Tragedia a Castello di Godego, la lettera choc: “Ecco perché ho ucciso mio figlio”

Quattro le pagine di block notes, trovate sul tavolo della cucina, che spiegano il dramma di Egidio Battaglia: ha soffocato il figlio di due anni prima di suicidarsi.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Dramma familiare a Castello di Godego, in provincia di Treviso. Un padre ha ucciso il figlio di due anni e si è tolto la vita. I due corpi senza vita sono stati trovati dal fratello del padre omicida e dai carabinieri. A chiamare i soccorsi sono stati lo zio e il nonno del bambino, preoccupati perché attendevano l’uomo e il nipotino a pranzo.

Castello di Godego, strangola il figlio di due anni e si uccide

Siamo a Castello di Godego: Egidio Battaglia, 43 anni è un operaio montatore di un’azienda che produce impastatrici industriali a Galliera Veneta. È stato trovato sul pavimento del bagno, in una pozza di sangue.

Massimiliano, due anni, era accanto al papà: sul collo evidenti ecchimosi, segno di strangolamento. Il padre ha usato un coltello da cucina per squarciarsi la gola. I carabinieri parlano di altre ferite sul tronco, sull’addome. Prima di morire, forse, Egidio ha cercato di infliggersi quanto più dolore possibile per punirsi di quanto appena fatto.

Adriana Garlic, moglie di Battaglia, originaria della Romania, è fisioterapista all’Ospedale di Castelfanco. I due si sono sposati tre anni e mezzo fa. Massimiliano è nato un anno dopo. Uno psicologo dell’ospedale la assiste: la donna ha avuto un malore dopo aver ha appreso la notizia. In quel momento non era in casa.

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Tragedia a Castello di Godego, la lettera choc

Castello di Godego.

La tragedia a Castello di Godego per il padre omicida ha una motivazione:

Che vita farebbe?

Egidio Battaglia, prima di compiere l’estremo gesto, ha lasciato in cucina una lettera choc in cui si riferisce a un problema cognitivo del bambino, che, secondo quanto raccontato dal fratello del padre omicida sarebbe autismo ed è stato scoperto due mesi fa:

So che sarò definito un mostro, ma il dolore che sto provando lo conosco solo io. L’ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di sofferenze. Meglio farla finita subito, prima che sia troppo tardi.

La lettera choc è scritta in quattro fogli bianchi, strappati da un block notes. Quindi, al momento, la pista più plausibile seguita dagli inquirenti è quella dell’omicidio-suicidio. Proprio per questo la Procura acquisirà le cartelle cliniche del bimbo per verificare l’ipotesi. Nel frattempo il pubblico ministero De Donà aveva disposto per il 43enne l’esame esterno.

Nel frattempo, ieri sera circa 250 persone hanno partecipato ad un momento di preghiera nel quartiere Muson: i presenti hanno pregato davanti ad un altarino con una statua della Vergine al campetto del paese.

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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