Rebibbia, in vendita la prima casa di Pasolini, i residenti: “Avrebbero dovuto valorizzarla”

La casa si trova nel quartiere romano di Rebibbia, precisamente in via Giovanni Tagliere 5. L'abitazione è in attesa di essere acquistata, secondo i residenti della zona poteva diventare invece un museo per omaggiare l'artista.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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La prima casa romana di Pier Paolo Pasolini verrà messa in vendita. A Roma, più precisamente nel quartiere di Rebibbia, è situata quella che fu una volta la prima casa del poeta e regista romano.

La via è via Giovanni Tagliere, civico 5. L’appartamento si trova all’interno di una villetta ad angolo decisamente invecchiata dal tempo, ma che probabilmente incrementa il suo valore avendo il celebre artista romano vissuto in quell’abitazione.

La casa del grande Pasolini in vendita: poteva essere valorizzata meglio?

La casa di Pasolini è ben conosciuta da tutti a Rebibbia, motivo di orgoglio per il quartiere, tanto da aver affisso in piazza una targa per commemorare la figura dell’artista e far sapere a chi passa da quelle parti che il grande Pasolini si è “formato” in quella borgata.

Gli abitanti del quartiere si sono ovviamente più volte interrogati sul perché la prima casa di Pasolini, invece di essere mesa in vendita non sia diventa un museo o una casa della poesia per omaggiarlo.

Si, qui ci abitava Pasolini una volta, ma adesso la casa sta all’asta. Non sappiamo di chi è, sembra di una società privata, ma è un peccato non sia valorizzata e vada perduta in questo modo

Pare effettivamente che l’abitazione anni fa era destinata a diventare proprio una “Casa internazionale della poesia”, un posto da valorizzare e regalare alla città. Non si sa cosa sia andato storto in quel disegno che avrebbe dovuto regalare uno spazio culturale alla comunità.

Fatto sta che la casa è stata invece messa all’asta, un pezzo di storia che andrà dunque al miglior offerente, magari con l’auspicio che chi la compri possa effettivamente valorizzarla come era previsto inizialmente.

Pasolini aveva descritto quella casa in “Poeta delle ceneri” un’opera bellissima che racconta il suo arrivo nella Capitale, nel periodo 1966-1967, insieme alla madre.

Fuggii con mia madre (…) Andavamo verso Roma (…) Ho vissuto quella pagina di romanzo, l’unica della mia vita: per il resto – che volete – sono vissuto dentro una lirica, come ogni ossesso

Nell’opera, Paolini non manca di descrive anche la casa, nei pressi del carcere romano di Rebibbia (estrema periferia di Roma) dove abiterà nei primi mesi di permanenza.

Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco,

una casa di poveri, all’estrema periferia, vicino a un carcere.

C’era un palmo di polvere d’estate, e la palude d’inverno.

Ma era l’Italia, l’Italia nuda e formicolante,

coi suoi ragazzi, le sue donne,

i suoi “odori di gelsomini e povere minestre”,

i tramonti sui campi dell’Aniene, i mucchi di spazzature:

e, quanto a me,

i miei sogni integri di poesia.

Così Pier Paolo Pasolini aveva descritto quella casa a Rebibbia, dove sono nati i personaggi di Ragazzi di vita e Vita violenta.

Il Centro popolare San Basilio ha avviato una petizione per far sì che la casa di borgata che ha accolto Pier Paolo Pasolini, in quella Roma che avrebbe reso immortale il poeta nelle sue opere, non sia messa in vendita.

Come realtà territoriali, popolari e antifasciste che portano avanti progetti di riscatto e di partecipazione nei quartieri della Tiburtina, chiediamo che venga riconosciuto il valore storico della casa di Pasolini, che si fermi l’asta e che si apra un dialogo con noi per costruire un museo diffuso su Pasolini nel IV Municipio.

È fondamentale riappropriarci dell’eredità intellettuale di Pasolini per creare un luogo di cultura e poesia in suo nome, e raccontare la storia sua tutta, non solo gli aspetti più personali, contestualizzarla e restituirla con questo museo alla comunità che ne è stata partecipe. L’occasione del centenario della nascita del poeta nel 2022 potrebbe essere un’ottima opportunità per avviare tale progetto sociale e culturale, e crediamo sia fondamentale la partecipazione di noi abitanti attivi nei quartieri popolari.

Leggi anche: “Il cattivo poeta”: Gianluca Jodice porta al cinema il decadente e romantico Gabriele D’Annunzio

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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