Scozia, caccia alle streghe: un disegno di legge chiede scusa a 4mila finite sul rogo

La Scozia è in procinto di riabilitare quasi 4mila persone accusate di stregoneria e mandate al rogo nei secoli passati grazie ad un disegno di legge proposto da un membro britannico.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Caccia alle streghe: è pronto il perdono ufficiale da parte della Scozia.

È stato presentato davanti al parlamento scozzese un disegno di legge per scagionare le imputate processate per atti di stregoneria. Quasi 4mila persone, circa l’84% delle donne, vennero torturate e nei casi più gravi fatte bruciare vive nelle fiamme.

Dopo una campagna durata due anni per eliminare i nomi di tutte le persone ingiustamente accusate, la proposta di legge è finalmente arrivata in parlamento, grazie al sostegno dell’amministrazione di Nicola Sturgeon.

Caccia alle streghe: il disegno di legge verso il perdono

Il numero totale di persone condannate a morte certa, dopo essere state accusate di stregoneria, è di 3.837. La caccia alle streghe era un fenomeno di superstizione che consisteva nel perseguitare le persone che praticavano malefici. Quattro secoli fa, la magia nera era considerata un crimine capitale, la maggior parte delle condannate finiva per confessare dopo le snervanti torture subite, come la privazione del sonno, gli aghi contro la pelle e le unghie schiacciate o strappate via.

Le crudeltà commesse verso le vittime, che si trovano in uno stato confusionale e allucinatorio, le inducevano a dichiararsi colpevoli. Per di più venivano strangolate a morte prima di essere condotte alle fiamme, per evitare che gli venisse concessa una degna sepoltura.

Il Sunday Times ha riferito che il gruppo Witches of Scotland ha iniziato una campagna verso il perdono e verso la cancellazione dei nomi, circa due anni fa. Tale iniziativa ha seguito le orme di una precedente proposta di legge emanata nel 2001 dalla Camera dei rappresentanti del Massachusetts negli Stati Uniti che proclamò innocenti le persone processate nella cittadina di Salem.

La leader della campagna, Claire Mitchell QC, ha dichiarato al Sunday Times che il movimento Witches of Scotland sta cercando il perdono e le scuse ufficiali da parte della Scozia per la caccia alle streghe.

Durante il periodo tra il XVI e il XVIII secolo, noi [Scozia] abbiamo giustiziato cinque volte più persone che altrove in Europa, la stragrande maggioranza delle quali donne.

Per metterlo in prospettiva, a Salem 300 persone sono state accusate e 19 sono state giustiziate.

Siamo stati assolutamente bravi a trovare donne da bruciare in Scozia. Quelli giustiziati non erano colpevoli, quindi dovrebbero essere assolti.

Caccia alle streghe: quali furono i motivi?

L’inizio della caccia alle streghe coincide con l’emanazione della legge Witchcraft Act del 1563, che rimase in vigore fino al 1736 e portò all’eliminazione fisica di molte donne scozzesi. Tale emendamento vietava sia la pratica della stregoneria sia le associazioni tra streghe.

Lo stereotipo di strega era di una donna anziana, dal carattere litigioso, spesso la denuncia giungeva dai vicini che si lamentavano di poteri magici e di strani rituali. L’accusa principale non proveniva tanto dalla magia ma piuttosto, nel caso delle donne, dai rapporti sessuali avuti direttamente col diavolo. Le sospettate venivano condotte nei tribunali locali, dopo essere state spogliate e depilate, venivano osservate attentamente in cerca del “marchio del diavolo”. Si trattava spesso di cicatrici, nei, cisti o macchie di vario genere. Per estorcere la confessione, i cacciatori ricorrevano molto spesso alla privazione del sonno. Soltanto nel 1735, il Parlamento Britannico abrogò le leggi, rendendo un crimine l’accusare una persona di malefici.

La caccia alle streghe veniva praticata essenzialmente per paura, in quanto l’eresia e la stregoneria erano considerate pericolose dal potere religioso cattolico e protestante. La paura verso chi assumeva dei comportamenti bizzarri era finalizzata al controllo delle rivolte contadine. Di fronte a guerre, carestie, fame e povertà risultava comodo poter sfruttare il timore del soprannaturale per far cessare le proteste popolari.

In Africa continua la caccia alle streghe

Nella vasta provincia del Congo nel Sud-Kivu, alcuni abitanti dei villaggi di Cihira e Kanyunyo, hanno denunciato alle autorità locali che lo scorso agosto, circa venti donne sono state accusate di stregoneria. La caccia sarebbe stata organizzata da un gruppo di uomini che sono andati a cercare le “streghe” casa per casa, picchiandole e prendendole a bastonate. La più anziana del villaggio, impossibilitata a correre, ha deciso di non scappare, ed è stata brutalmente strattonata e bruciata viva.

Nel continente africano sono ancora molti gli episodi di violenza nei confronti di donne e di bambini ritenuti pericolosi poiché praticanti della magia oscura. I piccoli stregoni, i Nodki, sono costretti a “vomitare il demonio”, subiscono violenze e umiliazioni tremende. Sono vittime della superstizione, della povertà e dell’ignoranza delle persone.

Leggi anche: Scuola scozzese, alunni e insegnanti maschi indossano gonne: “Sosteniamo l’identità di genere”

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