Fine Vita, assolti Cappato e Welby. Cosa significa la sentenza?

La sentenza della Corte di Assise di Massa vede i due assolti dall’accusa di istigazione al suicidio e di aiuto al suicidio per la morte di Davide Trentini.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
spot_img

Un tema che torna prepotentemente nella discussione pubblica e politica del panorama mediatico italiano. Il suicidio assistito. Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, fondatore dell’associazione Luca Coscioni e attivista per il rifiuto dell’accanimento terapeutico morto nel 2006, e Marco Cappato, esponente dei Radicali, tesoriere e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, sono stati assolti. Assolti dal reato di istigazione al suicidio di Davide Trentini. Era il 13 aprile 2017 quando la Welby accompagnò, grazie a Cappato e anche al sostegno economico della fondazione Luca Coscioni, Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, a una clinica di Basilea per eseguire il suicidio assistito. Il giorno dopo il fatto entrambi si sono autodenunciati presso i carabinieri di Massa Carrara. Oggi sono stati assolti sia perché il fatto non sussisteva sia perché il fatto non costituisce reato.

Il suicidio assistito in Italia

Ricordiamo che in Italia l’eutanasia attiva, cioè quando è il medico a somministrare il farmaco necessario a morire, e il suicidio assistito, quando il farmaco viene assunto in modo autonomo dalla persona, così come l’aiuto al suicidio, sono vietati. Questo nonostante i passi avanti fatti dall’introduzione della legge sul testamento biologico del 2018 che stabilisce che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito senza il consenso “libero e informato” della persona interessata. Manca ancora una legislazione chiara sul suicidio assistito, e ciò viene quindi delegato alla discrezione dei giudici in assenza di una legge specifica. Realtà questa che vede in prima linea esponenti come Cappato e la Welby, che in prima persona cercano di sensibilizzare su questo tema.

Cappato Welby luglio 2020
Una fotografia di ieri 27 luglio 2020 dopo l’assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby.

La storia e le storie

Sul sito della fondazione Coscioni si legge che Davide Trentini era malato di sclerosi multipla dal 1993. Aveva 53 anni al momento della sua morte e la sua vita, segnata da una salute progressivamente sempre più deficitaria, “era diventata un calvario”. Fu lui che contattò Marco Cappato e poi Mina Welby per conoscere le modalità e infine accedere alla morte volontaria in Svizzera. Questo pochi mesi dopo il più celebre caso di Dj Fabo. Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, si reca in Svizzera accompagnato da Cappato, nel febbraio 2017 per mettere fine alla sua vita. Dj Fabo era tetraplegico, conseguenza di un grave incidente stradale, e Cappato lo aveva aiutato con i preparativi sul piano legale e logistico. Il motivo dell’aiuto è reperibile dai trascritti di in un’udienza che vede Cappato imputato anche in questo caso:

La mia è una motivazione di libertà, di diritto all’autodeterminazione individuale, laddove non è la tecnica del tenere in vita o del far morire che è rilevante, ma la libertà di autodeterminazione, quella sì che è rilevante”

Leggi anche: Diritto a morire, storica sentenza della Consulta sul caso DJ Fabo

Le vicende legali

Rivoluzionaria fu la sentenza della Corte Costituzionale nel settembre 2019 riguardo questo tema. La Consulta ha dichiarato non punibile l’accesso al suicidio assistito in presenza di quattro elementi. Non è punibile, infatti, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente “che sia tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetto da una patologia irreversibile” e fonte “di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili”, ma anche che sia “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. Rivoluzionaria anche la sentenza dei giudici di ieri, perché a differenza di Dj Fabo, Trentini assolveva tre requisiti su quattro non essendo attaccato ad una macchina. Quindi, anche i trattamenti farmacologici rientrano da oggi nei requisiti previsti per poter interrompere le proprie sofferenze. Una sentenza importante che deve permettere così di ampliare il dibattito sulla questione del fine vita e creare una legislazione adeguata a questo tema così sensibile. Una lettera di Piergiorgio Welby all’allora Presidente della Repubblica Napolitano, su cosa intendesse lui per vita:

Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude.

spot_img

Correlati

Caso Balocco, il Codacons: “Il Tribunale ha accolto il ricorso, è stata pratica commerciale scorretta”

Il Codacons annuncia in una nota che la giudice della prima sezione del Tribunale...

Pierfrancesco Veronesi vince l’oro ai Campionati di Fisica: “Ha battuto 34.000 studenti”

Pierfrancesco Veronesi è il giovane studente del Liceo Scientifico Francesco Severi di Frosinone che...

L’8 maggio i vertici Rai attesi in commissione di Vigilanza: cosa succederà dopo il caso Scurati?

Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha dichiarato, come riporta "Ansa"...
Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
spot_img