Attiviste imbrattano manifesti antiabortisti. La Lega: “Atti vandalici vergognosi ed estremi”

Appaiono nuovamente manifesti antiabortisti e le attiviste di "Non una di meno" non stanno a guardare. La Lega a Verona commenta: "È un attacco alla pluralità di pensiero".

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Verona, appaiono ancora cartelli antiabortisti e le attiviste di Non una di meno, indignate, non stanno a guardare. Non passa molto che suddetti cartelli vengono modificati, tra omissioni e aggiunte, i cartelli assumono nuovi significati: l’aborto è un diritto, non una sconfitta.

A commentare il fatto, i consiglieri comunali leghisti mettono al centro la democrazia, commentando il gesto come estremista e vergognoso e come un attacco alla libertà di pensiero ed espressione.

Chi ha ragione?

Manifesti antiabortisti scatenano le attiviste di Non una di meno

Manifesti antiabortisti scatenano le attiviste di Non un di meno.

Già a dicembre, nel capoluogo dell’omonima del Veneto, erano apparse delle ‘vele’ mobili contro l’aborto che ritraevano una donna morta, ‘avvelenata’ dalla pillola abortiva. Ma per le ProVita, e non solo, non era abbastanza, ecco riapparire manifesti di indignazione contro l’aborto.

Suddetti cartelloni recitano: “Mamma, chi sceglie la vita vince sempre. L’aborto è una sconfitta!”

Tuttavia, la risposta di quante, invece, favorevoli alla pratica, le femministe di Non una di meno in prima fila, non tarda ad arrivare: scarabocchi, aggiunte e cancellazioni modificano il messaggio.

Non una di meno commenta:

Gli antiabortisti tappezzano la città di cartelloni e la marea transfemminista risponde! L’aborto non è una sconfitta, ma un diritto conquistato con la lotta!

E aggiunge:

Vogliamo molto più della 194, vogliamo gli obiettori fuori dagli ospedali e dai consultori, la pillola abortiva realmente accessibile, e che la maternità diventi davvero, per tutte, una scelta! Il corpo è mio, non decide ProVita!

La Lega commenta a supporto degli antiabortisti: “Attacco vergognoso ed estremista alla democrazia”

Quando le attiviste favorevoli all’aborto di scagliano contro i ProVita lo fanno in nome della libertà di scelta, quella libertà della donna di essere libera di interrompere una gravidanza, che per varie motivazioni può essere indesiderata.

A quello stesso concetto, quello di “libertà” si appella la Lega, estendendo la facoltà di poter scegliere liberamente alla facoltà di poter pensare e potere esprimersi liberamente. Facoltà di fatto violata da coloro che hanno imbrattato i manifesti in cui non erano che espresse idee e con cui molti non hanno fatto che combattere per i propri ideali.

I consiglieri leghisti veronesi chiosano:

Negli ultimi giorni è partita la campagna pubblicitaria dell’associazione “ProVita” con l’affissione di alcuni cartelloni a sostegno delle nascite.

I cartelloni sono stati purtroppo presi di mira dalle esponenti di un’associazione che si definisce femminista che li hanno imbrattati, insultando il lavoro di tutti coloro che ogni giorno si battono democraticamente per i propri ideali.

Il solito pensiero a senso unico che come Lega cerchiamo di combattere su più fronti.

I consiglieri comunali della Lega Anna Grassi, Laura Bocchi, Vito Comencini, Andrea Velardi e Alberto Zelger hanno aggiunto:

Troppo spesso si inneggia alla libertà della donna pensando che la libertà sia solo una, alcune possono dire ciò che pensano e altre invece devono subire atti di violenza o vedere il proprio volto imbrattato: dietro quei manifesti, oltre al messaggio di una associazione, c’è una donna che ha deciso di metterci la faccia liberamente.

Ribadiamo quanto già detto in occasione della 43esima “Giornata della Vita”: la vita umana è un valore, la maternità va sostenuta e come politici dobbiamo impegnarci il possibile per rimuovere le cause che inducono una donna ad abortire, come per altro sostiene anche la legge 194.

Leggi anche: Polonia, in vigore la legge contro l’aborto: in migliaia protestano a Varsavia

Contro gli antiabortisti: l’Italia eversiva per la 194

L'Italia eversiva per la 194: manifestazioni contro gli antiabortisti.

La legge 194 che depenalizza e disciplina le modalità di accesso all’aborto è oggetto di discussione da decenni non solo a Verona, ma in tutto lo stivale.

Anche in Ancona lo scorso sabato, il 6 febbraio, un gruppo di manifestanti ha invaso Piazza Roma per manifestare a favore della legge n.194, contro la decisione della giunta Acquaroli di eliminare la distribuzione della pillola abortiva RU 486 nei consultori. Il coro all’unisono: “La maternità è una scelta, non una schiavitù”.

I manifestanti hanno reclamato:

Facciamo appello a tutte le soggettività che difendono le conquiste democratiche, alle donne prima di tutto, ai lavoratori, agli studenti, alle forze sindacali, ai movimenti sociali. Chiediamo di anteporre alle legittime sensibilità e differenze dei vari gruppi e associazioni, l’urgenza di fare fronte comune su una battaglia di civiltà che non si può perdere.

E’ in gioco l’intero sistema dei diritti civili. Riteniamo che sia urgente respingere questo attacco volgare e costruire una lotta politica sociale e culturale.

Chiediamo che nessuno resti indifferente di fronte alle azioni di Acquaroli e dei suoi.

Leggi anche: Argentina, sentenza storica: il Senato approva la legalizzazione dell’aborto

Nella questione veronese un problema di fondo: cosa vuol dire “libertà”?

Il vocabolario Treccani definisce la “libertà”:

La facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo autonomo.

Nella questione veronese la questione di fondo è proprio la definizione di questo concetto. Le attiviste a rivendicarne il diritto, sono le stesse a sottrarlo a chi si schiera dall’altro lato.

Mentre, da una parte, ci si riunisce e si cerca un modo per far sentire la propria voce e far valere le proprie opinioni, combattendo per degli ideali, giusti o sbagliati che possano essere, dall’altra, si interviene a soffocare le idee e il modo di esprimerle dell’altro.

Rivendicare la propria autonomia di pensare, agire, esprimersi e persino scegliere è un diritto. Ma queste libertà hanno un limite: quelle dell’altro, che hanno lo stesso diritto di sussistere e farsi valere.


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