Caro benzina: quali sono le conseguenze?
Il caro bollette scatenato dalla crisi energetica, oltre ai prezzi dei beni alimentari, ha fatto lievitare anche quelli del carburante. L’impennata dei costi di benzina e gasolio è talmente vincolante che molti rinunciano progressivamente alla macchina pur di non rimanere vittime del salasso.
Più nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, “il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self va a 1,855 euro/litro (ieri 1,854), con i diversi marchi compresi tra 1,851 e 1,879 euro/litro (no logo 1,836). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,729 euro/litro (ieri 1,728) con le compagnie posizionate tra 1,728 e 1,741 euro/litro (no logo 1,716)”.
Quanto al servito, “per la benzina il prezzo medio praticato rimane a 1,989 euro/litro con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,928 e 2,078 euro/litro (no logo 1,884). La media del diesel servito resta a 1,867 euro/litro con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,806 e 1,942 euro/litro (no logo 1,764)”.
Caro benzina: le proteste degli autotrasportatori del centro sud
Caro benzina: l’aumento del prezzo del gasolio ha scatenato la reazione degli autotrasportatori, che oggi a Foggia hanno deciso di fermare i loro tir al casello autostradale. A loro, poi, si sono uniti anche alcuni gruppi di agricoltori. La tensione ha raggiunto il livello massimo quando uno dei camionisti, durante la protesta, ha discusso con un automobilista, che lo ha accoltellato. L’uomo è stato subito trasportato in Ospedale, ma, fortunatamente, non ha riportato ferite gravi.
Il blocco degli autotrasportatori, in realtà, sta coinvolgendo gran parte del centro sud: quel che si teme è un’escalation. Anche perché, senza logistica, è molto difficile far arrivare le merci e le materie prime nei supermercati e nelle industrie. Molti hanno già lanciato l’allarme “scaffali vuoti”.
Coldiretti lancia l’allarme: “Rischio scaffali vuoti”
Caro benzina, Coldiretti ha lanciato l’allarme in riferimento alla protesta degli autotrasportatori, che si è diffusa dalla Sicilia alla Puglia, fino ad arrivare in Campania, a Nola (dove è stato coinvolto anche un tratto dell’autostrada A1 che rappresenta la principale arteria di collegamento del Paese).
Il monito di Coldiretti è stato chiaro: con l’85% delle merci che viaggia su strada, lo sciopero dei Tir con i blocchi stradali provoca danni incalcolabili, dal campo alla tavola, con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione.
Non solo: il rischio è anche che prodotti stranieri finiscano per prendere lo spazio di quelli made in Italy nei supermercati. “Occorre trovare una soluzione immediata per rimuovere i blocchi stradali e consentire la ripresa dei ritiri dei prodotti nei magazzini e la consegna ad industrie alimentari e distribuzione commerciale”, afferma la Coldiretti.
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