Afghanistan, perché l’esercito addestrato dall’Occidente si è arreso ai talebani

Gli estremisti hanno preso il controllo in Afghanistan e ciò sembra non sia stato difficile viste le condizioni in cui versava l'esercito afgano, dopo il graduale ritiro delle truppe americane.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La situazione in Afghanistan in poche settimane sembra essere tornata indietro di 20 anni. I talebani hanno preso il controllo di Kabul e issato la bandiera delle scuole coraniche nel palazzo presidenziale.

I miliziani hanno annunciato che “Presto nascerà l’Emirato islamico”. Gli Usa hanno evacuato l’ambasciata e il presidente Asrhaf Ghani ha lasciato il paese ed è fuggito in Uzbekistan. La capitale afgana è sprofondata nel caos: spari in alcune zone della città e l’aeroporto internazionale Hamid Karzai è stato preso d’assalto. Sono migliaia gli afgani che si sono uniti ai civili occidentali e ai diplomatici in fuga su voli organizzati dalle loro ambasciate.

Nel pomeriggio è atteso l’arrivo di un volo di rimpatrio di italiani da Kabul. É prevista anche una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza Onu.

Afghanistan, talebani: “La guerra è finita”

L’ingresso dei talebani è avvenuto senza resistenze da parte delle forze afgane. Mohammad Naeem, portavoce dell’ufficio politico dei talebani, ha detto ad Al Jazeera che la guerra in Afghanistan è finita e che presto, con la dichiarazione della nascita dell’Emirato islamico dell’Afganistan, sarà chiaro quale tipologia di Governo ci sarà, promettendo moderazione.

I talebani non vogliono più vivere in isolamento, precisa Naeem, e intendono rispettare i diritti delle donne e delle minoranze, nel rispetto della legge della sharia. Assicurano, in un tweet, che non c’è nessun pericolo per le ambasciate e civili stranieri a Kabul. Inoltre il portavoce ha fatto sapere alla CNN che il nuovo Governo includerà anche afgani non talebani.

Nonostante queste rassicurazioni migliaia di afgani si sono riversati verso le vie di fuga. Il personale diplomatico dell’ambasciata italiana di Kabul e gli altri civili nostri connazionali si sono imbarcati sul volo che nel pomeriggio atterrerà in Italia. In aeroporto a Kabul alcune fonti riferiscono di 5 morti tra i civili, probabilmente a causa della calca. Le truppe statunitensi hanno sparato in aria per disperdere la folla.

Intanto centinaia di persone hanno raggiunto la Porta dell’Amicizia situata nella città di Chaman, al confine tra Afghanistan e Pakistan.

Cosa ha portato al ritorno degli estremisti in Afghanistan

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Gli Stati Uniti arrivarono in Afghanistan per porre fine al Governo dei talebani in seguito ad alcuni attentati dei fondamentalisti in Occidente. L’occupazione durò 20 anni fino al 2020, quando Governo americano e afgano firmarono un accordo di pace che prevedeva il graduale ritiro delle truppe americane, con la promessa che il Governo afgano non incoraggiasse i terroristi.

Purtroppo il Governo afgano moderato non è riuscito a reggere il ritorno dei talebani che si sono ripresentati per riappropriarsi dell’Afghanistan e con l’intenzione di riportare l’intero Paese sotto il fondamentalismo islamico. Gli sforzi degli Stati Uniti per aiutare a costruire un esercito regolare in Afghanistan, e i 90 milioni di dollari stanziati per l’addestramento dei militari afgani, sono stati vani. Al primo attacco degli estremisti l’esercito ha capitolato impiegandoci poco più di un mese.

Nei mesi passati si sono accumulate perdite e sconfitte, ancor prima che il presidente americano Biden annunciasse il ritiro delle truppe, entro l’11 settembre. Da come riporta Il Fatto Quotidiano, i soldati dell’esercito afgano erano mal pagati, malnutriti e poco riforniti. In un simile contesto non è stato difficili far cadere gli avamposti nelle aree rurali.

Inoltre sembrerebbe che l’Occidente abbia spinto verso la costruzione di esercito moderno caratterizzato da complessità logistica e di approvvigionamento, che senza l’aiuto degli Stati Uniti si è rivelato insostenibile per le forze afgane. Il clima di disperazione e abbandono era tale che un ufficiale afgano intervistato la scorsa settimana dal New York Times si interrogava: “Daresti la vita per dei leader che non ti pagano in tempo e sono solo interessati al proprio futuro?

In resto della storia si commenta da sé.

Leggi anche: È morto Gino Strada: il fondatore di Emergency aveva 73 anni

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