Dal Messico ecco i bio pannelli solari: 1 kg di biomassa mangia 2 kg di anidride carbonica

Ecologici, sostenibili e belli da vedere: i bio pannelli producono energia elettrica mentre purificano l'aria dalla CO2.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Arrivano dal Messico e sono verdi come il cuore di alghe che li anima: sono i bio pannelli solari, un’invenzione del giovanissimo Adán Ramírez, che oltre a produrre energia elettrica sono in grado di ripulire l’aria dall’anidride carbonica.

Il segreto dei bio pannelli, infatti, è un’anima composta da alghe marine, che si cibano per l’appunto di CO2.

Un’idea semplice e geniale

Bio pannelli

Partendo dal presupposto che le piante siano l’organismo a energia solare più efficiente sulla faccia della terra, qualche anno fa lo studente di biotecnologie all’Università Statale del Messico Adán Ramírez ebbe l’intuizione di coniugare l’esigenza di produrre energia elettrica con la capacità della biomassa di assorbire anidride carbonica, ideando quelli che sarebbero diventati poi i primi bio pannelli prodotti dalla sua start up Green Fluidics Company, vincitori di prestigiosi premi nel campo delle energie rinnovabili e dell’innovazione in questo settore, tra cui il MIT’s 2019 Latin American Innovators Under 35.

La start up intende realizzare delle vere e proprie pareti viventi che assorbano il gas serra in cambio del rilascio di ossigeno attraverso la fotosintesi clorofilliana da applicare su tutti gli edifici e le costruzioni esistenti o in via di fabbricazione.

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I bio pannelli solari intelligenti

L’innovativo sistema adottato per la realizzazione dei bio pannelli solari si basa sull’utilizzo di una combinazione tra microalghe e nanotecnologie che, lavorando sinergicamente, producono elettricità e ripuliscono nel frattempo l’aria da tutti i gas serra inquinanti.

Il design dei bio pannelli, concepiti come tessere triangolari di un tangram modulabile a seconda delle necessità, fa sì che essi siano facilmente adattabili alle strutture già in essere, ma anche integrabili in quelle di nuova progettazione. La tonalità verde della loro colorazione, poi, rende estremamente gradevole la loro presenza su ogni superficie.

I bio pannelli, infatti, si possono applicare lungo i muri esterni degli edifici, essere utilizzati come pareti divisorie e addirittura fungere da tetto, ottenendo la riduzione di CO2 nei pressi dello stabile, generando corrente elettrica e mitigando le temperature all’interno degli ambienti.

Parlando in numeri, ogni bio pannello, la cui superficie è di circa un metro quadrato, è in grado di sviluppare 328 KWh/mq di corrente elettrica ogni anno, facendone risparmiare altri 90 KWh/mq derivanti dal mancato utilizzo di condizionatori e riscaldamenti.

Ogni pannello, poi, consente il monitoraggio costante della qualità dell’aria e restituisce in tempo reale l’efficienza del modulo sia in termini di energia generata che di anidride carbonica assorbita.

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I vantaggi dei bio pannelli, dalla terra allo spazio

Bio pannelli - rendering

I bio pannelli, dunque, potrebbero davvero risolvere alla radice due dei più grandi problemi dei nostri tempi: ridurre le emissioni di CO2 e sganciare l’approvvigionamento di energia elettrica dai combustibili fossili, promuovendo un’architettura sostenibile in funzione della transizione energetica.

La loro struttura, poi, è al 90% biodegradabile, eliminando l’annoso problema dello smaltimento dei pannelli solari: i principali componenti di cui sono fatti sono biomassa di microalghe, metalli e minerali. Non solo: durante la loro vita, che si aggira intorno ai 10 – 12 anni, i bio pannelli possono anche essere sfruttati per la creazione di fertilizzante agricolo perché la biomassa contenuta al loro interno si riproduce grazie proprio alla radiazione solare e all’assorbimento dell’anidride carbonica.

L’invenzione è talmente accattivante per le sue proprietà che persino l’industria aerospaziale si è interessata all’argomento, per poter produrre ossigeno in condizioni estreme fuori dall’atmosfera terrestre.

Presto potrebbero essere portati a bordo delle astronavi o all’interno delle stazioni spaziali per sperimentazione sia come produttori di gas respirabile dagli astronauti sia impiegarli come fertilizzanti per colture spaziali.

Leggi anche: Dallo spazio alla Terra, così l’energia arriva ovunque con il pannello solare spaziale PRAM

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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