Brunetta cambia la Pubblica Amministrazione: pensioni anticipate e largo ai giovani

Draghi e Brunetta firmano a Palazzo Chigi il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Ecco di cosa si tratta.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Ricambio generazionale. Questo è l’obiettivo di Mario Draghi e Renato Brunetta per la Pubblica Amministrazione.

Creare uno “scivolo” verso la pensione, per favorire, ccon incentivi, il pensionamento anticipato per tutti i dipendenti statali e della Pubblica Amministrazione vicini all’età pensionabile, magari non più motivati a rimanere nel settore pubblico.

L’ipotesi è questa almeno e rientra nel piano che prevede un vero e proprio cambiamento per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione e il tema delle pensioni.

Un piano che il ministro alla PA Brunetta ha presentato alcuni giorni fa in Senato alle commissioni permanenti Affari Costituzionali e Lavoro.

Brunetta vuole una Pubblica Amministrazione efficiente e aggiornata

La nuova legge di Bilancio 2021, autorizza la Pubblica Amministrazione a creare nuovi concorsi per assumere personale. Sono oltre 29.600 le assunzioni di giovani nel pubblico impiego da effettuare nel periodo 2021-2024, di cui 2800 al Sud.

Un ricambio generazionale necessario per creare ad hoc una classe dirigente che possa raccogliere la sfida sulla gestione dei soldi che arriveranno dal Recovery Plan.

Le nuove leve dovranno avere profili tecnici con un’elevata professionalità e qualifiche all’altezza. Specialmente per quello che riguarda l’assunzione dei dirigenti pubblici, troppo spesso al centro di scandali e poco qualificati.

Non fosse altro che ce lo chiede l’Europa.

L’Europa incalza l’Italia: velocizzare i concorsi pubblici e investire nelle nuove competenze gestionali

La commissione Europea da tempo spinge infatti per un rinnovo e un cambio di passo nella gestione dell’Amministrazione Pubblica italiana, per far fronte al nuovo piano di ripresa post Covid per la “ricostruzione” del Paese. Come a dire “così non funzionate”.

Bisogna dare una sterzata ai concorsi pubblici anche in vista dei prossimi pensionamenti.

L’UE infatti auspica che l’Italia possa di qui a breve velocizzare proprio i concorsi pubblici e magari diffondere nuove competenze gestionali a oggi poco praticate nel nostro Paese (project manager, performance e risk manager) fondamentale per la gestione del Recovery.

Insomma concorsi, digitalizzazione e smart working dovranno essere il fulcro del patto firmato questa mattina a Palazzo Chigi tra Governo e i sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

Draghi: “Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società”

mario draghi e brunetta sulle pensioni

Il presidente del consiglio Mario Draghi in seguito ha dichiarato:

Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Questo è sempre vero, con la pandemia è ancora più vero.

A fronte di questa centralità del settore pubblico se guardiamo la situazione attuale concludiamo che c’è molto da fare.

Leggi anche: Età media dei dipendenti pubblici, 51 anni. “Servono giovani nella pubblica amministrazione ”

Nel 2021 ci saranno più pensionati che dipendenti in attività nella PA

L’Italia si sa “non è un Paese per giovani” e spesso i numeri e le statistiche forniscono un quadro chiaro, il più delle volte sconfortante. La media dei dipendenti pubblici oggi è superiore ai 50 anni , il 17% invece ha più di 60 anni.

Nel 2021 ci saranno più pensionati ex statali, circa 3 milioni, che dipendenti pubblici in attività. Una perdita che andrà a colpire regioni ed enti locali.

Sulla questione demografica Draghi questa mattina nella sala verde di Palazzo Chigi si è così espresso:

Se guardiamo la situazione attuale concludiamo che c’è molto da fare.

L’età media oggi è di 50, quasi 51 anni, vent’anni fa era di 43 anni.

Quindi dal punto di vista demografico, per ragioni che trovano la loro radice in eventi anche lontani, c’è stato un progressivo indebolimento della struttura della Pubblica Amministrazione

Brunetta sulla questione delle pensioni

Nella relazione del ministro Renato Brunetta sulla Pubblica Amministrazione, un passaggio sulle pensioni e sulle nuove assunzioni recita così:

Le cessazioni delle fasce con maggiori anzianità contribuiscono a elevare la quota di laureati che tuttavia non supera il 40%.

È urgente ripensare i meccanismi di reclutamento delle persone sia sul piano procedurale e organizzativo che della selezione delle professionalità migliori e più idonee per le esigenze dell’Amministrazione.

La questione della PA, delle pensioni in particolare, è un campo minato e Brunetta con ogni probabilità non vuole sbagliare mossa. Anche perché i suoi trascorsi con la funzione pubblica durante l’ultimo governo Berlusconi (2008-2011) di certo non hanno lasciato dei bei ricordi.

Il 31 dicembre di quest’anno scadrà Quota 100, che consente di anticipare l’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi versati.

Dal 1 gennaio 2022 si tornerebbe quindi ai 67 anni come via libera per la pensione e questo è uno dei motivi per i quali Brunetta vorrebbe a tutti i costi favorire il cosiddetto “scivolo” nei confronti di coloro che sono vicini all’età pensionabile.

Tra le nuove ipotesi ci sarebbe quella proposta dall’esponente del PD Graziano Delrio: “Quota 92”.

Quest’ultima prevede sempre i 62 anni di età come soglia per la pensione, ma i contributi versati ammonterebbero a 30 anni.

Un modo pensato per aiutare gli uomini e le donne impegnati in lavori usuranti.

Leggi anche: Identità SPID, la novità ‘audio-video’ per ottenerla in modo facile e sicuro

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