Torino, bimbo di 7 anni riceve finalmente il trapianto dopo 525 giorni con cuore artificiale

Dopo un lungo periodo di quasi due anni, il bambino che ha vissuto in ospedale con un cuore artificiale ha ricevuto il trapianto, grazie ad una donazione. Il piccolo sta bene ed è stato dimesso.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Un bimbo di 7 anni collegato da circa un anno e mezzo a un cuore artificiale, presso l’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino, ha ricevuto finalmente il trapianto.

Il piccolo ha raggiunto un record riguardo alla tempistica di impianto più lunga tra i pazienti di Cardiochirurgia plastica dell’ospedale torinese.

Bimbo di 7 anni, quasi un anno e mezzo con cuore artificiale

Nato in Marocco, il bambino ha iniziato ad accusare i sintomi di insufficienza cardiaca nel 2019.

Trasferito con la mamma in Italia per raggiungere il papà che lavorava in Liguria, è stato dapprima ricoverato per un breve periodo in un ospedale pediatrico per poi essere trasferito in elicottero al Regina Margherita di Torino.

Il cuore del bambino ha però smesso di battere ed è stato sottoposto a Ecmo, ossigenazione extra-corporea, per alcuni giorni. Gli è stato poi impiantato un cuore artificiale Berlin Heart con il quale ha convissuto fino al giorno del trapianto, per ben 525 giorni.

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Trapianto bimbo di 7 anni: “Richiede accorgimenti non semplici”

bimbo di 7 anni_Carlo Pace Napoleone

Il piccolo ha vissuto per quasi un anno e mezzo con cuore artificiale nei locali di lungodegenza dei pazienti dell’Oncoematologia, conosciuti come Isola Margherita, dove seguito dai genitori ha studiato e imparato l’italiano.

Il trapianto è stato realizzato dall’equipe dei cardiochirurghi pediatrici, diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone, che al Corriere della Sera ha raccontato la vicenda, soffermandosi sulle difficoltà riscontrate dai bambini che vivono un’esperienza simile e nello specifico dal bimbo di 7 anni di origini marocchine. Ecco cosa ha detto:

Non è semplice vivere così: il cuore artificiale nei bambini piccoli non viene messo nel torace ma all’esterno.

Non è ovviamente prevista la dimissione, quindi ha trascorso tutto questo tempo in ospedale, durante il periodo Covid, in un ospedale quindi blindato, senza visite esterne.

Un trapianto è sempre un’emozione, perché tu vedi che è un percorso che è tutt’altro che semplice, non soltanto dal punto di vista psicologico per il bambino che deve superare questo periodo assolutamente innaturale per un bambino della sua età.

Ma è difficile anche per noi perché è altrettanto innaturale un cuore che già viene definito artificiale quindi è ovvio che richiede tutta una serie di accorgimenti e di attenzioni che non sono semplicissime da portare avanti.

Il bambino sta bene ed è stato dimesso, dopo qualche giorno di degenza.

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