sono chiare: “Non accettate il golpe“.

Colpo di Stato in Birmania, ferma condanna dell’Ue

Colpo di Stato in Birmania.

L’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell su Twitter condanna fermamente il colpo di Stato dei militari in Birmania e:

Chiedo un immediato rilascio dei detenuti. I risultati elettorali e la Costituzione devono essere rispettati. Il popolo della Birmania vuole la democrazia e l’Ue è con loro.

Anche l’Italia condanna fermamente il colpo di Stato in Birmania e in una nota della Farnesina chiede l’immediato rilascio di Aung San Suu Ky e di tutti i leader politici arrestati:

La volontà della popolazione è chiaramente emersa nelle ultime elezioni e va rispettata. Siamo preoccupati per questa brusca interruzione del processo di transizione democratica e chiediamo che venga garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. 

Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, chiede il rilascio immediato di tutti i detenuti:

Il legittimo governo civile deve essere restaurato, in linea con la costituzione del Paese e le elezioni di novembre.

Colpo di Stato in Birmania, Biden: “Attacco alla democrazia”

Colpo di Stato in Birmania. Biden

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che il colpo di Stato in Birmania è un attacco alla democrazia:

La presa del potere da parte dei militari in Birmania, la detenzione di Aung San Suu Kyi e di altri funzionari civili sono un attacco diretto alla transizione del Paese verso la democrazia.

Il presidente Joe Biden ha spiegato anche che gli Stati Uniti rivedranno il regime di sanzioni. Per Biden la comunità internazionale “dovrebbe riunirsi per spingere i militari a rinunciare al potere“. 

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha convocato per oggi una riunione straordinaria sulla situazione in Birmania.

Leggi anche: Onu, raggiunto accordo sul cessate il fuoco permanente in Libia: “Sentenza storica”

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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