Caso Chiara Ferragni, il Codacons ha raccolto 255 segnalazioni da parte dei consumatori

Emergono novità sul caso Ferragni, il Codacons spinge per far ottenere il rimborso ai consumatori. Cosa succede ora?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Emergono novità dopo che Chiara Ferragni e Alessandra Balocco sono state indagate sia a Milano, perché la sede della nota influencer si trova nel capoluogo lombardo e a Cuneo, dove c’è quella dell’azienda dolciaria. Potrebbe essere il procuratore generale della Cassazione, come riporta “Ansa” a stabilire la questione di competenza proprio tra le città di Milano e Cuneo.

Chiara Ferragni e Alessandra Balocco iscritte nel registro degli indagati per truffa aggravata e il Codacons, che ha dato via a una class action per il rimborso dei consumatori, ha raccolto ulteriori segnalazioni. Riuscirà a far ottenere un risarcimento a tutti coloro che hanno acquistato il pandoro Pink Christmas?

Le indagini sul caso Chiara Ferragni proseguono

Il nodo cruciale che attualmente deve essere risolto è stabilire il luogo in cui sarebbe avvenuta la truffa con i conseguenti guadagni. Ma questa vicenda verrà risolta parallelamente alle indagini che sono ancora in corso a carico dell’Antitrust in merito anche alle uova di Pasqua e non solo al caso Pandoro Balocco.

Riguardo a quest’ultimo, invece, i militari del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza stanno ultimando la lista dei testimoni, in cui vi sono anche i manager delle società della influencer tra cui Fabio Maria Damato e quello dell’azienda dolciaria Balocco.

Cosa succede in seguito alle segnalazioni presentate dal Codacons?

Attualmente, il Codacons ha consegnato 255 segnalazioni di consumatori che rivelano di aver comprato il pandoro Pink Christmas, pensando che il ricavato sarebbe andato in beneficenza. Molti hanno già dichiarato che, nel caso in cui ottenessero un rimborso ― il Codacons lo ha chiesto anche per danni morali ― lo devolveranno all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Per altri, invece, non basta l’azione di Chiara Ferragni che ha donato un milione alla struttura poco precedentemente citata in seguito al pandoro gate. E, dal momento che si sono sentiti “truffati” potrebbero sporgere denuncia in seguito all’esposto ed essere ascoltati dalla magistratura.

Prima che questo avvenga, però, è necessario che si faccia luce su chi debba continuare a condurre l’inchiesta, se sarà il procuratore aggiunto milanese, Eugenio Fusco o il procuratore di Cuneo, Onelio Dodero.

Cosa è emerso anche sul caso della bambola Trudi Limited Edition?

Nel mirino della magistratura c’è anche il caso della bambola Trudi Limited Edition. Chiara Ferragni nel 2019 aveva dichiarato che i ricavi delle vendite, per un prezzo pari a 34,99 euro, sarebbero stati donati all’associazione Stomp Out Bullying.

E a indagare e fornire nuove informazioni sul caso, questa volta è stato il programma Zona Bianca su Rete4. La redazione ha contattato Rose Ellis, la fondatrice di Stomp Out Bullying che ha così rivelato: “Non sappiamo chi sia Chiara Ferragni e non abbiamo mai ricevuto una donazione”.

Anche in questo caso è arrivata una risposta dalla nota influencer, che al momento non sta prendendo parte alla Milano Fashion Week per trascorrere “ventiquattr’ore con la mia famiglia”. Chiara Ferragni ha ulteriormente ribadito la volontà di chiarire tutti i malintesi solo davanti alle autorità competenti, dimostrando sempre la massima collaborazione.

Leggi anche: Caso Ferragni, il Codacons chiede il rimborso per danni morali di tutti i consumatori

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