Arriva Immuni, l’app per tracciare i contagi da Coronavirus

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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È confermato, l’app di contact tracing che servirà a tenere sotto controllo i contagi nella Fase 2 è una realtà. Si chiama Immuni e oggi ha avuto il via libera dal commissario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri che questa mattina ha firmato l’ordinanza n.10 con cui dispone di “procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons”, che si occuperà anche degli aggiornamenti nei prossimi mesi.

Come funziona Immuni

Al momento non è obbligatorio scaricare l’applicazione, ma più sarà alto il numero di download, più saranno rilevanti a livello statistico i dati raccolti. Il sistema si compone di due parti. La prima si basa sul sistema bluetooth grazie al quale sarà possibile registrare la distanza tra due smartphone nell’arco di un metro e ricostruire a ritroso gli spostamenti di una persona risultata positiva al Covid-19 in modo da poter rintracciare e isolare eventuali altri contagiati. La seconda funzione è quella del “diario clinico“:

Una sezione in cui i singoli utenti possono registrare in modo anonimo eventuali sintomi. I dati così raccolti permettono di prevedere se ci sono delle zone in cui si sta diffondendo il contagio. Oggi invece facciamo i test solo alle persone che si aggravano: significa che rileviamo i casi quando ormai sono vecchi di almeno dieci giorni. E quindi hanno già contagiato altri.

Spiega Luca Foresti amministratore delegato della rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino. Leggi anche: Il modello Emilia: “Combattere il virus con i tamponi casa per casa”

La privacy dei cittadini sarà tutelata

Per quanto riguarda la privacy, l’applicazione assicura completa sicurezza dei dati degli utenti attraverso dei codici identificativi anonimi a cui corrisponderanno tutti i dispositivi incrociati. Se il cittadino ha la conferma di essere positivo al Covid-19, riceverà dall’operatore sanitario un codice con cui scaricare i dati raccolti su un server in forma anonima, inclusa la lista, sempre anonima, delle persone con cui è stato a contatto nell’ultimo periodo. A questo punto il server calcola il rischio che corre ogni contatto in base alla vicinanza registrata e al tempo di esposizione al virus. Questo permetterà di generare una lista di persone da allertare mediante notifica sul proprio smartphone. Al momento non è previsto un sistema di tracciamento tramite Gps.

Una misura necessaria per uscire dall’emergenza

Il progetto, nato dalla collaborazine tra il Centro medico Santagostino e la società di data analysis Jakala, è stato selezionato tra gli oltre 74 presentati al ministero dell’Innovazione e della digitalizzazione lo scorso 10 aprile. Una misura necessaria, come spiega Luca Foresti per poter finalmente uscire dall’emergenza.

“,’applicazione serve a limitare e contenere i contagi intervenendo sui focolai in modo mirato, chirurgico. L’isolamento deciso dal governo in questo momento è fondamentale, ma dobbiamo pensare a degli strumenti per il dopo, quando il virus sarà diminuito ma non del tutto scomparso e dovremo prevenire che si diffonda di nuovo”.

Leggi anche: Così Big Data e intelligenza artificiale scoprono chi fugge dalla quarantena di Clarice Subiaco

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Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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