Adhd in età adulta: come riconoscerlo e affrontarlo

Tutto quello che devi sapere per orientarti alla gestione dell'Adhd anche in età adulta.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Negli ultimi decenni, il panorama della salute psicologica sta avendo una significativa avanzata. Questo perché finalmente il tabù intorno alla consulenza professionale si sta dissolvendo, consentendo a un numero sempre maggiore di individui di affrontare le proprie sfide interiori.

Tra i disturbi che hanno guadagnato maggiore visibilità è emerso l’adhd (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Questa problematica è solitamente associata all’età scolare, perché diventa evidente quando i bambini manifestano notevoli difficoltà di concentrazione e apprendimento.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che l’adhd non è prerogativa dell’infanzia e può anzi emergere anche in età adulta, con sintomi diversi e spesso meno evidenti ma altrettanto invalidanti.

È fondamentale, di fronte a questa evidenza, che le persone comprendano quindi come riconoscere la difficoltà e sappiano in che modo farvi fronte, facendosi aiutare dai professionisti.

In questo contesto, i servizi offerti da un centro specializzato come il centro per adhd Milano possono rappresentare una risorsa preziosa, perché mettono a disposizione supporto e trattamenti personalizzati, così da migliorare la qualità della vita delle persone.

Cos’è l’adhd: sintomi e cause

L’adhd, acronimo di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, rappresenta un disturbo neuroevolutivo che può manifestarsi dalla nascita o poco dopo. Non sempre è evidente la sua presenza, perché i sintomi possono variare considerevolmente da persona a persona, anche se il problema centrale resta la difficoltà di concentrazione e a mantenere alta l’attenzione.
Talvolta questo sintomo centrale è accompagnato da un secondo, altrettanto pregnante, che riguarda l’iperattività e l’impulsività.

Ciò si manifesta non solo nel corpo, portando la persona a “non riuscire a stare ferma”, ma anche mentalmente, con difficoltà nel controllare i pensieri e la tendenza a prendere decisioni immediate, senza riflettere.
Tali comportamenti non sono sempre così evidenti, ma possono essere difficili da individuare perché spesso confusi con normali atteggiamenti di un individuo che invece non soffre della patologia. Inoltre, possono manifestarsi solo in determinati contesti e non in altri, come ad esempio a scuola o a casa.

È importante notare che l’adhd non è semplicemente un problema comportamentale, ma ha radici neurologiche e ciò significa che non è qualcosa che può essere trattato semplicemente con l’educazione parentale ma necessita dell’intervento di professionisti.

Come riconoscere l’adhd negli adulti e come affrontarlo

RAGAZZA CON ADHD

Nei bambini l’adhd è più evidente e per questo risulta più semplice individuarlo, ma non dobbiamo dimenticare che i sintomi sono spesso difficili da riconoscere e che l’attenzione sta venendo maggiormente rivolta a tali situazioni solo negli ultimi anni. Esistono quindi numerosi adulti che soffrono di questa condizione, ma che non sono stati diagnosticati nell’infanzia e che, magari, ancora oggi non sono così di facile identificazione.

Riconoscere l’adhd negli adulti richiede una comprensione approfondita dei sintomi, come ad esempio la difficoltà nel mantenere l’attenzione su compiti prolungati, la propensione a distrarsi facilmente e una generale disorganizzazione.

Ancora, qualora fosse presente iperattività, è possibile vedere negli adulti comportamenti impulsivi e una tendenza a non riuscire a rimanere fermi. Inoltre, molti possono anche sperimentare sintomi di ansia, complicando ulteriormente la gestione del disturbo.
Esistono una serie di indicatori generici e comuni, per aiutare l’identificazione della problematica, come ad esempio:

  • la frequente dimenticanza di appuntamenti o compiti
  • difficoltà nell’organizzare e gestire il tempo in modo efficace
  • un costante senso di confusione o sopraffazione di fronte a compiti complessi
  • decisioni prese senza valutare a fondo le conseguenze
  • tendenza a sentirsi facilmente frustrati o arrabbiati quando le cose non vanno come previsto

Anche in questo caso, la soluzione più indicata è quella di rivolgersi a degli specialisti che, prima di ogni cosa, individueranno la reale presenza dei sintomi e successivamente sapranno indirizzare la persona verso un percorso di miglioramento.

Leggi anche: Neurodiversità e neurodivergenze: una realtà che ci riguarda tutti

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Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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