Cinema e teatri, possibile riapertura il 27 marzo, Franceschini: “Sono luoghi sicuri”

Dario Franceschini propone al Cts misure integrative, tra cui biglietti nominativi e tracciabilità, al fine di programmare la riapertura il 27 marzo.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Riapertura di cinema e teatri, il Ministro della Cultura avanza la proposta: 27 marzo.

Il nuovo Dpcm non allenta le misure di sicurezza, Draghi preferisce la cautela e limitare al massimo i rischi di un’ulteriore ondata.

Tuttavia, cinema e teatri potrebbero essere un’eccezione, con la possibilità di riaprire presto le loro porte, ormai serrate da mesi.

La linea dura del nuovo Dpcm e la deroga per la riapertura di cinema e teatri

“Massima cautela e prudenza sulla base di dati oggettivi”, cosi ha deciso di muoversi il nuovo Premier.

E Pasqua, anche quest’anno, non sarà la stessa: coprifuoco, i ristoranti e i bar chiuderanno alle sei di sera, con la possibilità di vagliare alcune deroghe dopo la prima settimana di aprile per le zone a più basso rischio, sci vietato, così come gli spostamenti tra Regioni e verso le seconde case.

Eppure, almeno una buona notizia sembra esserci: cinema e teatri possibilmente presto, entro la fine del prossimo mese, torneranno a dar spettacolo, almeno in zona gialla.

Questa sembra essere l’esito del vertice del 24 febbraio tra i Ministri Speranza, Maria Stella Gelmini (Regioni), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo), Dario Franceschini (Cultura), Stefano Patuanelli (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia).

La lotta di Franceschini per la riapertura di cinema e teatri

La lotta di Franceschini per la riapertura di cinema e teatri.

Franceschini spinge perché la fatidica e tanto attesa data sia proprio il 27 marzo, la festa mondiale del teatro. Lo stesso chiosa:

In questi mesi abbiamo capito che i luoghi più pericolosi sono quelli dove ti togli la mascherina: ristoranti, bar, case private.

Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti: mascherina, distanziamento, igienizzazione delle mani, sanificazione dei locali.

Dal Governo arriva il primo consenso, ma con riserva. Quest’ultima dovuta al fatto che non è ancora chiaro come ci si comporterà in alcune circostanze, come l’eventuale passaggio da un colore all’altro.

I due schieramenti di fronte alla possibile riapertura

Chi spinge per riaprire vorrebbe garantire che, una volta in attività, possa venire portato a termine il calendario degli spettacoli, proprio a tutela di tutti i lavoratori del settore.

Ovviamente, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza: ingressi contingentati, areazione dei locali, mascherine Ffp2 per tutti e sempre, sia per il pubblico che per i lavoratori, anche durante lo spettacolo, e sanificazione della sala ad ogni pausa.

Non solo. Si prevede l’introduzione di biglietti nominativi e prenotazioni online così da poter tracciare gli eventuali contagi e, nel rispetto del coprifuoco, l’obbligo di terminare l’ultima visione o esibizione prima delle dieci di sera.

Schierati in opposizione, i rigoristi, presenti soprattutto tra scienziati e nel ministero della Salute, premono invece per la linea dura.

Leggi anche: Nuovo Dpcm valido fino a Pasqua, Speranza: “Non possiamo allentare le misure”

In attesa del nuovo Dpcm

In attesa del nuovo Dpcm: possibili deroghe per la riapertura di cinema e teatri.

La novità del nuovo Governo è, innanzi tutto, un dialogo più attento e assiduo con le Regioni. Tuttavia, di fronte alle richieste di superare il sistema dei colori, è chiaro che serve un’alternativa.

La Gelmini spiega:

Questo governo non vuole usare la logica del cacciavite, ma per cambiare completamente un metodo, il sistema delle fasce, ne serve uno diverso.

E al momento mi pare che questo non ci sia, perché nessuno ha indicato un metodo alternativo.

Palazzo Chigi intende inoltre essere più pronto e reattivo, in modo da consentire all’intera popolazione e soprattutto ai lavoratori di potersi organizzare per tempo in vista delle nuove disposizioni.

Così, Draghi promette non solo il vaglio del nuovo Dpcm il prossimo lunedì, con quattro giorni di anticipo rispetto alla scadenza del vecchio provvedimento che avverrà venerdì prossimo, ma anche che il passaggio di fascia delle Regioni sarà deciso all’inizio di ogni settimana.

Leggi anche: Patrizio Bianchi, chi è il nuovo ministro dell’Istruzione scelto da Mario Draghi

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Asia Solfanelli
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