Aumento pensioni nella nuova legge di Bilancio: per chi e a quanto ammonterà

La Premier Giorgia Meloni - nelle ultime ore - avrebbe rassicurato gli alleati sulla possibilità di un nuovo incremento degli assegni pensionistici, che troverebbe il suo massimo favore.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Aumento pensioni: quali novità? Continuano i lavori dell’esecutivo in vista della legge di Bilancio 2024. Difficile trovare la quadra su misure considerate essenziali, vista la scarsità delle risorse a disposizione. Ma la Premier Giorgia Meloni – nelle ultime ore – avrebbe rassicurato gli alleati sulla possibilità di un nuovo incremento degli assegni pensionistici, che troverebbe il suo massimo favore.

Questo perché – viste le disastrose conseguenze dell’inflazione, che ha dato un colpo di spugna al potere d’acquisto di molti cittadini – ora la priorità del Governo in vista della Manovra è di introdurre misure a sostegno dei redditi più bassi: da qui, ad esempio, la conferma dello sgravio contributivo, al quale si affiancherà un sostegno ad hoc per i redditi “medio-bassi” dei pensionati.

Aumento pensioni minime: le novità in legge di bilancio

L’aumento pensioni che dovrebbe essere contenuto nella nuova legge di bilancio – stando alle parole della Premier Meloni – riguarderà anzitutto le pensioni minime. Anche se ovviamente, per averne la certezza, bisognerà aspettare la prossima settimana, quando il testo della legge di Bilancio 2024 verrà approvato dal Consiglio dei ministri.

Come si dice in gergo in questi casi, il testo della Manovra dovrebbe essere “blindato”: sarebbe stata Meloni stessa – nei colloqui con gli alleati – ad escludere categoricamente la possibilità di avanzare emendamenti “di partito” visto che – come dicevamo – le risorse a disposizione sono scarsissime.

Nonostante ciò, quando la Presidente del Consiglio afferma di voler sostenere le pensioni più basse, si riferisce di certo alle pensioni minime, che subiranno il prossimo anno un lieve incremento. Già nel 2023, le pensioni minime sono aumentate grazie a una rivalutazione straordinaria dell’1,5%, aumentata al 6,4% nel caso dei pensionati over 75. Per il 2024, invece, sarebbe in programma una sola rivalutazione straordinaria aumentata al 2,7% per tutti, senza quindi alcuna maggiorazione per gli over 75.

Come riporta il sito specializzato Money.it, questa rivalutazione (effettuata tenendo conto del tasso d’inflazione) porterà la pensione minima a quota 615 euro per tutti, cifra sulla quale il governo sembra voler intervenire ancora in modo da avvicinarsi all’obiettivo 1.000 euro, cavallo di battaglia di sempre di Silvio Berlusconi, rilanciato durante la campagna elettorale di settembre 2022 e ora portato avanti dal nuovo leader di Forza Italia Antonio Tajani.

Nonostante le indiscrezioni, non è ancora chiaro se il governo si limiterà a confermare la rivalutazione straordinaria del 6,4% per gli over 75 oppure se si spingerà ancora oltre: l’obiettivo è di arrivare a 700 euro, probabile che si possa chiudere intorno ai 670 o 680 euro.

Al momento – riporta sempre Money.it – il Governo starebbe pensando pure ad estendere la rivalutazione straordinaria delle pensioni minime a quelle d’invalidità civile, così come non sono da escludere novità per quel che riguarda l’assegno sociale.

Aumento pensioni “medie” nella legge di bilancio 2024: cosa sappiamo

Aumento pensioni in legge di Bilancio: per chi e di quanto

Se l’aumento pensioni minime sembra ormai una sicurezza, ci sono meno certezze se si parla del futuro degli assegni previdenziali “medi”. O meglio: la Presidente del Conisglio Meloni avrebbe dichiarato di voler intervenire anche in favore delle pensioni di importo medio. Ma non si sa ancora esattamente con quali modalità.

Molto probabile che la Premier – parlando degli interventi a favore di questo range di pensionati – si riferisse ai vantaggi che verranno garantiti dalla riforma fiscale, che nel 2024 dovrebbe partire con l’accorpamento del primo scaglione Irpef con il secondo, con un’aliquota unica del 23%, e con la detassazione della tredicesima.

La prima misura garantirà un risparmio del 2% sul reddito compreso nella fascia che va dai 15 ai 28 mila euro, il che porterebbe a un aumento annuo fino a 260 euro. Da capire invece le modalità di detassazione della tredicesima, per la quale potrebbe esserci un’aliquota unica al 15%.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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