Ambrogino d’Oro, tra i premiati il progetto DAMA: assiste i disabili per le cure in ospedale

Tra i premiati dell'Ambrogino d'Oro c'è anche il progetto DAMA, tra i primi in Italia a creare un sistema unificato con delle prestazioni specifiche all’interno degli ospedali per le persone disabili.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Tra i premiati del celebre Ambrogino d’Oro c’è anche il progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance). I fondatori del progetto sono stati i primi in Italia a creare un sistema con delle prestazioni specifiche all’interno degli ospedali per i disabili e le famiglie delle persone con disabilità.

L’Ambrogino d’Oro: cos’è

L’Ambrogino d’Oro è la massima onorificenza cittadina assegnata dal comune di Milano a chi dedica la propria vita al bene comune: “A tutti gli uomini, le donne, le associazioni, le organizzazioni che hanno dato un contributo speciale alla città” cita la pagina ufficiale del Comune di Milano. Sono due le categorie di Ambrogini d’oro: le Medaglie d’oro, massimo 30 all’anno, e gli attestati di civica benemerenza, 40 al massimo. I premiati sono scelti dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, ma il sindaco ha diritto di veto.

Ambrogino d’Oro, premiato il progetto che assiste i disabili per le cure in ospedale

Il progetto DAMA si occupa dei disabili durante le cure ospedaliere.

Il DAMA, nato nel 2000 all’Ospedale San Paolo, sarà insignito dell’attestato del Comune di Milano il prossimo 7 dicembre insieme a altri soggetti premiati, che riceveranno quattro medaglie d’oro alla memoria, quindici medaglie d’oro e 19 attestati. Commenta così a ilfattoquotidiano.it Filippo Ghelma, il responsabile del Progetto DAMA:

Non penso che ci sia un rapporto diretto tra il riconoscimento dato a DAMA e le vicende Covid. E’ stata premiata probabilmente l’idea che si è dimostrata efficace e vincente di mettere a disposizione, restando dentro un ospedale, un gruppo di professionisti dedicati esclusivamente ai disabili, con tutte le loro particolarità e fragilità.

La storia del DAMA e dei suoi pionieri

Filippo Ghelma, Direttore di DAMA San Paolo e Presidente della neonata ASMeD e Matteo Stocco, Direttore Generale dell’ ASST Santi Paolo e Carlo.

Il DAMA è nato vent’anni fa e ad oggi conta 6.321 pazienti con disabilità presi in carico. Vi sono diverse prestazioni erogate: dal ricovero ordinario al day-hospital, dal pronto soccorso alle prestazioni ambulatoriali. Il DAMA offre assistenza anche nel caso di esami di radiologia, TAC e percorsi diagnostico-terapeutici. Non sono previste degenze notturne. Il responsabile Filippo Ghelma spiega a il fattoquotidiano.it l’importanza di questi servizi dedicati a persone con problemi di comunicazione:

Il modello di accoglienza di DAMA prevede lo sforzo adattativo dei percorsi, per “ammorbidire” o eliminare le rigidità organizzative ospedaliere, che spesso sono un ostacolo insormontabile per persone che presentano caratteristiche e bisogni non considerati o dati per scontati nella popolazione generale. Con questo obiettivo abbiamo lavorato anche durante le varie fasi della pandemia.

Le difficoltà maggiori risultano all’interno dei pronto soccorso: è complesso gestire soggetti con autismo e sindrome di Down.

Il DAMA nell’era della pandemia di coronavirus

Il DAMA non si è fermato durante la pandemia da coronavirus.

Durante la pandemia il DAMA non si è fermato. Anzi, si è occupato anche di tracciamenti e tamponi. Racconta Filippo Ghelma:

Ci occupiamo anche dei tracciamenti, di fare il tampone a soggetti con gravi disabilità intellettive che devono entrare nei centri diurni. Il problema maggiore? Al momento abbiamo serie difficoltà a intervenire con operazioni chirurgiche.

In particolare siamo più scoperti sul pronto soccorso per pazienti autistici o con gravi deficit comportamentali, situazioni molto difficili anche perché quando si apre la porta dei pronto soccorso c’è un girone dantesco.

Leggi anche: Calabria, non solo Covid: l’eccellenza nella cura all’Alzheimer. La storia di Anna

Ambrogino d’Oro 2020: cerimonia a porte chiuse e in streaming

La tradizionale cerimonia dell’Ambrogino d’Oro a Milano.

L’edizione 2020 dell’Ambrogino d’Oro sarà a porte chiuse a causa delle restrizioni per contrastare il contagio da coronavirus. Sarà garantita una diretta streaming. Nessuna tradizionale cerimonia al “Teatro del Verme” dunque. L’unica cosa tradizionale resterà la data. La premiazione, infatti, avverrà il 7 dicembre, giorno del patrono di Milano Sant’Ambrogio.

Ambrogino d’Oro 2020, tra i benemeriti anche i Ferragnez

Fedez e Chiara Ferragni, vincono l’Ambrogino d’Oro grazie alla raccolta fondi per l’Ospedale San Raffaele.

Fedez e Chiara Ferragni, dopo svariate candidature negli anni passati, quest’anno vincono l’Ambrogino d’Oro grazie alla raccolta fondi avviata lo scorso marzo per l’Ospedale San Raffaele. L’immenso successo della loro campagna benefica ha permesso l’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva. Le medaglie d’oro sono state assegnate agli operatori sanitari che si battono da quasi un anno sul campo per contrastare la pandemia. La Grande Medaglia d’Oro, infine, è stata assegnata agli operatori sanitari morti per il coronavirus.

Leggi anche: Puglia zona rossa, il pressing dei medici: “Il 118 è al collasso”

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