AstraZeneca e J&J, Aifa e Cts verso lo stop: “Non somministrare a chi ha meno di 50 anni”

Dopo il colloquio di ieri tra Aifa e Cts, i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e J&J) vanno verso lo stop per gli under-60. L'esperto Mannucci illustra la sindrome trombotica post-vaccino e invita a somministrare ai giovani sieri ad mRna.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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AstraZeneca e J&J verso lo stop. Dopo le polemiche e gli sporadici casi di trombosi post-somministrazione, le condizioni d’uso del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca cambieranno. Ed è anche molto probabile che gli open day con questo vaccino saranno annullati: tali eventi fanno breccia soprattutto tra i giovani, ed è proprio a loro che il siero anglo-svedese darebbe i problemi maggiori. Nonostante gli effetti collaterali di natura trombotica si attestino attorno ad un caso su 100.000, decisamente nulla di troppo preoccupante, gli esperti ritengono che in questo momento per i giovani tali numeri bastino per considerare il vaccino un rischio maggiore di quello di contrarre il Covid-19. Proprio per discutere di tutto ciò, ieri la Cts di Aifa e il Cts del Governo hanno affrontato la questione.

Oltre alle decisioni istituzionali, per cui si attendono conferme, sono molti gli esperti che continuano a sconsigliare la somministrazione di vaccini a vettore virale (AstraZeneca e J&J) nei giovani. Intervistato dal Corriere della Sera, Mannuccio Mannucci, esperto di coagulazione, ha ribadito tale punto di vista ed ha aggiunto: “L’esistenza di una sindrome scatenata da questi vaccini è stata ufficialmente ammessa, colpisce pochissimi soggetti su milioni di vaccinati: prevalentemente donne nella fascia 25-60. Ora le alternative ci sono, usiamole”.

Astrazeneca e J&J verso lo stop, Aifa e Cts: “Moderna e Pfizer a chi ha meno di 60 anni”

Quanto stabilito ieri da Aifa e Cts riguardo AstraZeneca verrà probabilmente ufficializzato in giornata: la decisione rimane in mano all’organo governativo, dato che Aifa ha concluso il suo lavoro stabilendo che per le persone dai 60 anni in giù sono consigliati i vaccini ad mRna (Moderna e Pfizer). Tale decisione è arrivata dalla constatazione che il rapporto rischio-beneficio dei vaccini a vettore virale cambi quanto più si scende con l’età e per i giovani sarebbe particolarmente svantaggioso.

Da parte sua, il Cts si è mostrato particolarmente favorevole al cosiddetto “mix di vaccini”, considerato efficace anche da molti immunologi esperti: si tratterebbe di evitare di procedere con la seconda dose di AstraZeneca facendo il richiamo col vaccino Pfizer. E si tratta di un punto fondamentale: se si sta valutando di interrompere le vaccinazioni dei più giovani con sieri a vettore virale, quella dell’incrocio di vaccini potrebbe essere la principale conseguenza e soluzione. Ma non sarà di semplice realizzazione dal punto di vista organizzativo: ad esempio, rimane da chiarire se l’incrocio di vaccini sarà una possibilità aperta ad ogni cittadino o una decisione basata esclusivamente sul fattore età.

Rimane un nodo da sciogliere anche quello degli Open Day, specie dopo la vicenda della ragazza di 18 anni che, partecipando ad uno di questi eventi a Genova, ha ricevuto il vaccino Vaxzevria ed è stata poi colpita da trombosi. Da quel momento, dopo diverse polemiche, alcune Regioni hanno cominciato a revocare gli Open Day, come è accaduto con quello organizzato dalla Asl Napoli II, aperto a tutti i maggiorenni. In altre Regioni, come Lazio e Sicilia, tali eventi continuano invece a prendere luogo: da oggi a domenica sono stati invitati migliaia di giovani over-18 a vaccinarsi con AstraZeneca e J&J.

Si attende il responso ufficiale del Cts, anche se il coordinatore Franco Locatelli sembra sposare le posizioni di Aifa. Ha ricordato ieri: “AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età”. Dunque, rimane questa l’indicazione principale e, con tutta probabilità, non ci sarà un ritocco dell’età minima, come invece è avvenuto nel Regno Unito.

Leggi anche: L’appello dei medici: “Sbagliato somministrare AstraZeneca ai giovani, specie alle donne. Rischio trombosi”

AstraZeneca e J&J verso lo stop, Mannucci: “Sotto i 50 anni vaccini a mRna più sicuri, riconosciuta sindrome scatenata da vaccino”

AstraZeneca e J&J verso lo stop, Mannucci: "Sotto i 50 anni vaccini a mRna più sicuri, riconosciuta sindrome scatenata da vaccino"

Gli esperti continuano a sconsigliare la somministrazione di vaccini a vettore virale nei giovani. Si è unito all’appello Mannuccio Mannucci, esperto di coagulazione e redattore per Aifa di documenti di valutazione di AstraZeneca e J&J, intervistato dal Corriere della Sera. Mannucci ha ribadito che è stata ormai ammessa l’esistenza di una sindrome scatenata da questi vaccini e, seppur rara, interesserebbe soprattutto le donne nella fascia 25-60 anni. Ha detto: penso che i vaccini a vettore virale non dovrebbero essere somministrati sotto i 50 anni. Per questo, ha aggiunto, sarà fondamentale utilizzare le alternative disponibili.

Mannucci continua: “Anche l’Ema dovrebbe aggiornare le sue posizioni, è stata ufficialmente ammessa l’esistenza di una sindrome scatenata da questi vaccini, la VITT. Significa ‘vaccine induced thrombotic and thrombocytopenia’ e, dopo la prima dose, ha colpito pochi soggetti su milioni di immunizzati, prevalentemente di sesso femminile concentrati nella fascia 25-60. Sono stati segnalati eventi trombotici in sedi non usuali (seni venosi cerebrali, milza). La cosa strana è che queste forme sono associate a carenza di piastrine con valori bassissimi, si può morire di emorragia cerebrale”.

Mannucci chiarisce poi perché le donne sono più a rischio: “Poiché il meccanismo dell’autoimmunità è più frequente nel genere femminile e qui ci troviamo molto probabilmente di fronte a meccanismi di autoimmunità in cui l’organismo risponde in modo sconsiderato alla presenza di agenti estranei”.

Esprimendosi poi sul caso della 18enne colpita da trombosi post-vaccino a Genova, Mannucci ha affermato che, nonostante la rarità degli episodi trombotici, sarebbe bene orientarsi verso inidicazioni più stringenti nei confronti dei vaccini a vettore virale. Anche perché “siamo in una fase di grande disponibilità di dosi, ci sono alternative: sotto i 50 anni i vaccini a Rna messaggero costituiscono un’alternativa senza alcun dubbio più sicura. In Israele nella campagna vaccinale è stato usato solo Pfizer-Biontech e non si sono avuti casi di VITT”.

Sugli Open Day, il “no” di Mannucci è netto: tali eventi “molto discutibili” fanno leva sulla voglia di libertà dei giovani e ignorano i rischi. Parlando poi della seconda dose di AstraZeneca ai giovani che hanno ricevuto la prima, Manucci afferma: “il rischio di trombosi è molto più basso ma non assente: non si può escludere che chi non ha avuto complicanze con la prima inoculazione ne abbia con la seconda”.

Leggi anche: Bologna, open day vaccino J&J: spintoni e urla per una dose, intervengono i Carabinieri

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