Alessia Piperno torna a casa. Ma in Iran le proteste non sono finite

Alessia Piperno, 30enne romana arrestata in Iran 45 giorni fa, è stata finalmente liberata. Tuttavia, a Teheran le proteste non sono finite e decine di donne e uomini chiedono libertà.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Alessia Piperno è tornata a casa, finalmente. È passato più di un mese da quando la 30enne romana, mentre era in viaggio in Iran, era stata arrestata a Teheran durante le proteste che hanno scosso il paese dopo la morte di Mahsa Amini.

Ma, dopo giorni di paura trascorsi in carcere, la giovane ha messo piede sul suolo italiano, accolta dal presidente del consiglio Giorgia Meloni. Il volo su cui la ragazza viaggiava, il Falcon 900, è atterrato sulla pista dell’aeroporto militare di Ciampino alle 17.08 di ieri. Tuttavia, in Iran, le proteste non sono finite. Donne e uomini continuano a combattere in nome della loro libertà e, spesso, sono dietro le sbarre.

Il ritorno in Italia di Alessia Piperno

Sono stati 45 giorni duri, poi questa mattina la sorpresa. Ho trascorso la mia detenzione in una cella con sei persone, è stato difficile ma non sono stata maltrattata.

Così Alessia Piperno al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presente all’aeroporto di Ciampino. Ad attendere Alessia nella sala arrivi anche i genitori Alberto e Manuela e il fratello David, visibilmente commossi. Successivamente, la 30enne è rientrata nella propria abitazione a Roma, nel quartiere Colli Albani. La ragazza ha varcato il portone abbracciata al padre, evitando di fare dichiarazioni ai giornalisti che l’attendevano sotto casa.

La diplomazia italiana

“Sto bene, sono emozionata e commossa”. Sono le parole che Alessia Piperno, una volta sull’aereo diretto in Italia, avrebbe detto parlando al telefono con i genitori, informati personalmente dal premier Meloni riguardo al rilascio. La ragazza sarebbe stata consegnata ai funzionari dell’ambasciata italiana a Teheran direttamente in aeroporto. Il presidente ha così scritto su Twitter:

Dopo un intenso lavoro diplomatico, oggi la nostra connazionale Alessia Piperno è stata rilasciata dalle autorità iraniane e si appresta a tornare in Italia. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a riportare Alessia dai suoi familiari.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha insistito sul lavoro diplomatico italiano:

Alessia Piperno è stata liberata grazie all’intenso lavoro della diplomazia italiana, ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per risolvere questo caso. È una bella notizia per tutti.

Le proteste non sono finite

La bella notizia è che Alessia Piperno sia tornata a casa, sana e salva. Tuttavia, in Iran, le proteste non sono terminate. Ogni giorno, donne di tutte le età combattono in nome della loro libertà, dopo la miccia che si è accesa dopo la morte di Masha Amini, la 22enne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

La rivolta del popolo contro la Repubblica Islamica continua nelle strade e dilaga anche nel mondo dello sport e dello spettacolo. Dopo che un calciatore alla finale della Emirates Intercontinental Cup ha mimato il gesto di tagliarsi i capelli, atto simbolo della protesta, pochi giorni fa, la nazionale iraniana di pallanuoto si è rifiutata di cantare l’inno nazionale della Repubblica islamica durante i Campionati asiatici nella capitale thailandese Bangkok.

Inoltre, la nota attrice dell’Iran, Taraneh Alidoosti, ha pubblicato sui social una sua foto senza velo, con un cartello in mano su cui si legge “Donna. Vita. Libertà”, lo slogan diventato il grido di battaglia del movimento di protesta nazionale.

Il caso di Jafar Panahi

Nello stesso carcere dove la 30enne romana ha passato parte della sua detenzione, per esempio, c’è il regista iraniano Jafar Panahi, il cui ultimo film “Gli orsi non esistono” è vincitore del Premio Speciale della giuria a Venezia 79. Panahi è in carcere in Iran dal luglio di quest’anno.

Nel 2010 aveva subito una condanna che lo obbligava a non girare film, uscire dal paese e avere contatti con i media. Nonostante il divieto, il regista ha continuato a girare le sue opere e ad utilizzare il cinema come linguaggio per ritrarre e incidere sulla realtà: il suo ultimo lavoro ne è una prova, essendo un metafilm in cui egli stesso è protagonista. Come Panahi, decide di uomini e donne in Iran scontano una pena per il solo fatto di voler essere liberi.

Leggi anche: Alessia Piperno, chi è la ragazza italiana arrestata in Iran

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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