‘Ndragheta, Mantella pentito chiave del processo Rinascita-Scott: “Nemmeno io so quanti omicidi ho ordinato”

Membro storico della 'ndrangheta vibonese, Andrea Mantella nel 2016 comincia a parlare con i magistrati. Oggi verrà ascoltato per la prima volta, da remoto, nell'aula bunker di Lamezia Terme.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Andrea Mantella pentito chiave. Oggi finalmente è attesa la sua deposizione al processo “Rinascita-Scott”, nella nuova aula bunker del polo industriale di Lamezia Terme. Un processo paragonato per il numero di imputati al Maxi Processo contro cosa nostra del 1986.

Gli imputati mandati a processo sono complessivamente 355 rappresentati da circa 600 legali quasi il doppio dei patrocinanti del processo di Palermo.

Mai si era celebrato in Calabria un processo di una portata simile. Alla sbarra le ‘ndrine del vibonese sulle quali si estendeva ineluttabile la mano dei Mancuso di Limbadi.

L’accusa nel processo è rappresentata da il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, e i pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso.

La figura chiave di questo processo sarà Andrea Mantella pentito da ormai 5 anni ed ex membro di spicco della ‘ndrina dei Lo Bianco, il cui feudo era proprio Vibo Valentia. Oggi per la prima volta la figura di Andrea Mantella pentito, verrà chiamata a deporre.

Verrà ascoltato in videoconferenza da una località segreta.

Andrea Mantella pentito dal 2016: chi è il pentito numero uno delle cosche vibonesi?

Andrea Mantella pentito dal 2016: Chi è il pentito numero uno delle cosche vibonesi?

Il pentimento di Andrea Mantella è avvenuto in una forma alquanto insolita per un pentimento di mafia, specialmente se pensiamo ai pentimenti di ‘ndrangheta che attualmente forse non arrivano nemmeno a 70 di numero.

Il 22 giugno 2016 viene annunciato “Andrea mantella pentito”. Mantella però in quel momento non era stato tratto in arresto, ne era sotto processo. Aveva appena finito di scontare la sua condanna definitiva per associazione mafiosa nel carcere di Spoleto.

Dal quale in realtà ha rinunciato a uscire da uomo libero in seguito alla decisione di cominciare a parlare con i magistrati. Da Spoleto infatti verrà subito trasferito a Roma dove comincia a fare i primi interrogatori.

Un pentimento che fece talmente tanto rumore da spingere i familiari a esporsi pubblicamente rinnegandolo:

I sottoscritti Nazzareno Mantella e Rita Lo Bianco, rispettivamente fratello e madre di Andrea Mantella, in nome e per conto di tutti i familiari, cugini, nipoti e parenti si dissociano dalla scelta del proprio congiunto di collaborare con la giustizia

La figura di Andrea Mantella pentito è considerata chiave nel processo poiché Mantella è stato al centro di tutte le dinamiche interne alle famiglie dell’area vibonese nonché protagonista delle varie guerre intestine all’interno delle quali lui stesso ha svolto il ruolo di killer e mandante.

Il “battesimo” nella ‘ndrina dei Lo Bianco a 16 anni e l’ascesa criminale

Mantella viene affiliato nel 1989 alla famiglia di ‘ndrangheta dei Lo Bianco quando ancora non ha nemmeno l’età per la patente. Sarà battezzato con il grado di “picciotto” già all’età di 16 anni per volontà insindacabile dell’allora capobastone di Vibo Valentia Carmelo Lo Bianco, detto Piccinni, deceduto nel marzo del 2014 nel carcere di Parma.

Mantella per indole appare subito come una figura instabile. Già da prima dell’ingresso nella ‘ndrina dei Lo Bianco aveva cominciato con incendi di auto e furti. Il primo tentato omicidio, però avviene quando indossa già da qualche anno l’abito ‘ndranghetista.

Davanti al cinema Valentini di Vibo agli inizi degli anni ’90 resta infatti ferito nella sparatoria scaturita da un agguato fallito ai danni di Roberto Piccolo allora considerato una primula rossa dei Mancuso.

Sulla carriera criminale di Andrea Mantella pentito non mancano di certo i dettagli. La prima condanna seria arriva tra il 1994 e il 1995 pressapoco.

La causa è un omicidio commesso in un maneggio quando aveva vent’anni. Le cronache dell’epoca raccontano che i titolari nel restituirgli un cavallo avevano chiesto dei soldi per il periodo di custodia.

Una legittima richiesta, ma è vista da Mantella come una mancanza di rispetto e un affronto, se questi hanno chiesto di pagare poi tutti si sentiranno in dovere di essere pagati per il proprio lavoro.

Scatta la sparatoria: un morto e un ferito. Mantella fu condannato a 12 anni. Il carcere per un malavitoso di quel tipo che aspira a comandare è un passo fondamentale da compiere, se poi hai ammazzato qualcuno guadagni punti prima ancora di entrarci.

Quell’omicidio probabilmente lo mette in luce e prima di entrare in carcere viene promosso di grado da “picciotto” a “camorrista“, comunque ancora manovalanza.

Dal carcere però esce con il grado di “trequartino“, un grado altissimo abbastanza da incutere paura, rispetto e avare un potere rilevante nell’organizzazione. Da li in poi la sete di potere lo porterà a destabilizzare tutti gli equilibri delle famiglie che vivono sotto il controllo e la benedizione dei Mancuso.

Equilibri che lui stesso aveva giurato di proteggere fin da ragazzino. In pratica nella mente un solo disegno: la guerra.

Leggi anche: ‘Ndrangheta, arrestato Tallini, presidente del Consiglio della regione Calabria

Gli omicidi

Andrea Mantella pentito si è autoaccusato di otto omicidi. Durante una delle sue deposizioni rese alla Dda di Catanzaro, nel maggio 2016 ha dichiarato:

Da mandante invece ne ho ordinatI così tanti che onestamente non me li ricordo tutti.

Andrea Mantella pentito parla ai magistrati: la guerra ai Mancuso

Andrea Mantella pentito parla ai magistrati la guerra ai Mancuso

Nella sua dichiarazioni Andrea Mantella pentito racconta di come agli inizi del millennio costituì il suo gruppo scissionista dai Lo Bianco alleandosi con i Bonavota la ‘ndrina di Sant’Onofrio, per dichiarare guerra ai Mancuso e ai Lo Bianco stessi. In realta la parte scissionista era molto più grande.

Insieme al cognato e braccio destro Francesco Scrugli (ucciso nel marzo 2012 a Vibo Marina nella faida con i Patania di Stefanaconi, alleati dei Mancuso) aveva creato un vero e proprio cartello parallelo formato dal gruppo dei Piscopisani, dai Bonavota di Sant’Onofrio, gli Emanuele di Gerocarne, gli Anello di Filadelfia, i Vallelunga di Serra San Bruno.

Tutti insieme per cercare di spezzare l’egemonia mafiosa dei Mancuso di Limbadi e Nicotera, una faida che si lascerà dietro parecchi morti.

In una dichiarazione sui Mancuso, durante una delle sue prime deposizioni nel processo Black Money celebrato anche questo a Vibo, Mantella dice:

I Mancuso volevano fare i padroni e credevano che tutti noi degli altri gruppi fossimo delle pecore.

Uno di loro, figlio di un boss, venne schiaffeggiato e umiliato in pubblica piazza a Vibo proprio da Mantella. La guerra per il controllo del territorio cancella quasi del tutto i Lo Bianco e mette a dura prova i Mancuso tanto da dover richiedere l’intervento e la mediazioni di famiglie molto potenti per frenare il sangue e ristabilire le spartizioni del territorio.

Andrea Mantella pentito parlerà oggi al Maxi Processo Rinascita-Scott

Andrea Mantella pentito è sicuramente una figura chiave nel processo. Resta difficile da credere che il pentimento sia maturato per redenzione anche se lui in precedenza aveva dichiarato:

Se sono degno di essere definito collaboratore di giustizia lo decideranno gli onorevoli giudici. Io mi sono pentito perché ho capito gli errori che ho fatto.

Mantella si era trovato isolato dopo l’uccisione del suo braccio destro Francesco Scrugli. La paura era diventata tanta probabilmente dato che sulla sua testa da tempo pendeva una condanna a morte da parte dei Mancuso e delle ‘ndrine alleate.

Se ne dissero tante e i suoi stessi familiari si dissociarono e non lo seguirono nel programma di protezione.

Andrea Mantella pentito con le sue dichiarazioni ha svelato omicidi rimasti per anni impuniti, intrecci tra ‘ndrangheta, politica corrotta, imprenditoria collusa e massoneria deviata.

Ha permesso agli investigatori di inquadrare scenari inediti e alla Dda di Catanzaro di chiudere il cerchio su decine di inchieste con una raffica di arresti senza precedenti.

Mantella è a conoscenza di centinaia di informazioni. Alcune delle quali ancora coperte da segreto istruttorio.

Pare che i pubblici ministeri Antonio De Bernardo, Annamaria Frustraci e Andrea Mancuso (oltre agli avvocati difensori che lo metteranno a dura prova) avranno bisogno di almeno quindici udienze per poter ascoltare ed esaminare nel dettaglio ogni singola parola.

Leggi anche: ‘Ndrangheta, 49 arresti in tutta Italia. Ai domiciliari il sindaco di Rosarno

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