Alan Sorrenti, dal primo album a Figli delle stelle: “È diventata uno stile di vita”

Alan Sorrenti, dal Golfo di Napoli all'incontro con la regina Elisabetta. Ma come è nato il suo più grande successo, Figli delle stelle?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
spot_img

Con oltre un milione di copie vendute solo in Italia, “Figli delle stelle” continua a farci ballare ancora oggi, dal 1977. Alan Sorrenti torna in tour: oggi sarà a Giovinazzo (BA), mentre il 9 ad Arezzo e canterà per tutta l’estate in più tappe italiane. Italo-gallese, ha vissuto tra Aberystwyth, Londra e Napoli, città in cui è nato e dove è avvenuto il suo debutto, come spiega a “Repubblica”:

Avevo vent’anni e al Vomero, dove vivevo, c’era un negozio di dischi di importazione dall’America e da Londra.

Grazie al mio amico Umberto Telesco, il fotografo delle mie prime 4 copertine, scoprii Tim Buckley, i Van der Graaf Generator.

Quella per me era stata un’apertura mentale ed emozionale.

Lo studio fotografico di Umberto a via Tasso era un crocevia: chi andava in India, chi ritornava da Londra, chi aveva letto un bel libro, e io? Assorbivo tutto questo.

Alan Sorrenti: “Ecco come mi hanno conosciuto in Rai”

Dal Golfo di Napoli all’America. Alan Sorrenti ha sempre vissuto e viaggiato in un ambiente cosmopolita e multiculturale, grazie a sua madre:

Vivevo due realtà, anzi tre perché mia madre lavorava come segretaria di un generale alla base Nato di Bagnoli.

Con lei incontrai la regina Elisabetta quando venne a visitare la portaerei nel Golfo di Napoli.

Oltre al Galles, dove andavo, e a Napoli dove vivevo, mi portava spesso in America.

Tutti questi viaggi ed esperienze culturali erano per lui una fonte di ispirazione, tanto che nel 1972 Alan Sorrenti si è fatto conoscere grazie all’album Aria, riscuotendo subito un notevolissimo successo:

Passavo molto tempo a Londra, e tornando scrivevo musica chitarra e voce, poi la registravo su cassette.

Qualcuno ebbe l’idea di girarle a un funzionario Rai che si chiamava Paolo Giaccio e trasmetteva brani di emergenti alla Radio.

La mia musica ebbe tantissime reazioni positive. Così nacque Aria.

Tornai a Londra per registrare Come un vecchio incensiere (il suo secondo album).

Come nasce “Figli delle stelle”?

Ma è con il terzo album, omonimo, che Alan Sorrenti ha raggiunto la popolarità, dopo aver cambiato produttore (Corrado Bacchelli) e aver iniziato a scrivere le sue stesse canzoni. Suo padre, che gli ha trasmesso la passione per la musica, gli aveva dato un consiglio: incidere una versione psichedelica di “Dicitancello vuje”, “un classico napoletano, forse uno dei pezzi più importanti”, che lo ha portato a scalere le classifiche.

Alan, inizialmente, era conosciuto per il suo rock alternativo e progressive, ma voleva contaminare quello stile con la sua “napoletanità” e con altri generi diversi, motivo per cui era tornato negli USA, prima della fine degli anni ’70, per creare ogni volta un progetto che fosse nuovo e diverso dai precedenti:

A San Francisco feci “Sienteme, it’s time to land”, un disco tra soul e funky.

Il fonico ci diede il contatto per il produttore Jay Graydon, con il quale feci “Figli delle stelle”.

Los Angeles era dove volevo stare, Sunset Strip era piena di musicisti, vita e creatività. puntavo a fare ogni volta un disco diverso. La musica l’ho composta lì.

Correva l’anno 1978: “Figli delle stelle” è uno dei singoli più venduti

Il cantautore non si aspettava tutto quel successo di una canzone che ti trascina con quel ritmo travolgente, nonostante parli di due anime apparentemente sole. E “Figli delle stelle” diventava, nel 1979, “Figlio delle stelle”, anche un film di Carlo Vanzina, in cui il protagonista era lo stesso Sorrenti:

Non so come arrivammo a quel film. Il soggetto l’ho scritto io.

Ma “Figli delle stelle” è anche il nome del suo quinto album, quello più famoso, che contiene altre tracce come “Passione”, “Donna Luna”, “Casablanca”:

E chi poteva pensare che sarebbe diventato uno stile di vita, tipo La dolce vita di Fellini. Sono quelle cose che non finiranno mai.

Leggi anche: Paul McCartney rassicura i fan: “Non abbiamo clonato la voce di John con l’AI. I Beatles suonano dal vivo”

spot_img

Correlati

Ermal Meta: “Soffrivo di attacchi di panico. La terapia mi ha salvato e ora divento papà”

Ermal Meta è pronto a tornare sulle scene musicali con il nuovo album che...

Buon compleanno Giorgia, la famiglia di artisti, il debutto come attrice e l’album con Pino Daniele

Buon compleanno Giorgia che oggi compie 53 anni. È una delle voci più apprezzate...

Renato Zero vittima di bullismo: “Si era sparsa la voce che avevo coraggio, così mi hanno lasciato in pace”

Renato Zero non ha alcuna intenzione di ritirarsi, come ha affermato nel salotto di...
Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
spot_img