Indennità Covid Inps, altro che “furbetti”: ecco i parlamentari che hanno chiesto il bonus

Secondo l’INPS sono cinque i parlamentari che hanno fatto richiesta, a detta della vox populi inopportuna, per il sostegno economico in seguito alla pandemia.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Forse che lo stipendio da parlamentare di 12 mila euro non basta ai cinque deputati, che Repubblica identifica essere tre della Lega, uno di Italia Viva e uno del Movimento 5 stelle, che hanno fatto richiesta del bonus emergenziale post-Covid dell’Iinps (Istituto nazionale della previdenza sociale). A rivelare questo fatto è stato l’ufficio dell’Inps che si occupa di individuare frodi tra le richieste del bonus, introdotto per le partite Iva che a marzo e aprile si sono trovate in estrema difficoltà causa lockdown. Bisogna però sottolineare che non è stato compiuto nessun atto illecito, nel momento i cui si sono dimostrati i requisiti necessari all’erogazione. La questione per molti però è di stampo morale. Così Sandro Ruotolo del Gruppo Misto:

La politica è etica (dovrebbe Ndr). Dovrebbero dimettersi e chiedere scusa. Definirli accattoni è poco. Adesso devono dar conto di quello che hanno fatto.

Il bonus per chi ne ha bisogno

Questo bonus di 600 euro (poi diventato di 1000 euro, nello specifico quello rivolto alle Partite Iva), previsto prima dal decreto Cura Italia e poi da quello Rilancio, è destinato ad alcune specifiche categorie di autonomi che hanno visto i propri profitti precipitare causa Covid. Soprattutto per velocizzare e rendere il più immediata possibile l’erogazione, non c’erano particolari paletti né un reddito massimo da dimostrare per poter fare richiesta. I problemi però sono stati diversi tra chi per un motivo burocratico o per la mole delle richieste non lo ha ricevuto nonostante fosse eleggibile. Altri invece, nonostante rispettassero i requisiti non ne hanno fatto richiesta perché forse non necessitavano di tale sostegno. A quanto pare tra questi non c’erano questi cinque parlamentari, che sembrano non aver avuto scrupoli nel farne richiesta. Si aspetta di capire l’identità dei deputati in questione, e se ci sono stati errori magari da parte di chi ne ha fatto richiesta per loro. Staremo a vedere.

Leggi anche: Cassazione: “Sì al referendum sul taglio dei parlamentari”

La riprovazione generale e la richiesta di dimissioni

Ciò che però ha scatenato l’indignazione generale, pubblica e istituzionale è stato il gesto, soprattutto per questo più volte discusso bonus, pensato dal governo e rivolto a chi ha visto la propria situazione economica tracollare a causa del lockdown per il coronavirus. Nello specifico ricordandoci il caos generale di questa emergenza, e che a più riprese ha lasciato fuori intere porzioni di società in difficoltà. Persone che si spera vivamente verranno incluse nel prossimo decreto di agosto. Riguardo questo “scandalo” delle richieste del bonus da parte di alcuni deputati, le reazioni sono state unanimi nel condannare il fatto. Forte la reazione del Presidente della Camera Roberto Fico:

È una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite Iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre.

Si sono uniti il Ministro degli Esteri Di Maio, che è determinato a “scovare i furbetti”, il Segretario Pd Zingaretti che parla di “vergogna”, “schiaffo enorme nei confronti di chi ha realmente bisogno, specie dopo l’emergenza sanitaria” afferma il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Michele Bordo. Le opposizioni, nella riprovazione generale prendono al volo l’occasione anche per attaccare il governo. “Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle Partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna”, così il leader della Lega Matteo Salvini. Anche la deputata Carfagna di Forza Italia segue questa linea “è ora ancora più evidente che questo sistema di bonus pensato dal governo è sbagliato, perché permette di richiedere e ricevere un sussidio anche a chi non ne ha assolutamente necessità”. Da capire bene alcune di queste dichiarazioni visti anche i partiti coinvolti, pensando che certe volte sarebbe più opportuno e più coerente, al posto di lanciare slogan propagandistici verso l’esterno, guardare un con un po’ più di attenzione a ciò che accade all’interno dei propri partiti.

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Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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