Popoli indigeni e biodiversità a rischio: la “Bugia Verde” dell’UE all’attenzione di Draghi

Survival International contro la ''Bugia Verde'' e la necessità di tutelare l’ambiente e i popoli indigeni.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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In una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, Survival International, movimento in difesa dei popoli indigeni, denuncia l’approccio scelto dall’Italia per contrastare la perdita di biodiversità a spese di questi popoli.

Secondo quanto sostenuto da Survival l’obiettivo europeo di trasformare il 30% del Pianeta in “aree protette” entro il 2030 è rischioso e figlio di una logica colonialista.

Survival International a difesa dei popoli indigeni

Survival International è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Fondata nel 1969 a Londra, aiuta i popoli indigeni a difendere le loro vite e i loro diritti fondamentali.

Survival ambisce a mettere fine ai trattamenti ingiusti a cui i popoli indigeni sono sottoposti. Infatti, sul sito di Survival si legge proprio così:

Dall’Amazzonia al Kalahari, dalla giungla indiana alla foresta pluviale del Congo, collaboriamo con i popoli indigeni per proteggere le loro vite e le loro terre.

I popoli indigeni subiscono razzismo, furti di terra, sviluppo forzato e violenza genocida solo perché i loro stili di vita sono differenti. Tutto ciò deve finire.

Strategia Ue per la biodiversità e i popoli indigeni: “Trasformare il 30% del Pianeta in area protetta”

Popoli indigeni.

L’obiettivo di trasformare il 30% del pianeta in “Aree Protette” entro il 2030, che sarà approvato in occasione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica, riprogrammata dal 17 al 30 maggio 2021 in Cina a causa dell’epidemia di Covid-19, è una “grande bugia verde”: distruggerà la vita di circa 300 milioni di persone e non salverà il pianeta.

Questo obiettivo preoccupa particolarmente Survival International che teme un grave impatto sui popoli indigeni.

Leggi anche: Donne che difendono l’Amazzonia rischiando la vita

Salvare i popoli indigeni, la “Bugia Verde” dell’Unione

Popoli indigeni aree protette.

Survival è in disaccordo perché crede che le aree protette non salveranno il pianeta, piuttosto aumenteranno la sofferenza umana e accelereranno la distruzione degli spazi che pretendono di proteggere, perché faranno cresce l’opposizione locale.

Per Survival, infatti, le aree protette non hanno alcun impatto sui cambiamenti climatici, ed è stato dimostrato che sono generalmente mediocri nel prevenire la perdita di vita selvatica. Dunque, cacciare gli indigeni dalla loro terra non aiuterà il clima. Per questo si parla di Bugia Verde.

Popoli indigeni, Survival scrive a Mario Draghi: “Gravi violazioni dei diritti umani”

Popoli indigeni Survival a Draghi.

A causa di questo preoccupante scenario, Survival ha scritto una lettera aperta al premier Mario Draghi che inizia così:

Signor Presidente Mario Draghi,

l’obiettivo di trasformare il 30% del pianeta in “Aree Protette” entro il 2030 sarà discusso al Congresso della IUCN nel prossimo mese di settembre, e deciso alla COP15 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD).



La lettera aperta di Survival prosegue spiegano che la mitigazione dei cambiamenti climatici non avverrà grazie alle aree protette e che anzi queste:

Provocano gravi violazioni dei diritti umani dei popoli indigeni e delle comunità locali.

E nulla oggi lascia pensare che in futuro sarà diverso.



Survival prosegue spiegando che la creazione di aree protette, soprattutto in Africa e Asia, segue un modello coloniale detto “conservazione-fortezza” che porta all’accaparramento di terra:

I popoli indigeni che vivono in questi territori vengono sfrattati, picchiati, torturati, violentati o addirittura uccisi da guardaparco supportati dalle maggiori ONG della conservazione.

Perché la difesa dell’ambiente richiede un approccio nuovo

Secondo il movimento, le aree protette danneggeranno anche la biodiversità che pretendono di voler proteggere, mentre i popoli indigeni giocano un ruolo cruciale nella protezione degli ecosistemi in cui vivono.

Survival, quindi, chiede al premier Mario Draghi che siano rispettati e garantiti i diritti territoriali di questi popoli e ha condannato la scelta dell’appoggio dell’Italia all’obiettivo del 30% di aree protette.

Survival passa a commentare proprio le parole di Draghi:


Lei ha affermato che “proteggere il futuro dell’ambiente richiede un approccio nuovo”: ha ragione! Per questo La sollecitiamo ad abbandonare un modello di conservazione coloniale, razzista, responsabile di gravi abusi e oltretutto inefficace ai fini ambientali.


Survival International conclude dichiarando che assicurare i diritti delle popolazioni che abitano il territorio deve essere il principale strumento di protezione della biodiversità: per i popoli indigeni, per la natura, per tutta l’umanità.

Leggi anche: Amazzonia, la deforestazione aumenta del 55% durante la pandemia
 

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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