Bologna, il genio del fumetto Andrea Pazienza torna in mostra dopo 20 anni

Con "Fino all'estremo", dopo oltre un ventennio, le opere del Paz tornano a Bologna, cuore del periodo più creativo e florido del fumettista.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Andrea Pazienza, dopo oltre due decenni di assenza, torna nella “sua” Bologna a Palazzo Albergati con oltre cento opere originali provenienti dagli archivi.

Il grande artista, che con le sue vignette ha rivoluzionato per sempre il mondo del fumetto, è profondamente legato al capoluogo emiliano. Vi si trasferì nel 1974 per iscriversi al DAMS e vi iniziò nel 1977 la sua carriera sulle pagine di Alter Alter.

Il suo ritorno è un evento imperdibile.

“Fino all’estremo”, il ritorno di Andrea Pazienza a Bologna

"Fino all'estremo", il ritorno di Andrea Pazienza a Bologna

Dopo ben ventiquattro anni dall’ultima esposizione dedicatagli a Bologna, “Fino all’estremo” segna il ritorno di Andrea Pazienza nella città che gli è sempre stata più strettamente associata, nonché l’epicentro del suo periodo più florido e creativo.

Il nome della mostra trae ispirazione dal titolo della prima stesura di quello che sarebbe poi diventato Gli ultimi giorni di Pompeo, il vertice artistico, narrativo ed espressivo di un talento che nella storia del fumetto italiano ha avuto pochi eguali.

Si tratta di una retrospettiva che riporta in auge tutti gli indimenticabili personaggi che hanno reso celebre il fumettista: c’è il giovane Pentothal, studente politicamente impegnato e ossessionato da un profondo narcisismo, c’è Zanardi, cinico e sopraffatto dal vuoto esistenziale del nostro tempo. C’è Pompeo, l’alter ego del disegnatore che vive tutte le sue vicende più drammatiche. E anche l’immancabile presidente Pertini.

La mostra, a cura di ARF! Festival di storie, segni & disegni, ha aperto in occasione della nona edizione di Art City Bologna lo scorso 7 maggio, ma sarà visitabile fino al 26 settembre.

Alle opere del Paz si uniranno nell’allestimento le foto di Enrico Scuro. Lo scopo è quello di mettere in rilievo il profondo legame tra i disegni e i tumulti degli anni Settanta, di cui il fumettista fu allo stesso tempo protagonista e spettatore. Si ribadisce in questo modo l’indissolubile connessione nonché le continue interferenze tra l’ispirazione artistica e la stessa vita.

Nei disegni di Andrea Pazienza c’è tutto il caos degli anni che l’autore ha vissuto, c’è bisogno di evasione, di fuga, ma allo stesso tempo anche la voglia di partecipazione, di essere in prima linea, di lottare, essere attivi e sentirsi vivi.

A Palazza Albergati di via Saragozza si trova così un racconto di rivolte, amori, guerre politiche e turbamenti, vissuti da una generazione di giovani che sognavano e aspiravano alla libertà.

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Chi è il Paz?

Nato a San Benedetto del Tronto, nelle Marche, classe 1956, Andrea Pazienza trascorre la sua infanzia tra San Severo, cittadina pugliese, e San Menaio, frazione di Vico del Gargano.

Si trasferisce a Bologna non appena finisce il liceo e si iscrive al DAMS. Siamo in piena era di contestazione giovanile, in epoca di rivolte e insurrezioni, un periodo che inevitabilmente si riflette anche nelle opere del disegnatore, soprattutto quelle degli esordi.

Le straordinarie avventure di Pentothal, pubblicata a partire dal 1977 sulla rivista Alter Alter, riflette proprio il trambusto di quegli anni, la forza eversiva che si impossessa dei giovani e quel desiderio di rivalsa e affermazione.

Nello stesso anno, dalla collaborazione con Filippo Scòzzari, Stefano Tamburini, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore, nasce non solo la Primo Carnera Editore, ma anche la rivista Cannibale.

Paz contribuisce poi al settimanale Il Male e nel 1980, con il gruppo di Cannibale e con Vincenzo Sparagna, fonda il mensile Frigidaire, sulle cui pagine compare e si presenta al pubblico il personaggio di Zanardi. Ma queste non sono che alcune delle riviste che hanno ospitato la fervida immaginazione e il tratto unico di questo grande artista.

La morte lo coglie il 16 giugno 1988 a Montepulciano a causa di un’overdose di eroina. La sua vita e la sua opera hanno ispirato il film Paz diretto da Renato De Maria.

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