Banca Etruria, tutti assolti anche padre della Boschi. Renzi: “I mostri non eravamo noi”

Volge al termine il processo sulle consulenze all'ex Banca Etruria con assoluzione in formula piena dei 14 imputati, tra cui anche il padre di Maria Elena Boschi.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Il giudice di Arezzo Ada Grignani ha assolto i 14 imputati nel processo sulle consulenze alla ex Banca Etruria, dichiarando che il fatto non sussiste.

Gli imputati erano stati accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze, che la Banca Etruria aveva commissionato in vista di una possibile fusione con la Banca Popolare di Vicenza, compromettendo i conti e portando alla bancarotta la Banca.

Il pm Angela Masiello aveva chiesto il massimo della pena, corrispondente a un anno, per Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena Boschi, ed ex vicepresidente dell’istituto fiorentino, e per altri tre dirigenti: Claudia Bugno, Luciano Nataloni e Luigi Nannipieri. Per gli altri imputati erano state richieste pene dagli 8 ai 10 mesi.

Non è mancato il commento di Matteo Renzi, che tramite un tweet ha espresso così lo stato d’animo del momento:

Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno.

Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi.

Banca Etruria: il pianto di gioia della Boschi

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Anche l’ex ministro e presidente dei deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi, ha commentato su Facebook la sentenza di assoluzione in formula piena che vede scagionato il padre e gli altri 11 imputati:

Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera.

Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente.

La Boschi ha sempre creduto al fatto che suo padre fosse innocente ma la gioia di questo momento ha un sapore di rivalsa sociale nei confronti di chi ha attaccato lei e la sua famiglia:

Oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora lo sanno tutti, non solo la sua famiglia.

Lo sa il popolo italiano, nel cui nome la sentenza è stata pronunciata. Lo sanno le Istituzioni di questo Paese che io ho servito con dignità e onore. Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto.

Lo sanno i talk che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda. Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti.

L’ex ministro ha poi sottolineato quanto questa vicenda abbia influenzato e pesato sulla sua carriera, più di quanto si pensi.

Leggi anche: Fondazione Open: cos’è, come funziona e perché Renzi rischia il processo

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