Vaccini per i paesi poveri dall’Italia: la promessa del premier Draghi durante il vertice mondiale sulla lotta al Covid-19

Durante il suo intervento al Global Covid-19 Summit, il premier Mario Draghi ha assicurato che l'Italia giocherà un ruolo fondamentale nella donazione e distribuzione dei vaccini ai Paesi poveri

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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L’Italia incrementerà il suo lavoro per aumentare la donazione di vaccini ai paesi che non hanno la possibilità di accedervi. Infatti secondo quando appreso, l’Italia passerà dalle 15 milioni di dosi ,annunciate al Global Health Summit di Roma del maggio scorso, alle 45 milioni di dosi di vaccini che verranno distribuite entra la fine del 2021.

Mario Draghi annuncia e promette milioni di vaccini donati dall’Italia

Mario Draghi annuncia e promette milioni di vaccini donati dall'Italia

Una promessa pesante quella fatta dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel suo video intervento al vertice sulla lotta al Covid-19 convocato da Joe Biden in margine ai lavori dell’assemblea Onu, l’inquilino di Palazzo Chigi ha promesso un aumento significativo sulla quantità di dosi che l’Italia donerà ai paesi meno sviluppati da qui a fine anno.

Dopo le dure critiche alle nazioni più ricche arrivate dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, anche il presidente americano Joe Biden ha deciso di rispondere all’appello. Durante il suo intervento il presidente americano ha promesso di fare molto di più per aiutare il sud del mondo dove finora i vaccinati hanno a malapena raggiunto il 10% della popolazione (4% in Africa). Queste le parole del presidente americano:

Saremo l’arsenale dei vaccini come siamo stati l’arsenale della democrazia. Gli Stati Uniti acquisteranno altre 500 milioni di dosi da donare l’anno prossimo in modo da arrivare, a fine 2022, a 1,1 miliardi di sieri distribuiti nel mondo.

I propositi sono ottimali, la pratica come nella maggior parte dei casi è invece di più difficile attuazione. Gli Stati Uniti infatti fino a oggi hanno donato solo 160 milioni di dosi, il che comunque rappresenta una cifra più grande rispetto a tutti gli altri paesi occidentali e non messi insieme.

Secondo quanto emerso dal summit avvenuto ieri, un immunologo Usa avrebbe notato che i sieri fin qui consegnati non basterebbero a vaccinare nemmeno la popolazione della Nigeria. Il grosso delle dosi, poi, arriverà solo l’anno prossimo. Il problema non è tanto di scarsa generosità dell’Occidente o di scarsa disponibilità di vaccini: pesano le enormi difficoltà logistiche per la loro distribuzione e conservazione a basse temperature.

Il premier Draghi si è concentrato soprattutto su questi aspetti organizzativi sottolineando il forte impegno dell’Italia soprattutto sul trasporto, la conservazione e la consegna dei sieri e ha annunciato che il G20 a guida italiana che si terrà a Roma tra un mese e cercherà di affrontare il punto debole dell’attuale campagna vaccinale mondiale , lo scarso coordinamento tra le autorità sanitarie e quelle finanziarie , attraverso la creazione di un Global Health and Financial Forum.

Un organismo che farà dialogare meglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le agenzie dell’Onu con la Banca Mondiale e le altre istituzioni finanziarie internazionali in modo da prendere decisioni più rapide ed efficaci.

Vertice Onu a New York

Intanto nel Palazzo di vetro a New York, il quartier generale delle Nazioni Unite sede si è tornati a parlare di Afghanistan e Libia. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha copresieduto, col collega francese, Jean-Yves Le Drian, un vertice sul Paese nordafricano centrato su un estremo tentativo di arrivare a un accordo entro le prossime elezioni.

Intesa ancor più urgente, ha sottolineato Di Maio, ora che il parlamento di Tobruk ha tolto la fiducia al governo di unità nazionale di Dabaibah. Il clou della giornata, però, è stata la riunione dei ministri degli Esteri del G20 sull’Afghanistan, anch’essa presieduta da Di Maio, visto che il summit di quest’anno sarà a guida italiana.

Temi cruciali sul tappeto: diritti civili e umani calpestati dai talebani, gestione delle evacuazioni che continuano anche dopo il ritiro dei militari occidentali, tutela delle donne, evitare che il Paese torni a essere esportatore di droga e culla del terrorismo. Riunione preparatoria, quella di ieri, del vertice dei capi di governo del G20 sull’Afghanistan che Mario Draghi intende convocare nei prossimi giorni.

Leggi anche: Terza dose vaccino, ecco come funzionerà. Lo studio: “Dopo la 3°, anticorpi 10 volte maggiori”

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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