Cattelan a Milano, il ritorno dopo oltre 10 anni con “Breath Ghosts Blind” al Pirelli HangerBiccocca

"Breath Ghosts Blind" di Maurizio Cattelan sarà in mostra al Pirelli HangarBiccoca dal 15 luglio 2021 fino al 20 febbraio 2022.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Cattelan a Milano: il grande ritorno nel capoluogo lombardo di uno dei più noti, provocatori e irriverenti artisti del nostro tempo è al Pirelli Hangar Bicocca con la retrospettiva Breath Ghosts Blind.

Dal 15 luglio 2021 fino al 20 febbraio 2022, molte opere storiche dell’artista padovano, a cui si aggiungeranno anche degli inediti, riempiranno gli spazi dell’istituzione milanese che ormai da anni si dedica non solo alla promozione, ma anche alla produzione di arte contemporanea.

Cattelan a Milano, il grande ritorno con Breath Ghosts Blind

Cattelan a Milano, il grande ritorno con "Breath Ghosts Blind".

È dal 2010 che Maurizio Cattelan non faceva ritorno proprio nella città che è stata teatro di alcune delle sue opere più importanti e discusse. Si ricorderanno quei tre bambini impiccati su un albero in Piazza XXIV Maggio, una delle più dibattute installazioni degli ultimi decenni dal ‘titolo’ Untitled (2004). Ma anche quel dito medio in Piazza Affari, la monumentale e dissacrante scultura nota come L.O.V.E (2010), acronimo di “libertà, odio, vendetta ed eternità”.

Con la rassegna curata da Roberta Tenconi e Vicente Todolí, Breath Ghosts Blind, il celebre artista padovano richiama il grande pubblico a visitare quella che sarà la sua rappresentazione simbolica del ciclo della vita, risultato che vede le sue storiche imprese fondersi con alcuni inediti sforzi.

Sotto le Navate di Pirelli Hangar Bicocca, il progetto dichiaratamente side-specific andrà a vagliare e portare a giudizio l’attuale sistema valoriale come solo Cattelan sa fare, attingendo all’immaginario collettivo attraverso raffigurazioni e riferimenti simbolici e, senza dubbio, dando molto da parlare, se non polemizzare.

Al centro c’è l’esistenza e quelle tematiche che da sempre, e soprattutto in era Covid, la tormentano: la fragilità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e comunitario. Temi profondi che mai come nell’ultimo anno, fatto di distanze, perdite, paura e insicurezza, sono diventati per tutti assillanti e motivo di tormento.

L’irriverenza e la provocazione, che da sempre contraddistinguono l’artista nella sua capacità di offrire con intelligenza e acume un’altra prospettiva della realtà e della società contemporanea su argomenti che non di rado causano inquietudine e tormento, fanno già presagire un grande evento per l’arte e suoi appassionati.

E non è tutto. Oltre a Breath Ghosts Blind, chi visiterà la fondazione Pirelli HangarBiccoca avrà anche la possibilità di vedere la prima mostra in Italia di Neïl Beloufa, Digital Mourning, prorogata fino al 9 gennaio 2022 nello spazio dello Shed, e l’esplorazione immersiva nella ricerca artistica di Chen Zhen, Short-circuits, in esposizione fino al 6 giugno 2021.

Leggi anche: L’unghia sul dito di Cattelan si tinge di rosa: la condizione della donna nella street art

Cattelan a Milano con la sua arte eversiva e irriverente in oltre 30 anni di carriera

Cattelan a Milano con la sua arte eversiva e irriverente in oltre 30 anni di carriera.

L’arte di Cattelan è pungente, eversiva, si prende gioco della politica, della cultura e della società odierna attraverso rappresentazioni iconiche e un linguaggio visivo emblematico, spesso derisorio nonché per molti irritante e dissacrante, ma in ogni caso stimolante.

L’artista padovano è noto per la sua tendenza ad attingere a momenti, eventi storici, figure o simboli del nostro secolo invitando lo spettatore a riconoscere non solo la complessità, ma soprattutto l’ambiguità di questo mondo e di quelle comunità che lo popolano. Ci si ritrova così catapultati in un’altra dimensione e porre sotto la lente di ingrandimento temi scomodi, ad assumere prospettive che spesso volontariamente si vorrebbero non considerare.

Ospitate in alcune delle istituzioni internazionali e rassegne collettive di maggior rilievo, le opere di Cattelan non hanno mai smesso di sconvolgere e in qualche modo urtare la sensibilità del visitatore.

Si ricorderà quel water placcato in oro con ben 18 carati sarcasticamente intitolato America (2016), rubato non senza destare scalpore al Guggenheim di New York per essere esposto alla Blenheim Art Foundation a Woodstock nel Regno Unito nel 2019. Oppure Comedian, la famosa banana attaccata al muro con del nastro adesivo argentato all’Art Basel Miami Beach, un richiamo alla folle istallazione del 1999 per cui il gallerista Massimo De Carlo venne letteralmente appiccicato alla parete e persino costretto al ricovero dopo la sorprendente trovata.

Ma a farci ricordare di ricordare di questo impudente e sfrontato artista è anche l’indimenticabile messaggio in bottiglia, che, racchiuso nella sua Sgrappa, sapeva ben poco d’amore: nel fiasco alcolico era infatti riprodotto il suo iconico dito medio, chiaro richiamo al massiccio scultoreo di Piazza Affari.

Insomma, considerato che raramente le ‘trovate’ di Cattelan in oltre trent’anni di carriera sono passate inosservate sia dalla critica d’arte più eminente che dal grande pubblico profano, quel che ci si attende da questa mostra non è che un altro grande colpo di scena.

Leggi anche: Firenze si sveglia con “La Ferita” del Covid sull’arte: JR apre i musei a modo suo

Cattelan a Milano torna in mostra, per l’occasione è in arrivo un volume sull’artista

Cattelan a Milano torna in mostra, per l'occasione è in arrivo un volume sull'artista.

Proprio su Cattelan e proprio in occasione del suo grande ritorno a Milano, Marsilio Editori uscirà presto con un volume in cui sono stati raccolti i contributi critici di Francesco Bonami e Nancy Spector insieme a un confronto tra l’artista e i curatori della rassegna.

La pubblicazione sarà ulteriormente arricchita non solo da fotografie delle opere, ma anche da riflessioni di filosofi, teologi e scrittori, tra cui Arnon Grunberg, Andrea Pinotti e Timothy Verdon, proprio sulle tematiche sollevate dalla retrospettiva. Un prezioso compendio non soltanto per gli amanti della ‘follia’ del genio padovano, ma anche per tutti coloro che vorranno o dovranno confrontarsi con l’arte del XXI secolo.

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