Epifania in zona rossa, la Befana di Piazza Navona quest’anno non scenderà

L'Epifania quest'anno non sarà la stessa a Roma, senza l'uscita della Befana di Piazza Navona e le classiche bancarelle di doni e dolci tipici.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La Befana di Piazza Navona quest’anno non scenderà. Per i romani le bancarelle della Piazza durante il periodo natalizio rappresentano una tradizione. E i festeggiamenti si concludono con l’uscita della Befana il giorno dell’Epifania o giorno della Befana, come siamo soliti definirlo.

Sappiamo che quest’anno tutto questo non sarà possibile. La Befana di Piazza Navona non scenderà il 6 gennaio per distribuire dolcetti, giocattoli o carbone ai bambini e non solo. Ma di certo non verrà meno la magia di questo giorno di festa.

Piazza Navona nel periodo natalizio

Befana di Piazza Navona_bancarelle

Non è la prima volta che si verificano dei cambi di rotta rispetto alla tradizione. I romani da anni criticano le varie amministrazioni perché la piazza sotto il periodo natalizio ha perso gli splendori di un tempo.

Lo scorso anno, ad esempio, sono stati posti dei sigilli temporanei ai banchi per irregolarità riscontrate nelle norme di sicurezza. Questo ha provocato diverse reazioni, come la manifestazione nella piazza da parte dei membri del comitato “Piazza Navona”, capitanato dal consigliere municipale Athos De Luca.

De Luca in quest’occasione aveva espresso tutto il suo disappunto e così si era così espresso:

Piazza Navona era un punto ritrovo di tutti i romani a Natale. Chi viene qui oggi trova banchi chiusi e squallore.

L’amministrazione è incapace di inventarsi cose nuove e distrugge le poche cose che ci sono.

La Raggi sarà felice, i romani meno. Noi non ci rassegniamo.

La tradizione della Befana di Piazza Navona

Befana di Piazza Navona_befana

Fin dal 1800 grandi e piccoli si recavano a Piazza Sant’Eustachio per festeggiare la Befana, tra giochi, dolci, botteghe e regali.

Dopo l’Unità d’Italia i festeggiamenti si spostarono a Piazza Navona, storica sede del mercato rionale, che per questa occasione veniva addobbata con luminarie. E ancora la piazza si riempiva di giostre, bancarelle e chiostri straripanti di doni e dolci tipici. La fine della festa era segnato invece dall’arrivo della befana il 6 gennaio, a colorare la piazza di colori e folklore. Così nasce la tradizione della Befana di Piazza Navona.

Er Pupo”, un’altra tradizione romana da apprezzare

Befana di di Piazza Navona_Er Pupo

Un’altra tradizione tipica romana è quella de “Er Pupo”, una statuina in legno di circa 50 centimetri di lunghezza che la tradizione narra essere stata scolpita da un frate francescano nell’ottocento con il tronco di un albero d’ulivo del Getsemani, in Terra Santa.

Questa statuetta è sempre stata molto venerata dai romani in quanto ritenuta responsabile di numerose guarigioni miracolose, le quali avvenivano in parallelo con la colorazione più rosea delle labbra del Pupo. In segno di ringraziamento veniva poi avvolto in delle fasce color oro e adornato di regali.

Nell’ottocento questa statua veniva portata in processione per le strade di Roma per benedire la città e la sua popolazione proprio il giorno dell’Epifania, per poi essere conservata nella chiesa dell’Ara Coeli.

Nel 1994 la statua venne rubata e non fu più ritrovata. Oggi è stata sostituita con una copia e sono ancora tanti i fedeli che continuano a dimostrare il loro amore verso questo simbolo della storia romana.

La Befana tra tradizione, elementi cristiani e folklorici

Festa della Befana a Roma in Piazza Navona

Il termine “Befana” deriva da greco “Epifania”, che significa apparizione o manifestazione. Ha origini antichissime e discende da tradizioni magiche precristiane per poi fondersi con elementi folcloristici e cristiani.

Nell’immaginario collettivo è rappresentata da una vecchietta con il naso lungo, gonna, grembiule e fazzoletto in testa, che viaggiando su una scopa porta doni a tutti i bambini, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

La Befana porta i doni proprio come i Re Magi offrono a Gesù bambino oro, incenso e mirra. È qui che tradizione e Cristianesimo si fondono, conferendo a questa festa un’impronta religiosa, pur con una connotazione folklorica.

Come nasce la figura della Befana?

In passato gli antichi romani credevano che la dodicesima notte dopo il solstizio invernale figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare il raccolto e che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione. Queste figure vennero poi considerate sataniche dalla Chiesa e portarono a varie sovrapposizioni che sfociarono poi nel Medioevo nella personificazione della nostra Befana.

Questa figura, legata al nostro passato agricolo, è stata utilizzata come figura apotropaica e sacrificale, legata a Madre Natura. Raccogliendo in sé tutte le pene passate, oramai secca e stanca di aver dato tutte le sue energie durante l’anno diventa pronta ad essere bruciata e a rinascere dalle ceneri come una giovane Natura.

Leggi anche: Elf on the Shelf, perché adottare un elfo magico a Natale

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